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Politica
"Toti può commettere altri reati". Nordio: "Perplesso su tempi dell'inchiesta"
Giovanni Toti

Corruzione, arresti domiciliari per il governatore della Liguria Toti. Indagato il consigliere di amministrazione di Esselunga. In manette anche l'ad di Iren

Il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, è stato arrestato questa mattina all'alba dai militari della Guardia di finanza di Genova con l'accusa di corruzione. Toti è stato raggiunto da un'ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari disposta dal gip di Genova in un'inchiesta della Procura guidata da Nicola Piacente sulle elezioni regionali liguri del 2020. Altre 9 persone, fra cui Matteo Cozzani, capo di gabinetto di Toti, sono state raggiunte da misure cautelari. 

Inchiesta Genova, gip: "Può commettere altri reati per elezioni"

Nell'ordinanza di 654 pagine, il gip di Genova spiega cosi' le esigenze cautelari nei confronti di Giovanni Toti: "Esiste il pericolo attuale e concreto che l'indagato commetta altri gravi reati della stessa specie di quelli per cui si procede e, in particolare, che possa reiterare, in occasione delle prossime elezioni, analoghe condotte corruttive, mettendo la propria funzione al servizio di interessi privati in cambio di utilita'. Tali esigenze sono desumibili essenzialmente dalle modalita' stesse della condotta dalle quali traspare una evidente sistematicita' del meccanismo corruttivo". 

LEGGI ANCHE: Terzo mandato, Toti guida la rivolta: "Si rischia lo scontro istituzionale"

Terremoto politico in Liguria, Cozzani accusato di corruzione elettorale con l'aggravante mafiosa

Nel dettaglio, secondo quanto emerge dal comunicato con cui la Procura di Genova ha reso nota l'esecuzione delle misure cautelari, Matteo Cozzani, capo di gabinetto del Presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, è accusato di corruzione per l'esercizio della funzione e corruzione elettorale aggravata al fine di agevolare Cosa Nostra e il clan Cammarata del Mandamento di Riesi con proiezione nella città di Genova.

Secondo la Procura guidata da Nicola Piacente, Cozzani, il coordinatore regionale della campagna elettorale per la Lista 'Cambiamo con Toti Presidente' finito ai domiciliari, per le elezioni del 20-21 settembre 2020 avrebbe promesso assieme agli indagati Italo Maurizio Testa e Arturo Angelo Testa - esponenti della comunità Riesi a Genova - posti di lavoro ed il cambio di un alloggio di edilizia popolare per convogliare i voti degli elettori appartenenti alla comunità siciliana di Genova (almeno 400 preferenze) verso la lista del presidente Toti.

In particolare i voti sarebbero stati indirizzati verso Stefano Anzalone (indagato senza aggravante mafiosa) ed altri candidati. Giovanni Toti risponde di corruzione elettorale in concorso ma senza l'aggravante mafiosa. Anzalone avrebbe offerto ai fratelli Testa il sostenimento (vitto e soggiorno) a Genova nel periodo subito precedente la chiamata alle urne, fra il 10-19 settembre 2020. L'inchiesta dei militari della guardia di finanza, condotta con intercettazioni e pedinamenti, è partita a La Spezia ed è stata trasfertita per competenza nel capoluogo ligure.

Terremoto politico in Liguria, in manette anche l'ad di Iren Signorini. Sotto inchiesta anche Spinelli 

Ma non solo Toti e Cozzani. Nella maxi indagine della Procura di Genova e dalla Guardia di finanza sono coinvolte altre nove persone destinatarie di misure coercitive e interdittive. L'ex presidente dell'Autorità portuale e attuale amministratore delegato di Iren, Paolo Emilio Signorini, è stato arrestato e condotto in carcere con l'accusa di corruzione per l'esercizio della funzione e per atti contrari ai doveri d'ufficio. Il noto imprenditore portuale ed ex presidente del Genoa, Aldo Spinelli, è destinatario della misura interdittiva del divieto temporaneo di esercitare l'attività imprenditoriale e professionale, accusato di corruzione nei confronti del governatore Toti. Nei confronti di Signorini, Aldo Spinelli e il figlio Roberto, il gip ha disposto anche il sequestro preventivo di disponibilità finanziarie e beni per 570.000 euro, ritenuti profitto dei reati di corruzione contestati. 

Corruzione in Liguria, promessi soldi per far sbloccare le pratiche Esselunga

Nel dettaglio, secondo le accuse della Procura di Genova il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, avrebbe ricevuto denaro per agevolare pratiche edilizie per due supermercati di Esselunga, velocizzare il rinnovo di concessioni portuali e trasformare spiagge da libere a private. Secondo gli inquirenti Toti avrebbe accettato e ricevuto in più tranche 74.100 euro dagli imprenditori del settore logistica e immobiliare Aldo e Roberto Spinelli - il primo ai domiciliari, secondo raggiunto dal divieto di esercitare la professione - vero il 'Comitato Giovanni Toti', a volte come finanziamenti per la partecipazione a cene elettorali. In cambio si sarebbe impegnato a "trovare una soluzione" per la trasformazione della spiaggia libera di Punta Dell’Olmo da “libera” a “privata”; agevolare l’iter di una pratica edilizia relativa al complesso immobiliare di Punta Dell’Olmo di interesse dei due imprenditori e pendente negli uffici regionali; velocizzare il rinnovo rinnovo per 30 anni della concessione del Terminal Rinfuse alla società Terminal Rinfuse Genova srl. 

Il presidente della Liguria si sarebbe attivato anche per assegnare agli Spinelli gli spazi portuali ex Carbonile Itar e Carbonile Levante e 'un’area demaniale di Aspi-Società Autostrade, oltre ad agevolare l’imprenditore nella pratica del 'tombamento' di Calata Concenter. Infine in concorso con il suo capo di gabinetto, Matteo Cozzani, è accusato di aver accettato la promessa di Francesco Moncada, consigliere di amministrazione di Esselunga raggiunto dalla misura interdittiva all'attività d'impresa, un "finanziamento illecito" per il "pagamento occulto" di alcuni passaggi pubblicitari sul pannello esposto sulla Terrazza Colombo di Genova per la campagna elettorale comunale del 12 giugno 2022. In cambio Toti avrebbe promesso di sbloccare due pratiche di Esselunga in Regione relative all'apertura di due supermercati a Sestri Ponente e Savona.

Inchiesta Genova: Nordio, perplesso da custodia cautelare Toti

"Questa mattina ero a Napoli, ho saputo di questa cosa in automobile, non conosco gli atti e da garantista penso sempre alla presunzione di innocenza. Mi e' sembrato di capire che si tratta pero' di fatti che risalgono ad alcuni anni fa e che l'inchiesta non e' nata oggi ma tempo addietro. Ho esercitato 40 anni da pubblico ministero e raramente ho chiesto provvedimenti di tutela cautelare dopo anni di indagini, tenuto conto che il pericolo di fuga, di inquinamento delle prove e la reiterazione del reato sono motivi per cui si puo' arrestare e dopo tanti anni dall'evento che si e' verificato e dalle indagini" e' difficile che "possano ancora sussistere. Detto questo, non conoscendo gli atti ripeto la mia fiducia nella magistratura e nella presunzione di innocenza. Le mie perplessita' non sono mai sul momento in cui scatta il provvedimento cautelare rispetto all'imminenza delle elezioni anche perche' in Italia si vota molto spesso, se ho delle perplessita' tecniche riguardano una misura rispetto al tempo in cui e' stato commesso il reato ed e' iniziata l'indagine". Lo dice il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, a margine degli Stati Generali dei commercialisti, rispondendo a una domanda sull'inchiesta che ha coinvolto il presidente della Liguria, Giovanni Toti. 

Corruzione: Orlando, Toti? Difficile esperienza governo possa proseguire

"Emerge un quadro desolante ma per la verità non sorprendente. Che ci fosse una eccessiva promiscuità tra funzioni istituzionali e circoli economici è un dato che era emerso e che era stato anche da noi denunciato. Adesso bisogna evitare che questo cortocircuito molto grave pregiudichi gli interessi della regione e i grandi investimenti che la riguardano. È quindi necessario evitare che la situazione vada allo sbando. Le considerazioni che al di là dei profili penali dobbiamo già esprimere, sulla base del quadro di cui disponiamo, è che c'è la necessità di avviare un forte processo di rigenerazione nell'interesse della regione e dei liguri". Lo ha detto il deputato del Pd ed ex Ministro del Lavoro, Andrea Orlando, conversando con i giornalisti alla Camera. "Se le carte, che non abbiamo avuto ancora la possibilità di leggere, confermassero i titoli dei giornali - ha aggiunto poi Orlando rispondendo ad una domanda se in Liguria si debba andare ad elezioni anticipate - il vulnus politico sarebbe grande e mi pare difficile che possa proseguire una esperienza di governo così fortemente colpita e questo a prescindere dalle responsabilità strettamente penali. È evidente che c'è stato un modo di procedere opaco che rischia di essere in contrasto con le esigenze della maggiorparte delle imprese liguri che operano secondo le regole e dei lavoratori. In più penso che incombe una questione che spero sia chiarita, e questo è un tema fondamentale - conclude l'esponente dem - prima ancora che in sede processuale e che riguarda la possibilità di rapporti con la criminalità organizzata. Per questo spero che dalla regione venga una parola chiara per escludere almeno questo profilo". 

Corruzione in Liguria, la Commissione Antimafia chiede gli atti dell'inchiesta. L'avvocato di Toti: "E' sereno" 

Nel frattempo, è terminata intorno alle 13 la perquisizione degli uffici della Regione Liguria in piazza De Ferrari a Genova da parte della Guardia di Finanza che ha indagato per corruzione il presidente Giovanni Toti insieme ad altri. Tre investigatori in borghese sono usciti dall'ingresso principale con in mano alcuni faldoni di documenti e dopo avere attraversato a piedi la piazza, senza rilasciare dichiarazioni, sono saliti su un'auto di servizio. Intanto, la Commissione parlamentare Antimafia ha chiesto l'acquisizione degli atti dell'inchiesta della Dda di Genova e della Guardia di Finanza. L'avvocato di Toti Stefano Savi ha fatto sapere che il governatore è "sereno e convinto di poter spiegare tutto. La Regione continuerà, anche in sua assenza, a lavorare". "Sono tutti fatti di cui possiamo dare una spiegazione, perché rientrano nell’ambito di legittima attività di amministrazione”, ha sottolineato. "Non si parla di dimissioni. Si sospende dalla funzione e poi vedremo cosa succede. Il processo è ancora tutto da fare", ha aggiunto Stefano Savi. "Vediamo gli atti, li leggiamo e cerchiamo di capire come costruire gli elementi difensivi nel miglior modo possibile”."Il presidente è sereno e tranquillo. Vuole affrontare il procedimento spiegando tutto nel dettaglio. Scusate", ha aggiunto concluso il legale rivolto ai cronisti, "al momento non posso parlare”.

Corruzione in Liguria, il titolo di Iren crolla in Borsa. L'ad Signorini sospeso dall'incarico 

Ma non solo effetti politici. Il terremoto giudiziario scoppiato in Liguria sta avendo anche ripercussioni economiche. Il titolo di Iren è infatti crollato in Borsa dopo la notizia dell'arresto dell'amministratore delegato Paolo Emilio Signorini, per reati legati alla sua precedente carica di  presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure. L'imprenditore è accusato di corruzione per l’esercizio della funzione e per atti contrari ai doveri d’ufficio. Contattata da Affaritaliani.it Iren ha sottolineato, oltre al chiaro danno d'immagine che sta subendo, che l'operato di Signorini nella multiutility non ha nulla a che vedere con l'indagine in corso in Liguria. Ora però si aprono diversi interrogativi sul futuro dell'amministratore delegato, che è già stato sospeso dall'incarico: si aspetterà che l'iter giudiziario farà il suo corso o si procederà prima con l'eventuale rimozione? In agenda oggi il consiglio d'amministrazione della società. Non ci resta che attendere. 


 

 






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