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Finanza

L'Italia è il paese più esposto per il debito pubblico agli attacchi speculativi. In questo scenario, così complesso e problematico, un'attenzione particolare va prestata a quello che avviene nel settore bancario.
Non si può rimanere nel pantano. Le riforme del governo sono ancora in salita (la bad bank; le misure sulle quattro banche salvate; la riforma degli istituti di credito cooperativo; il recupero dei crediti in sofferenza o degli incagli; l'attuazione della riforma sulle banche popolari).

Chiediamo anche oggi un parere ad Alessia Potecchi, Presidente dell’Assemblea Metropolitana del PD a Milano:
“Il governo ha purtroppo ereditato la politica confusa praticata a fasi alterne negli ultimi decenni nel sistema bancario. Non si può dimenticare lo stop and go con il quale si è oscillato in quel settore tra aiuti di Stato mascherati, la Robin tax, la strumentale applicazione dell'abuso di diritto. Il sistema bancario è stato a volte protetto a volte demonizzato. Non si è andati mai alla radice”.

In effetti sembrerebbe che Bankitalia e Consob non siano sempre state all'altezza della situazione. La Vigilanza non è stata adeguata: le speculazioni finanziarie sono state incontrollate. Ora la Banca d'Italia corre ai ripari con le regole del Bail-in.
Quelle regole, ossia le norme per il salvataggio delle banche volute dall'Europa, per il vice direttore generale della Banca d'Italia, Fabio Panetta, devono essere riviste nella modalità e nei tempi. Se non si opera così si aumentano i rischi per la instabilità sistemica provocati dalla crisi delle singole banche.

Ancora, Fabio Panetta afferma che per favorire lo sviluppo dei mercati saranno necessari interventi volti a migliorare la formazione dei dipendenti, la loro capacità di assistere le aziende nell'accesso ai mercati; a prevenire con efficacia i conflitti di interesse in capo alle banche, derivanti dal loro contemporaneo ruolo di creditore, promotore dell'accesso al mercato e gestore (diretto o indiretto) del risparmio delle famiglie. E conclude: "In mancanza di questi presupposti sarebbe messa a repentaglio la reputazione delle banche, la stessa fiducia da parte della clientela”. 

Non è preoccupante quello che sta avvenendo?
“Troppe regole nuove definite a Bruxelles vengono applicate in Italia senza una verifica dell'impatto” prosegue Alessia Potecchi  “È il caso del Bail-in con le obbligazioni subordinate. È il problema dell'esproprio della casa in presenza di poche rate di mutuo non pagate. È la minacciata riduzione dei titoli di Stato nel portafoglio delle banche. È l'iter complesso è confuso con il quale si va alla trasformazione in S.p.A e conseguenti aggregazioni delle banche popolari”.

Ma c’è qualche formula per uscire dal tunnel?
“Non si possono avere distrazioni. Non si può essere superficiali. Il sistema del credito è fondamentale per la politica di sviluppo del paese.  Non è una partita a poker. Il poker si gioca in quattro, oppure in tre con il morto, o anche meglio in tre con il pollo: è quello che è invece avvenuto con le obbligazioni subordinate. Il pollo è stato il risparmiatore; gli altri tre giocatori sono stati l'Europa, le banche, le autorità di vigilanza”.

Paolo Brambilla

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