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Finanza

Piazza Affari ha chiuso sulla sostanziale parità una seduta volatile con tanti spunti societari interessanti, in primis la vicenda Banco-Bpm dopo la lettera della Bce e il nuovo piano industriale di Eni. La settimana è stata movimentata dalle riunioni delle Banche centrali.

Ha iniziato la Bank of Japan che, esprimendo dubbi sulla ripresa economica giapponese, ha mantenuto invariato il suo piano di stimolo monetario.

Mercoledì è stata poi la volta della Federal Reserve che ha annunciato che quest'anno i rialzi dei tassi saranno solo due e non quattro come previsto a fine 2015.

La mossa della Fed ha indebolito il dollaro: in particolare, il cambio dollaro/yen si è portato sui minimi da ottobre 2014. Oltre a BoJ e Fed, nella settimana si sono riunite anche la Bank of England e la Banca centrale svizzera. Mentre Wall Street continua ad aggiornare i massimi del 2016, con il Dow Jones in area 17.600 punti, a Piazza Affari l'indice Ftse Mib ha chiuso con un rialzo dello 0,02% a 18.611,34 punti.

Seduta sotto i riflettori per Banco Popolare (+2,47% a 6,845 euro), sui cui erano vietate le vendite allo scoperto, e Bpm (-0,52% a 0,6675 euro) dopo le richieste arrivate dalla Banca centrale europea in merito alla possibile fusione che porterebbe alla nascita del terzo polo bancario del Paese.
Francoforte ha chiesto che entro un mese venga presentata la bozza del nuovo Statuto e un piano industriale pluriennale.

La Bce ha inoltre fatto sapere che il gruppo bancario, frutto del matrimonio tra le due popolari, dovrebbe avere sin dall’inizio una forte posizione in termini di capitale e qualità degli asset, anche attraverso appropriate “capital action”.

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