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Finanza

L’interesse sul sistema Paese iraniano è molto elevato, soprattutto dopo la rimozione delle sanzioni divenuta ufficiale lo scorso 16 gennaio. L’Iran è la seconda economia dell’area dopo l’Arabia Saudita, con un PIL stimato in circa 415 miliardi di dollari e previsioni di crescita molto interessanti. Si moltiplicano quindi le missioni istituzionali: dopo Confindustria ed ICE dell’8 -10 febbraio scorsi è già in fase di preparazione quella annunciata dal Primo Ministro Renzi in aprile.

 

L'Iran è un mercato destinato ad una crescita esponenziale: per questo molti imprenditori lo stanno seguendo con grande attenzione ed aspettative. Pare veramente che sia il caso di dire: “ora o mai più”. Infatti, un precoce ingresso delle apprezzatissime imprese ed eccellenze italiane nel mercato iraniano potrebbe garantire un importante vantaggio competitivo sui concorrenti delle altre economie occidentali.

 

Tuttavia, allo stato ed almeno in termini generali, molti sono i proclami relativi alla chiusura di accordi commerciali che di fatto si sostanziano in mere intese di carattere preliminare, spesso non vincolanti. Questo perché permangono ancora molti aspetti di criticità e diffidenza che debbono essere correttamente metabolizzati.

 

Da un lato le imprese iraniane e le istituzioni si attendono forti investimenti stranieri; dall’altro, i nostri imprenditori – in un periodo di economia asfittica– invece sono molto più interessati a trovare un mercato di sbocco nel quale esportare i propri prodotti, lasciando che siano gli iraniani ad investire. E ciò anche per diffidenza verso un mercato di cui non si conosce il sistema legale, bancario (ancora fuori da circuiti internazionali) e l’affidabilità nei pagamenti (al riguardo si segnala tuttavia che gli iraniani sono tradizionalmente considerati dei buoni pagatori).

 

Chiediamo all’Avv. Iacopo Destri e all’Avv. Guido Ferradini, dello Studio Legale C-lex di Milano come entrare nel mercato iraniano:

“La comunicazione in questo periodo ha puntato molto sulle potenzialità del mercato iraniano, senza però indicare quali siano le opportune cautele per entrare nel mercato di un Paese che presenta molte differenze rispetto alla cultura occidentale, anche negli affari. Infatti, il sistema legale iraniano è certamente diverso da quello italiano ed europeo, pur presentando taluni punti di contatto con la cultura giuridica europea. L’impianto giuridico iraniano è ispirato al modello Romano-Germanico nonché al codice civile e commerciale Napoleonico, per quanto successivamente integrato con i precetti della Sharia, soprattutto avuto riguardo al diritto penale ed al diritto di famiglia”.

 

Va chiarito che lo studio legale milanese C-Lex può vantare un primato importante: essere uno tra i primi studi a livello internazionale ad aver aperto una sede a Teheran, puntando sul fatto che l’Italia è considerata un Paese fortemente “interessante” dal punto di vista imprenditoriale e ciò grazie anche all’importante lavoro di intermediazione diplomatica svolto dall’Ambasciata Italiana e dall’ICE.

 

“Tra le normative di maggior interesse per gli investitori ed imprenditori stranieri” prosegue Iacopo Destri “vale la pena menzionare la legge sulla promozione e la protezione di investimenti stranieri (ed in particolare l’accordo bilaterale tra Iran ed Italia del 1999), la legge a protezione del software dell’anno 2000 e la più recente legge per la registrazione di invenzioni, disegni industriali e marchi del 2007. Peraltro, non si dimentichi che l’Iran ha aderito alla convenzione di New York del 1968 per il riconoscimento e l'esecuzione delle sentenze arbitrali straniere”.

 

Sembrerebbe quindi opportuno avvicinarsi al mercato iraniano affidandosi a soggetti che possano accompagnare l’impresa in modo professionale, limitando così il rischio di avviare rapporti commerciali dai risultati non prevedibili. 

 

“Il mondo della professione e degli studi legali in Iran” dichiara il Prof. Dr. Behzad Saeedi Bonab, docente di International Business e di Economic Law presso all’Università di Teheran “risulta ancora informato ad un approccio di tipo familiare con studi individuali o di dimensioni estremamente ridotte”.

 

“Ecco perché – prosegue il Prof. Dr. Behzad Saeedi Bonab – ho ritenuto molto interessante la proposta degli avv.ti Iacopo Destri e Guido Ferradini di entrare a far parte di C-Lex Studio Legale per fornire ad imprese italo-iraniane un servizio di valore aggiunto che potesse accompagnarle con maggiore consapevolezza, avendo la possibilità di beneficiare di uno studio italiano con vocazione internazionale, ma con una conoscenza diretta del mercato iraniano”.

 

Paolo Brambilla

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