A Versailles sancita l'Europa a due velocità: Italia nel gruppo di testa
Versailles, sancita la nascita dell'Europa a due velocitá. L'Italia resta nel gruppo di testa grazie all'industria e ai migranti. Ma Merkel...
Scordiamoci l'Unione europea come l'abbiamo vista fino ad oggi. Dopo il 25 marzo, quando nella capitale italiana si celebreranno i 25 anni del Trattato di Roma, che ha dato vita alla Comunità economica europea, il Vecchio continente si spaccherà in due parti che prenderanno direzioni ben diverse. Da una parte il gruppo dei Paesi fondatori, lo zoccolo duro dell'Europa che vuole una integrazione sempre più coesa, economica e politica. Dall'altra i Paesi che vogliono solo il mercato unico e rifiutano di delegare a Bruxelles il resto delle politiche.
A Versailles nasce l'Europa a due velocità
A sancire questa svolta é stato il vertice di ieri a Versailles, quando Angela Merkel, Francois Hollande, Mariano Rajoy e Paolo Gentiloni si sono incontrati e hanno sancito che così l'Unione europea non puó più andare avanti. Già, perché é sotto gli occhi di tutti che l'Ue sta vivendo una fase di stallo che rischia di distruggere il suo futuro. Impossibile mettere d'accordo ventotto Paesi (fra poco ventisette) su questioni come l'immigrazione, la politica estera, la difesa, i diritti sociali e il fisco. Meglio allora dividersi in due prima che altri Paesi decidano di fare le valigie.
La divisione tra Vecchia Europa e Nuova Europa
La spaccatura é politica, oltre che geografica. Perché é inevitabile che da una parte avremo i Paesi dell'Est, la cosiddetta Nuova europa, che hanno standard di vita lontani da quelli italiani o francesi, sono democrazie relativamente giovani, in cui il rispetto dei diritti civili in alcuni casi vacilla (come il Polonia o in Ungheria) e in cui nell'opinione pubblica c'é tanta voglia di Europa per i benefici economici che porta, ma in cui si farebbe volentieri a meno delle reprimende su questioni come i migranti o la libertà di stampa.
Il cuore dell'Europa verso una maggiore integrazione
Dall'altro ci sono i Paesi che l'Europa l'hanno fondata e che coincidono sostanzialmente con quelli che condividono la moneta unica. Si potrebbero definire i 'Paesi volenterosi', quelli che l'Unione europea non solo la vogliono, ma che desiderano di più. Più coesione in temi come la gestione dei migranti, i diritti dei lavoratori, la politica estera o la difesa. Ma anche piú integrazione per quanto riguarda Fisco, ammortizzatori sociali, mercati dei capitali e cosí via. Piú integrazione significa peró anche piú responsabilità e controllo reciproco dei conti.
L'Italia verso una riduzione della sua sovranitá
Se dobbiamo contribuire ad una rete di ammortizzatori sociali europei, dicono a Berlino, dobbiamo avere la certezza che i nostri partner non facciano i furbi. Responsabilità sí, ma anche chiarezza e fiducia reciproca. E proprio questo uno dei punti che a Roma ha fatto temere che l'Italia fosse lasciata indietro. Giá, perché lo Stivale non se la passa tanto bene. L'economia crescerá quest'anno forse di un punto percentuale, la disoccupazione é alta, le riforme non si vedono e il panorama politico é da incubo.
Merkel vuole l'Europa nel gruppo di testa
Eppure, dicono i bene informati, l'Italia fará parte del gruppo di testa. E a volerla é stata la stessa Germania, con Merkel che ha ricevuto rassicurazioni da Gentiloni. Nessuna retrocessione dunque. Primo, perché siamo uno dei Paesi fondatori dell'Unione (e a Roma si celebrano i 25 anni di Ue). Due, perché si va verso una Europa di volenterosi, dove per partecipare bisogna dimostrare di volerci stare, in Europa. E dunque Roma sará valutata per le cose che fará nei prossimi mesi. Tre, perché nel bene o nel male siamo la seconda economia del Continente, se si esclude la Gran Bretagna. La nostra manifattura é seconda solo a quella di Berlino che non puó permettersi di lasciarci indietro. Quarto, perché dall'Italia passano i migranti che arrivano in nord Europa e se il nostro Paese decidesse di non frenare i profughi piú in su si troverebbero ad affrontare un bel problema, specie con una Gran Bretagna che sta blindando i confini.