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Affari Europei
Bitcoin, cresce la bolla. Cozzolino: servono norme chiare

Il premio nobel Joseph Stiglitz vorrebbe metterli fuori legge e anche la governatrice della Fed, Janet Yellen ha messo in guardia i risparmiatori dagli speculatori. Pechino l'ha vietata e la Corea del Sud ha deciso di impedire alle banche di buttarsi nel business. Sono le criptovalute, come il Bitcoin, la nuova moda in fatto di avventure finanziarie. E in Europa sono in molti a chiedere che Bruxelles e Francoforte intervengano per normare il settore.

Cozzolino: servono regole certe per tutelare i consumatori

"Sui bitcoin servono delle regole certe a livello europeo che ne regolino il funzionamento e lo scambio", spiega ad Affaritaliani.it Adrea Cozzolino, eurodeputato del Partito democratico. "Il rischio che questo fenomeno si trasformi in una gigantesca bolla speculativa é concreto, senza contare che questa criptovaluta é utilizzata per riciclare denaro nero e finanche finanziare il terrorismo".

Yellen: asset speculativo, non é riserva stabile

Il Bitcoin e' un "asset altamente speculativo" e ha "un ruolo molto limitato" nel sistema dei pagamenti. Lo ha affermato il numero uno della Fed Janet Yellen. "Non e' una fonte stabile di valore", ha aggiunto. La Fed, ha aggiunto Yellen, "non sta ignorando un potenziale rischio dei bitcoin per il sistema finanziario" poiche' "ha imparato che le minacce possono arrivare da qualsiasi luogo. Tuttavia i rischi di stabilita' finanziaria" che potrebbero derivare dalla criptovaluta "sono limitati". Quindi, ha osservato ancora, "indubbiamente, ci sono singole persone che potrebbero perdere molti soldi se i bitcoin dovessero scendere bruscamente di prezzo, ma non credo che ci sia un vero rischio di stabilita' finanziaria".

Bitcoin, la Corea del Sud vieta alle banche di utilizzarlo

Intanto la Corea del Sud ha vietato a tutte le banche del paese l'utilizzo del Bitcoin: gli istituti finanziari non potranno acquistare, vendere o detenere la criptovaluta. Anche le imprese sudcoreane non potranno emettere Bitcoin. Queste misure non significano uno stop agli scambi della criptovaluta, ne' l'introduuzione di una tassazione speciele nei suoi confronti. Tuttavia la stretta e' particolarmente significativa, perche' avviene in un Paese in cui si concentrano il 20% delle operazioni mondiali in Bitcoin. Circa un milione di sudcoreani detiene Bitcoin. L'annuncio della misura ha provocato un calo del 5% del prezzo del Bitcoin sulla piattaforma Bithumb, la piu' grande del Paese.

Bitcoin, il monito della Bce: non si qualifica come valuta

"Dato il carattere speculativo del contesto di mercato delle valute virtuali e di altre tipologie di attivita' finanziarie virtuali, va tenuto presente che, essendo appunto per definizione virtuali, queste non rappresentano un credito nei confronti di un'emittente e non si qualificano formalmente come valuta". Lo ha detto Yves Mersch, membro dell'executive board della Bce, in occasione del convegno organizzato da Bankitalia e Banca centrale Europea, sulla trasformazione digitale nei pagamenti al dettaglio.

"Il loro potere di acquisto - ha spiegato - e' soggetto ad ampie oscillazioni e dipende esclusivamente dall'attivita' di mercato degli speculatori. Resta da vedere se queste valute virtuali possano essere considerate strumenti alternativi di pagamento per i consumatori, eccetto in casi estremi come negli Stati falliti, e in quale misura siano in grado di competere con le soluzioni che gli operatori sapranno sviluppare nel piu' sicuro ed efficiente mercato europeo dei pagamenti al dettaglio".

In quest'ottica "la BCE continua a seguire questi sviluppi, non soltanto nell'ottica delle infrastrutture di mercato, ma anche dal punto di vista della politica monetaria, della stabilita' finanziaria e della vigilanza prudenziale. Mentre continueremo a soddisfare pienamente la crescente domanda di banconote sicure ed efficienti, al tempo stesso sperimenteremo anche le potenzialita' del contante con diverse tecnologie digitali. Altre applicazioni, piu' audaci e dirompenti, non sono abbastanza solide dal punto di vista legale, operativo e della governance, per citare soltanto alcuni aspetti problematici fra quelli che rendono simili attivita' inadatte ad essere riconosciute in relazione al nostro mandato di assicurare sistemi di pagamento efficienti", ha concluso.

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