Boris Johnson, il sindaco ciclista e anti Ue che sogna Downing Street
Ama le biciclette, il greco antico e il rugby. Odia l'Ue e gli omosessuali. E fa spesso gaffe. Ecco chi è Boris Johnson il sindaco di Londra pro Brexit che in molti vedono come prossimo leader del partito conservatore britannico.
Johnson, 52 anni il prossimo giugno, è nato negli Stati Uniti e nonostante le dichiarazioni in tal senso non ha mai rinunciato al doppio passaporto, come ha ammesso lui stesso in un'intervista concessa al David Letterman Show. Sarà per questo che Johnson non è proprio conosciuto per un classico stile british. Anzi, tut'altro.
Ex giornalista, è stato il direttore del The Spectator prima di darsi alla politica nel 2001, con la sua prima elezione al Parlamento britannico. Nel 2008 diventa per la prima volta sindaco di Londra. Tra le sue prime mosse c'è la reintroduzione del latino nelle scuole pubbliche. Già, perché Johnson è un grande appassionato di latino e greco antico.
Ma l'amore più grande per Johnson è la bicicletta. Nel suo primo mandato infatti promuove una colossale "politica verde" incentivando gli spostamenti con biciclette e auto elettriche. Non disdegna neppure il calcio, nel quale si è cimentato in giacca e cravatta, e il rugby, anche se qualche mese fa ha esagerato travolgendo un ragazzino alla caccia della palla ovale.
Nel 2012 la rielezione, a conferma che quello che nel 2008 veniva considerato un "outsider" era in realtà molto di più. Le sue gaffe e le sue offese verso omosessuali e musulmani hanno fatto breccia nella parte più popolare di Londra, rendendolo un sindaco molto amato. Anche la retorica contro le tasse e l'Ue funziona parecchio da queste part.
Non sorprende dunque la sua presa di posizione favorevole alla Brexit e dunque contraria al primo ministro David Cameron. Non si tratta certo del primo screzio tra i due e della prima cesura tra sindaco di Londra e leadership del partito conservatore. L'ala più verace del partito già da tempo si è affidata a Johnson e ora sono in molti a vederlo come prossimo leader del partito e magari futuro inquilino di Downing Street. Il referendum del 23 giugno non sarà solo una scelta tra Europa e isolazionismo ma anche una dura partita tra Cameron e Johnson che può cambiare il futuro politico del Regno Unito.