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Affari Europei
Brexit, accordo vicino tra Londra e l'Ue. Ecco la mappa di chi sta con Cameron

C'é ottimismo a Bruxelles per il Consiglio europeo del 18 e 19 febbraio in cui i leader dei ventotto Stati europei dovrebbero ratificare l'accordo raggiunto tra la Gran Bretagna e la Commissione europea sul nuovo assetto delle relazioni che legheranno Londra a Bruxelles.

Il presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk, ha proposto tra le altre cose un meccanismo di salvaguardia che consente il divieto di accesso a servizi sociali per quanti non risiedono sul suolo britannico da meno di quattro anni, più voce ai parlamenti nazionali sulle materie dove Ue e Stati membri hanno competenza legislativa concorrente, e l'assicurazione di uno sviluppo parallelo senza discriminazioni tra l'Europa con la moneta unica e i Paesi Ue senza euro.

"Si tratta di una proposta ampia", ricordano fonti Ue. Le stesse fonti, pur sostenendo che "e' presto" per poter dire quale esito produrrà il vertice del Consiglio europeo della prossima settimana, non nascondono che c'e' "ottimismo sulla possibilità di raggiungere un accordo".

E se l'Austria si é gia detta interessata ad applicare anche all'interno del suo territorio lo stesso gap temporale per la fornitura di servizi di welfare, la Polonia si é invece opposta fermamente al provvedimento.

I polacchi sono infatti la nazionalità maggiormente presente in Inghilterra, quasi un milione, e la pressione sul governo é forte. Lo stesso presidente del Consiglio Ue, Tusk, nato proprio in Polonia, sente su di sé il pressing di Varsavia.

In generale sono molti gli Stati che ritengono che non assicurare le misure di welfare a cittadini europei che lavorano in Gran Bretagna sia una forma di discriminazione. Il dibattito allora si é spostato sulla durata dello stop, che attualmente può durare fino a quattro anni.

Sia alla Francia che alla Germania non piace l'idea di introdurre deroghe ai principi fondanti dell'Ue, ma Hollande e Merkel sanno di non poter permettere alla Gran Bretagna di dire addio all'Europa.

Dal canto suo il primo ministro Matteo Renzi é fermamente schierato a fianco di David Cameron in una alleanza che vede sul piatto non solo il welfare, ma anche la richiesta italiana di maggiore sensibilità sui conti pubblici. Inoltre attualmente in Gran Bretagna vivono e lavorano 200 mila italiani che in caso di Brexit, a causa delle ricadute negative sull'economia inglese, potrebbero essere costretti a tornare a casa.

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