Brexit, un'azienda su 5 vuole lasciare il Regno Unito
Numeri choc sull'economia britannica: un'azienda su 5 vuole lasciare Londra e la Gran Bretagna. Corsa tra gli Stati Ue per attirare il business
La Brexit rischia di sconvolgere l'intero tessuto economico e produttivo del Regno Unito. Secondo un sondaggio diffuso nelle scorse ore, un'azienda britannica su cinque sta prendendo in considerazione l'ipotesi di lasciare il Paese e trasferirsi in altri Stati rimasti all'interno dell'Unione Europea. Un numero davvero importante che non può che preoccupare, e non poco, Londra. Le ricadute economiche sarebbero drammatiche.
D'altra parte, quasi due terzi degli intervistati credono che la Brexit avrà effetti negativi sulle loro imprese o attività commerciali. L'industria dell'auto è probabilmente l'emblema della nuvola di incertezza che avvolge il dopo Brexit. Sul settore auto gli effetti della Brexit potrebbero essere molto pesanti con ripercussioni sull'intera economia britannica ed europea. Dopo le banche l'industria auto accusa tra i maggiori ribassi sui mercati azionari, a partire dagli indiani di Tata Motors fino a Volkswagen e Peugeot.
Il Regno Unito ha perso da decenni la proprietà dei costruttori d'auto che hanno scritto la storia. Ma l'industria automotive britannica continua a generare numeri importanti per il pil e l'occupazione dell'isola. Oltre 70 miliardi di sterline di giro d'affari, quasi 800mila occupati comprendendo l'indotto, oltre 1,5 milioni di veicoli e 2,4 milioni di motori prodotti che ne fanno il quarto paese in Europa dopo Germania, Francia e Spagna. Il settore auto è il terzo in Gran Bretagna in termini di valore all'export con 50,7 miliardi di sterline (l'11% del totale), superato solo da metalli preziosi e macchinari e motori. Circa l'80% della produzione britannica di auto è destinata all'export e il 68% è diretto verso i paesi dell'Unione Europea. La Gran Bretagna è anche un rilevante mercato per il resto del mondo (il terzo in Europa in termini di auto vendute) con importazioni che superano i 70 miliardi di sterline.
Da alcuni giorni si moltiplicano gli appelli di manager dell'industria dell'auto mondiale affinché il negoziato tra Londra e Bruxelles mantenga le attuali condizioni scongiurando l'introduzione di dazi doganali sul mercato delle quattro ruote. L'export di auto made in Britain potrebbe essere penalizzato con dazi di almeno il 10% e lo stesso anche sulla componentistica. Gli analisti di Investor Alley hanno indicato le tre azioni americane da vendere dopo la Brexit e tra queste figurano Ford e Penske Automotive. E nel frattempo è partita la corsa tra gli Stati Ue per accaparrarsi le aziende tentate dal "leaving" di Londra. Irlanda, Francia, Germania sono in prima fila.