Brexit, Barnier a Londra: per la City nessun accordo speciale
Michel Barnier, capo negoziatore per la Brexit di Bruxelles, avverte Londra: la City non avrà uno status speciale fuori dal mercato unico
La City di Londra non avrà alcuna deroga e una volta conclusasi la Brexit sarà fuori dal mercato unico europeo. A dirlo chiaramente é Michel Barnier, il capo negoziatore europeo che per conto di Commissione Ue e governi europei sta trattando con Theresa May i termini del divorzio tra Gran Bretagna e Unione europea. Secondo Barnier, che ha rilasciato una lunga intervista al quotidiano britannico Guardian, né la City né la Gran Bretagna si possono aspettare sconti.
Brexit, Barnier: nessuno status speciale per la City
"E' inevitabile che le banche e le istituzioni finanziarie britanniche perdano il 'passaporto' che consente loro di commerciare liberamente con l'Ue", ha dichiarato Barnier al Guardian. "Non c'é posto per i servizi finanziari. Non esiste un unico accordo commerciale aperto ai servizi finanziari. Non esiste". Oggi infatti le banche con sede a Londra hanno il privilegio di poter fare affari nel Vecchio Continente pur seguendo le regole inglesi. Un vantaggio che ha fatto la fortuna di Londra.
Brexit, doccia fredda per Davis e May
Non devono averla presa bene il primo ministro britannico, Theresa May, e il capo negoziatore di Londra, David Davis. Speravano infatti che nonostante il divorzio con Bruxelles Londra avrebbe comunque avuto qualche privilegio nel nome dei bei tempi andati. Ma l'Unione europea non vuole fare sconti, anche per non incoraggiare altri stati a seguire l'esempio della Gran Bretagna. Brexit significa Brexit, punto.
Brexit, nessuna buona notizia per Londra
Non solo la City non avrà privilegi, ma Barnier elenca anche una lunga serie di doveri che Londra dovrà rispettare. Dopo il divorzio é probabile che tra il Regno Unito e l'Unione europea venga stipulato un accordo commerciale come quello tra Ue e Canada, ma é ancora un accordo tutto da scrivere e che entrerebbe in vigore solo dopo l'approvazione di tutti i Parlamenti nazionali e solo dopo un periodo di transizione. Periodo nel quale sarà la Corte europea ad avere l'ultima parola anche sul suolo britannico. May potrà negoziare accordi commerciali con Stati terzi, ma non potranno entrare in vigore finché la Brexit non si sarà consumata.