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Affari Europei
Brexit: le conseguenze del mancato accordo su aerei, visti, prezzi, export

Brexit, le conseguenze del mancato accordo

Il rischio di un mancato accordo è sempre più forte. La Brexit potrebbe avvenire in maniera disordinata, con gravi conseguenze dal punto di vista politico, economico e sociale. Il rischio sembra sempre più alto, e viene ammesso dalla stessa Ue e dai due paesi più importanti, Francia e Germania. "Sulla Brexit dobbiamo avanzare sull'accordo perché è già tardi e abbiamo bisogno di avere certezze in particolare sull'Irlanda e su quella che sarà la situazione futura" nei rapporti fra Londra e Bruxelles, ha detto la ministra francese per gli Affari europei, Nathalie Loiseau. "Mi auguro che Barnier possa dirci che sui negoziati si siano fatti dei progressi su questo punto". Sull'Irlanda ha poi precisato che i 27 devono "essere seri sul backstop". Stessa musica dalla Germania. Il ministro agli Affari europei Michael Roth ha detto: "Per noi è fondamentale che i 27 siano uniti. Io rimango un ottimista, ma è difficile esserlo in questi difficili momenti". "Siamo consci della situazione attuale, nessuno vuole punire i britannici ed il governo britannico, ma alla fine stiamo negoziando sulla base delle linee guida, che non sono linee rosse, ma siamo impegnati su queste linee per i prossimi negoziati, il tempo si sta esaurendo ed io sono un po' nervoso", ha precisato.

Le conseguenze della Brexit: controlli alle frontiere e visti

Ma che cosa potrebbe succedere in caso di mancato accordo? Innanzitutto, senza un'intesa tra il Regno Unito e l'Unione Europea sulla Brexit, dal 30 marzo 2019 i cittadini europei potrebbero essere costretti a chiedere il visto per recarsi in Gran Bretagna, così come i britannici che vogliono entrare nel territorio dell'Ue. "Dato che non abbiamo alcun accordo di esenzione dai visti con il Regno Unito, a partire dal 30 marzo 2019 tecnicamente sarebbe necessario il visto", ha spiegato la Commissione Ue. Anche in caso di "no-deal", ha aggiunto, l'Ue potrebbe decidere "unilateralmente" di non richiedere il visto ai cittadini britannici "mettendo il Regno Unito nella lista dei Paesi liberi da obbligo di visto".

Le conseguenze della Brexit: aerei a rischio, prezzi su

Le conseguenzi sullo spostamento delle persone e delle merci sarebbero preoccupanti. Ci sarebbero grossi ritardi alle dogane e alle frontiere, con voli più cari e comunque a rischio per il vuoto legislativo. In Gran Bretagna ci sarebbe un’impennata dei prezzi, anche a causa della probabile svalutazione della sterlina di almeno il 15 per cento (la moneta britannica ha già perso il 15 per cento del suo valore dopo il referendum del 2016). I dazi sul latte e i formaggi potrebbero toccare il 45 per cento, il prezzo della carne potrebbe salire del 37 per cento e quello di abbigliamento, scarpe, bevande e tabacco del 10 per cento.

Le conseguenze della Brexit: a rischio 3,3 miliardi di export made in Italy

Non solo. Senza accordo sono a rischio 3,3 miliardi di esportazioni agroalimentari Made in Italy in Gran Bretagna realizzati nel 2017. E' quanto emerge da una analisi della Coldiretti in merito alla comunicazione della Commissione Ue che chiede ai governi di prepararsi a tutti gli scenari, mentre il Fondo Monetario Internazionale (FmI) avverte che dall'uscita della Gran Bretagna non ci saranno vincitori. Una eventualita' dannosa per le imprese italiane particolarmente attive su un mercato molto importante per il cibo e le bevande nostrane. La voce piu' importante della tavola nelle esportazioni tricolori e' infatti rappresentata dal vino, con un valore di 810 milioni di euro di esportazioni nel 2017 e, in particolare, dal Prosecco immancabile nei party inglesi. Al secondo posto tra i prodotti agroalimentari italiani piu' venduti c'e' la pasta, ma rilevante e' anche il ruolo dell'ortofrutta, dei formaggi e dell'olio d'oliva. Piu' dello scenario apocalittico a preoccupare e' pero' soprattutto il rischio che con l'uscita dall'Unione Europea si affermi in Gran Bretagna una legislazione sfavorevole all'esportazioni agroalimentari italiane come l'etichetta nutrizionale a semaforo sugli alimenti che si sta diffondendo in gran parte dei supermercati inglesi e che boccia ingiustamente quasi l'85% del Made in Italy a denominazione di origine (Dop). L'etichetta semaforo indica con i bollini rosso, giallo o verde il contenuto di nutrienti critici per la salute come grassi, sali e zuccheri, ma non basandosi sulle quantita' effettivamente consumate, bensi' solo sulla generica presenza di un certo tipo di sostanze, porta a conclusioni fuorvianti arrivando a promuovere cibi spazzatura come le bevande gassate dalla ricetta ignota e a bocciare il Parmigiano Reggiano o il Prosciutto di Parma, ma anche un elisir di lunga vita come l'olio extravergine di oliva. Un indirizzo che rischia ora di estendersi ulteriormente con l'annuncio dell'Onu di penalizzare alcuni dei prodotti cardine della Dieta Mediterranea, con gravi rischi per la salute dei cittadini e l'economia nazionale, conclude la Coldiretti. (Comunicati/Dire) 20:20 19-07-18 NNNN

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