Brexit: dimissioni, elezioni, referendum: gli scenari se la May finisce ko
Dimissioni immediate, nuovo accordo con l'Ue, elezioni anticipate o secondo referendum. Tutte le ipotesi sulla Brexit dopo il voto sull'accordo della May
BREXIT: CHE SUCCEDE SE I COMUNI BOCCIANO MAY? GLI SCENARI POSSIBILI
Come è chiaro da giorni, a meno che le prossime ore non regalino a Theresa May una clamorosa e inaspettata sorpresa, la premier uscirà sconfitta dal voto di stasera alla Camera dei Comuni. Con la bocciatura dell'accordo faticosamente negoziato con Bruxelles, verranno messi in discussione non solo il futuro politico della leader conservatrice, ma lo stesso percorso della Brexit.
BREXIT: IN CASO DI SCONFITTA PESANTE SUBITO DIMISSIONI PER LA MAY
Uno degli scenari possibili, se la sconfitta sarà pesante, potrebbe portare già nelle prossime ore alle dimissionidella premier, come anticipano fonti di governo. Sono circa 112, secondo i calcoli, i deputati conservatori contrari all'accordo, ai quali si aggiungono i 10 deputati nordirlandesi del Democratic Unionist Party (Dup), decisi anche loro a bocciare l'intesa con Bruxelles. Anche Theresa May, come il suo predecessore David Cameron, cadrebbe quindi di fronte all'impossibilità di conciliare le due anime dei Tories, quella dei Brexiteer e quella più europeista. In questo caso, si attiverebbe il processo di selezione del nuovo leader conservatore e del nuovo premier, mentre l'orologio di una Brexit senza accordo continuerebbe inesorabilmente a segnare il tempo, verso la fatidica data del 29 marzo.
BREXIT: L'IPOTESI DI UN NUOVO ACCORDO CON L'UE
Se invece, pur di fronte a una pesante sconfitta la premier decidesse di rimanere al suo posto, un'altra opzione plausibile potrebbe essere quella di un nuovo tentativo con la Ue per ottenere significativi cambiamenti al testo già concordato. In base alle regole vigenti, di fronte a una bocciatura il governo deve tornare ai Comuni entro tre giorni, per informare il Parlamento su come intende procedere. In questo caso, è probabile che la premier, accettando la volontà del Paramento, torni a Bruxelles per ottenere ulteriori concessioni sulla questione del 'backstop', la clausola di salvaguardia che dovrebbe entrare in vigore per mantenere aperto il confine tra le due Irlande, duramente contestata dai ribelli Tories e dal Dup. Difficile prevedere che, al di là della lettera di chiarimenti che è stata inviata lunedì da Donald Tusk e Jean -Claude Juncker, la May possa strappare alla Ue qualcosa di più. E tuttavia, non è escluso che già nel prossimo fine settimana possa essere convocato un vertice Ue di emergenza per tentare di uscire dallo stallo. Questo scenario potrebbe anche consentire alla May di guadagnare tempo per recuperare dalla sua parte alcuni dei contestatori all'interno della maggioranza e assicurarsi l'appoggio di quei deputati laburisti che preferirebbero una Brexit risolta col paracadute dell'accordo con Bruxelles, a una 'no deal Brexit'.
BREXIT: IPOTESI VOTO DI SFIDUCIA ED ELEZIONI ANTICIPATE
Altro scenario possibile, di fronte alla bocciatura della premier, è quello di un voto di sfiducia chiesto dal Partito laburista. Il leader Jeremy Corbyn sta da tempo accarezzando l'idea di forzare la strada verso elezioni anticipate, mentre si è più volte detto contrario all'idea di un secondo referendum per la Brexit. L'esito di questa mossa non è però scontato. Pur contrari all'accordo con Bruxelles, i ribelli conservatori e il Dup hanno già annunciato che non appoggeranno una mozione di sfiducia nei confronti della premier.
BREXIT: IPOTESI SECONDO REFERENDUM
Se il leader Jeremy Corbyn cambiasse strategia e abbracciasse l'idea di un secondo referendum, potrebbe trovare nella Camera dei Comuni la maggioranza necessaria per scavalcare il governo e indire una nuova consultazione popolare. Tuttavia, alcuni deputati laburisti eletti in collegi nei quali nel referendum del 2016 prevalse il voto per la Brexit, potrebbero opporsi al piano di Corbyn. In questo caso, sarebbero determinanti i voti dei deputati conservatori pro Ue.
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