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Affari Europei
Brexit, i Labour: "Riaprire il parlamento". Pubblicato scenario No Deal

ADN0207 7 EST 0 ADN EST NAZ BREXIT: LABOUR TORNA A CHIEDERE RIAPERTURA PARLAMENTO

La pubblicazione dei documenti riservati relativi alla cosiddetta 'Operation Yellowhammer' spingono il Partito laburista a chiedere nuovamente la riapertura del Parlamento. Per il ministro ombra laburista per la Brexit, Keir Starmer, i documenti confermano i "gravi rischi" che corre Regno Unito in caso un'uscita senza accordo dalla Ue. Il governo è stato costretto a rendere pubblici i piani di emergenza in caso di 'no deal', da una mozione votata dalla Camera dei Comuni prima della sospensione di cinque settimane, imposta dal premier Boris Johnson. I documenti 'Yellohammer', che in parte sono pressoché identici a quelli già rivelati il mese scorso dal Sunday Times, elencano tutte le emergenze che il Regno Unito si troverebbe ad affrontare in caso di 'no deal'. Una Brexit 'disordinata' potrebbe provocare: una "diminuzione" della disponibilità di certi alimenti freschi e "minori forniture" di ingredienti fondamentali; l'aumento dei prezzi alimentari e dei carburanti; difficoltà di approvvigionamento "fino a sei mesi" per le forniture di medicinali e dispositivi medici; manifestazioni e contro manifestazioni in tutto il Regno Unito; attese di oltre due giorni per i tir provenienti dall'Europa.

Dagli alimenti ai medicinali fino all'aumento dei prezzi: le conseguenze del No Deal

Il governo ha cercato di sminuire la portata dello scenario 'catastrofico' descritto nei piani di emergenza, spiegando, come ha fatto alla Bbc il ministro della Difesa Ben Wallace, che i documenti indicano solamente cosa potrebbe accadere "se il governo non facesse nulla". Michael Gove, il sottosegretario responsabile per la pianificazione in caso di 'no deal', ha annunciato che verranno pubblicati degli "aggiornamenti" per illustrare "le misure che il governo ha messo in atto e intende mettere in atto" per mitigare gli effetti di un'eventuale Brexit senza accordo. Nonostante il voto dei Comuni, Downing Street ha invece deciso di non rendere pubbliche tutte le comunicazioni e la corrispondenza intercorsi tra Dominic Cummings, il principale consigliere del premier Johnson, e altri otto consulenti del governo relativi alla decisione che ha portato alla 'prorogation', la sospensione del Parlamento voluta dal premier. La richiesta dei Comuni, ha detto Gove, è "irragionevole e sproporzionata" e "contraria alla legge". Dopo la decisione della Corte di appello di Edimburgo, che ha definito "illegale" la chiusura del Parlamento voluta da Johnson, il giudizio finale sulla vicenda dovrebbe esserci il 17 settembre. Per quella data è previsto il pronunciamento della Corte Suprema, che prenderà in esame anche altri ricorsi presentati dalle opposizioni presso i tribunali inglesi e nordirlandesi. La sospensione nelle intenzioni di Johnson avrebbe dovuto consentirgli di evitare che il Parlamento interferisse sulla strategia negoziale con la Ue, che punta a mantenere viva la minaccia di un 'no deal', per ottenere da Bruxelles sostanziali cambiamenti all'accordo di recesso stipulato con l'es premier Theresa May. Nonostante la 'prorogation' il Parlamento è però riuscito ad approvare a tempo di record la legge 'anti no deal', che impone al premier di chiedere a Bruxelles un rinvio di 3 mesi della BREXIT, in caso non venga raggiunto un accordo entro il 19 ottobre.

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