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Affari Europei
Brexit, Irlanda verso la crisi di governo. A rischio i negoziati con l'Ue

Irlanda verso la crisi di governo proprio nel mezzo del negoziato Brexit

La Repubblica d'Irlanda rischia una crisi politica e di dover andare ad elezioni anticipate proprio nel bel mezzo dei negoziati sulla Brexit tra Unione Europea e Regno Unito che includono anche la delicata questione della futura frontiera con l'Ulster (Irlanda del Nord). Il governo di minoranza guidato dal "taoiseach" (primo ministro) irlandese Leo Varadkar, del partito Fine Gael, è in bilico a causa della polemica cresciuta intorno alla vicepremier Frances Fitzgerald: la donna è accusata di aver coperto l'insabbiamento di una denuncia di corruzione nella polizia rivolta alcuni anni fa da un agente che era poi stato messo a tacere; lo scandalo ha già portato alle dimissioni di due successivi capi della polizia irlandese. Nei giorni scorsi il partito di opposizione Sinn Fein ha presentato in Parlamento una mozione di sfiducia nei confronti della signora Fitzgerald che potrebbe essere votata anche un altro grande partito, il Fianna Fa'il, i cui voti sostengono dall'esterno il gabinetto Varadkar. 

Irlanda: rischio di elezioni anticipate per lo scandalo che ha investito la vicepremier

Il premier irlandese si trovava quindi nella difficile posizione di dover decidere se cacciare la sua stessa vice o se invece difenderla e rischiare appunto la caduta del suo esecutivo: la situazione si e' fatta drammatica ieri giovedi' 23 novembre, dopo che il premier ha convocato d'urgenza i suoi parlamentari e ne ha ottenuto l'appoggio incondizionato a difesa della "taodiste" Frances Fitzgerald. Secondo gli osservatori citati dal "Financial Times", il "taoiseach" Leo Varadkar conta sul fatto che nessuno sarebbe seriamente interessato ad una crisi di governo nel momento in cui la Repubblica d'Irlanda e' impegnata ad ottenere l'appoggio dell'intera Unione Europea alla sua richiesta di condizionare ogni possibile accordo sulla Brexit al mantenimento anche in futuro della frontiera aperta con l'Ulster, la porzione settentrionale dell'isola che fa parte del Regno Unito. Ma si tratta di un calcolo azzardato, nota il "Financial Times" che ha raccolto le opinioni di diversi parlamentari filo-governativi i quali temono che lo scontro possa "finire in lacrime" per il gabinetto del premier Varadkar. 

Brexit: Irlanda minaccia il veto sulla fase 2 dei negoziati

Come se non bastasse, il ministro degli Esteri irlandese, Simon Coveney, ha minacciato di mettere il veto al passaggio alla seconda fase dei negoziati sulla Brexit se non sarà trovata una soluzione per evitare una frontiera tra l'Irlanda e l'Irlanda del nord prima del Vertice dei capi di Stato e di governo di dicembre. "Se non saranno fatti progressi in termini di maggiore chiarezza e più credibilità su come evitare una frontiera fisica sull'isola di Irlanda, non possiamo muoverci alla fase 2", ha detto Coveney a margine di un summit sulla partnership orientale a Bruxelles. Al Consiglio europeo del 14 e 15 dicembre, i capi di Stato e di governo devono decidere se ci sono "progressi sufficienti" su diritti dei cittadini, impegni finanziari e frontiera irlandese per passare alla seconda fase dei negoziati sulle relazioni future e il periodo transitorio.

Il nodo della frontiera tra Irlanda e Irlanda del Nord

Coveney ha promesso che l'Irlanda avrà "una posizione molto ferma" sulla frontiera con l'Irlanda del Nord. Il premier britannico, Theresa May, che questa sera cenerà con il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk, spera di poter arrivare a una svolta sulla prima fase dei negoziati facendo concessioni importanti sugli impegni finanziari che il Regno Unito deve onorare per la Brexit. Ma la posizione dell'Irlanda rischia di prolungare lo stallo attuale. "Non permetteremo che una frontiera riemerga sull'isola dell'Irlanda", ha detto Coveney, lasciando intendere che i britannici "non avevano capito la determinazione" del governo irlandese. Dublino chiederà "movimenti significativi" da parte del Regno Unito con "risposte credibili e parametri per una road map" per evitare il ritorno di una frontiera fisica. Secondo Coveney, se ci saranno "divergenze in termini regolatori" tra Irlanda e Irlanda del Nord, "sara' molto piu' difficile vedere come evitare controlli a una frontiera fisica". In sostanza, Dublino vorrebbe il mantenimento dell'Irlanda del Nord nell'unione doganale e nel mercato interno per permettere alle merci e alle persone di continuare a circolare liberamente. Il governo May ha già risposto negativamente, perche' comprometterebbe l'integrità legale del Regno Unito, separando di fatto il territorio dell'Irlanda del Nord. Una frontiera fisica "danneggerà non solo il commercio, ma anche la normalità dell'Irlanda che è stata la base per un successo nel processo di pace negli ultimi 20 anni", ha ricordato Coveney, sottolineando che c'è "solidarieta' assoluta tra i 27 Stati membri su questo".

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