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Angelo Maria Perrino

Brexit, la May ha firmato la lettera per avviare l'iter. Cosa c'è da sapere

Il premier Uk Theresa May ha firmato la lettera: innescato l'iter della Brexit. Ecco che cosa accadrà da adesso in avanti

Brexit, la May ha firmato la lettera per avviare l'iter. Cosa c'è da sapere

Brexit: premier May ha firmato lettera per avviare processo

Il premier conservatore britannico Theresa May ha firmato la lettera con cui innesca il processo di uscita del Regno Unito dall'Ue, la Brexit (come deciso dal referendum del 23 giugno scorso), previsto dall'art. 50 del Trattato di Lisbona. Lo riferiscono fonti di Downing Street. La lettera sara' inviata formalmente domani a Bruxelles.

Alle 13.30 la consegna della lettera al Consiglio Ue

Spetterà alle 13,30 ora di Bruxelles (le 12,30 a Londra) a Sir Tim Barrow, recentemente nominato ambasciatore di Sua Maesta all'Ue al posto del collega Sir Ivan Rogers, che si era dimesso in polemica con il governo, a consegnare la lettera del premier May al presidente del Consiglio Ue, il polacco Donald Tusk. Lettera che porra' fine a 44 anni di rapporti turbolenti tra Londra ed il Continente.

Diffusa la foto del momento in cui Theresa May firma la premier

Downing Street ha diffuso la foto del momento in cui il premier May, con un tailleur di lana grigia con colletto di velluto, concentrata sui fogli davanti, firma la lettera di addio all'Ue nella sala dove si riunisce il gabinetto. Sulla sinistra una significativa ed enorme Union Jack, la bandiera britannica. Alle sue spalle un camino, un orologio che segna le 16e37, anche se la foto e' stata diffusa da Downing Street alle 22, e sul muro troneggia un ritratto del suo primo predecessore, Robert Walpole, esponente whig, conte di Orford, considerato di fatto il primo premier del Regno Unito a partire dalla prima meta' del XVIII secolo.

May innesca il processo, tutte le cose da sapere

Il premier conservatore britannico Therersa May ha gia' firmato la lettera con cui domani formalmente inneschera' il processo di uscita del Regno Unito dall'Ue, la Brexit (come deciso dal referendum del 23 giugno scorso), previsto dall'art. 50 del Trattato di Lisbona. Lo riferiscono fonti di Downing Street. La lettera sara' inviata formalmente domani a Bruxelles.

COS'E' L'ART. 50? In 264 parole e 5 paragrafi, l'Art.50 del Trattato di Lisbona delinea il percorso di uscita volontaria dall'Ue di uno Stato membro. L'articolo stabilisce che il governo dello Stato informi il Consiglio europeo della sua intenzione, e si avviino negoziati per arrivare ad un accordo sul ritiro e per stabilire le basi legali del futuro rapporto con Bruxelles. 

E' STATO MAI INVOCATO FINORA? No. La Groenlandia e' stato il primo Paese a votare l'uscita dall'Europa, ma erano ancora i tempi della CEE, il soggetto precedente rispetto all'Ue, molto tempo prima che fosse redatto l'art.50

COSA E' INNESCATO DALL'ART.50? Una volta che uno Stato membro ha notificato la sua intenzione di uscire dall'Ue, ha due anni per negoziare nuovi accordi, dopo i quali non sara' piu' soggetto ai trattati Ue. L'articolo e' in gran parte piuttosto vago, ma tassativo sul lasso di tempo dei due anni. Eventuali proroghe possono essere concesse in caso di (improbabile) accordo unanime.

COSA SUCCEDE IN MANCANZA DI ACCORDO NEI 2 ANNI? La Gran Bretagna dovrebbe uscire dall'Ue il 29 marzo 2019, ma in caso di mancato accordo non ci sarebbero disposizioni per i sui rapporti giuridici e commerciali con Bruxelles. Il premier Theresa May ha avvertito che non fara' sconti e che e' pronta a lasciare i negoziati se non ottiene cio' che vuole: "Per la Gran Bretagna nessun accordo piu' che un cattivo accordo per la Gran Bretagna".

LA PROCEDURA E' IRREVOCABILE? No. Nulla impedisce in teoria che l'art. 50, una volta invocato, sia ritirato, ha spiegato l'ex ambasciatore che lo ha elaborato, John Kerr, paradossalmente un britannico. Quando il ministro della Giustizia britannico, Liz Truss, parlo' di irreversibilita', definendo l'attivazione dell'art.50 "un biglietto di sola andata", Downing Street ha preso le distanze.

QUANDO SARA' ATTIVATO L'ART.50? Mercoledi' 29 marzo il governo inviera' una lettera al presidente del Consiglio europeo Donald Tusk. Lunga fino a 8 pagine. May ne spieghera' la formulazione con una dichiarazione in parlamento. E DOPO? Giovedi' 30 sara' pubblicato il decreto governativo che prevede la reintroduzione automatica degli ordinamenti britannici in luogo delle regolamentazioni dell'Ue, non appena Londra lascera' ufficialmente.

COME RISPONDERA' L'UE? Tusk ha assicurato che rispondera' entro venerdi' con "una bozza di progetto di linee guida". E' invece improbabile che la risposta formale del presidente arrivi prima del prima del vertice straodrinario del Consiglio europeo del 29 aprile.

QUANDO COMINCERANNO I NEGOZIATI? Non prima del ballottaggio delle presidenziali francesi (il 7 maggio) e probabilmente al piu' tardi a giugno.

QUANTO DURERANNO? Il capo negoziatore Ue Michel Barnier prevede meno di 18 mesi di reale negoziato. La finestra decisiva sara' probabilmente da ottobre, dopo le presidenziali tedesche del 24 settembre. Barnier ha auspicato l'avvio del processo di ratifica dal parte del Parlamento europeo da ottobre 2018.

CI SARA' UN ACCORDO ENTRO DUE ANNI? Probabilmente no, secondo Kerr, che oltre a redigere l'art.50 e' uno dei negoziatori piu' esperti dell'Ue. Il diplomatico calcola il 50% delle probabilita' di una uscita entro i tempi e potenzialmente di accettare una faso iniziale molto piu' lunga, che richiede "un decennio di incertezza". Scettico l'ex capo di Gabinetto, Gus O'Donnel, che prima del referendum aveva detto: "La Groenlandia, popolazione di poco inferiore a Croydon", citta' di circa 12.000 abitanti nella zona sud di Londra, "e ha un problema, il pesce. E con un problema ci sono voluti tre anni. Noi abbiamo molteplici problemi, E' altamente improbabile che si possa risolvere tutto in due anni".

QUALI SONO I PUNTI CRITICI? La lista e' lunga e anche i temi del negoziato saranno negoziati. Ad esempio, Londra vuole inserire negoziati commerciali, mentre secondo figure di alto livello dell'Ue dovrebbero essere discussi separatamente; mentre il Regno Unito fa ancora parte dell'Ue non sara' consentito di negoziare accordi commerciali con Paesi non membri; i diritti dei cittadini Ue che vivono nel regno e quelli dei cittadini britannici che vivono nei Paesi Ue: il governo esclude di garantire ai cittadini Ue protezioni prima dell'inizio dei colloqui e ha scatenato il timore che saranno utilizzati come merce di scambio; altra difficile questione e' quella sulla sicurezza e controllo delle frontiere.


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