Brexit, la richiesta di Londra ai paesi extra Ue? Fare finta di niente
Nella fase di transizione post Brexit, per mantenere i benefici dei trattati siglati da Bruxelles con i Paesi terzi
La richiesta di Londra: "Fare finta che la Brexit non esista"
Facciamo finta che la Brexit non ci sia. E' questo il messaggio che il Regno Unito intende lanciare al resto del mondo, dopo l'uscita dall'Unione europea. Secondo quanto rivela il Financial Times, una "nota tecnica" del governo britannico fa appello alle nazioni non Ue affinché, durante la fase di transizione post Brexit, si relazionino al Regno Unito come se fosse ancora coperto dagli oltre 770 trattati che la Ue ha siglato con i Paesi terzi. Trattati che coprono qualsiasi aspetto dei rapporti tra nazioni, dai diritti di pesca alla condivisione dei dati digitali. "Diranno al mondo che la Brexit non significa Brexit", commenta al Ft un funzionario Ue, parafrasando lo slogan finora usato dalla premier britannica Theresa May, "Brexit means Brexit". In base alla proposta britannica, i Paesi terzi dovrebbero "interpretare i termini rilevanti negli accordi internazionali, quali 'Unione Europea' o 'stato membro della Ue', includendo anche il Regno Unito". Per i tecnici di Londra che hanno stilato il documento, l'approccio proposto è "sostenuto dalla legge e dalla prassi internazionale" ed è "il modo più semplice per garantire che questi trattati continuino ad essere applicati".
Brexit, ecco la strategia di Londra
A meno che non si raggiunga un accordo per fare in modo che il Regno Unito rimanga coperto da quei trattati, scrive il quotidiano finanziario della City, Londra rischia nel periodo di transizione post Brexit di rimanere vincolata ai trattati stessi, sena però poterne godere dei benefici. Il capo negoziatore della Ue, Michel Barnier, il mese scorso ha affermato che non c'è alcuna garanzia che il Regno Unito possa continuare a beneficiare dei trattati firmati dalla Ue, una volta uscito dall'Unione. Spetta agli oltre 100 Paesi terzi con i quali la Ue ha siglato trattati di varia natura, ha spiegato Barnier, accogliere la richiesta britannica. "I nostri partner nel mondo potrebbero pensarla a modo loro su questa questione", ha detto Barnier.