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Affari Europei
Brexit, dubbi sulla tenuta Nato. E la Russia fa più paura all'Est Ue

Stoltenberg prova a rassicurare ma con la Brexit Nato e cooperazione militare rischiano di indebolirsi. E ora il fianco orientale dell'Ue ha ancora più paura della Russia.

STOLTENBERG: "BREXIT? ORA NATO PIU' IMPORTANTE CHE MAI"

La corsa alla rassicurazione è partita subito dopo che l'esito del referendum britannico è diventato ufficiale. Il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, ha assicurato che nonostante l'uscita del Regno Unito dall'Unione Europea, la sua posizione in seno all'Alleanza Atlantica rimane inalterata. "Il popolo britannico ha deciso di uscire dall'Ue. Mentre definisce il suo prossimo capitole nella sua relazione con l'Ue, la posizione del Regno Unito nella Nato rimarrà senza mutamenti", ha fatto sapere Stoltenberg. "La Gran Bretagna resterà un alleato Nato forte e impegnato e continuerà giocare il suo ruolo guida nella nostra Alleanza". Ma Stoltenberg ha anche significativamente riconosciuto che il momento è molto incerto. "Mentre affrontiamo più instabilità e incertezza, la Nato è più importante che mai come piattaforma per la cooperazione tra gli alleati europei e tra Europa e Nord America".

LA RUSSIA RIDE (DI NASCOSTO)

Il vecchio detto divide et impera funziona sempre. Per questo la Russia non può che essere felice della Brexit, anche se nelle dichiarazioni ufficiali il Cremlino nega fermamente. La Brexit è "un affare interno del popolo britannico", ha voluto sottolineare il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov che ha però definito "un caso clinico" il suo omologo a Londra Philip Hammond, secondo il quale l'unico paese che voleva l'uscita della Gran Bretagna dalla Ue era la Russia. "Non ho una educazione medica, pertanto non commento i casi clinici", ha dichiarato con sarcasmo Lavrov rispondendo a chi gli chiedeva un commento sulle parole di Hammond. Nega di aver influenzato in alcun modo il processo anche Vladimir Putin: "Noi non abbiamo mai interferito, ci siamo comportati, secondo me, in modo molto corretto; naturalmente abbiamo seguito in modo attento quello che stava succedendo, ma non abbiamo influenzato questo processo e nemmeno abbiamo mai provato a farlo", ha dichiarato Putin. Il leader del Cremlino ha poi puntato il dito contro il premier David Cameron e altri alti rappresentanti della leadership britannica, secondo i quali la Brexit sarebbe vantaggiosa per Mosca. Le loro dichiarazione "non hanno alcun fondamento - ha denunciato - penso che non sia nient'altro che un tentativo scorretto di influenzare l'opinione pubblica interna", la "manifestazione di un basso livello di cultura politica". Ma la realtà è che Mosca, posto che non abbia mai interferito, non può non sorridere dell'esito di un referendum che mostra le debolezze di un'Unione Europea che nel frattempo continua le sue politiche sanzionatorie nei confronti della Russia. Senza contare che l'uscita dall'Ue del Regno Unito non dovrebbe avere conseguenze economiche sulla Russia, come sostiene la Banca centrale russa in una nota: "La Banca centrale osserva con attenzione la situazione, e predispone gli strumenti necessari per lavorare in condizioni di mercato instabile", si legge in un comunicato dell'organismo regolatore. In precedenza, il presidente del Centro per l'elaborazione strategica, Aleksej Kudrin, aveva dichiarato che l'uscita del Regno Unito dall'Europa non avrebbe provocato "catastrofi economiche".

MOSCA FA PAURA A EST. I DUBBI SULLA COOPERAZIONE

Non lo si può nascondere. La Brexit getta molte ombre sulla tenuta della Nato in un momento nel quale il fronte orientale dell'Europa è sotto pressione. Dopo la crisi ucraina la tensione non è mai scesa tra i Paesi dell'Est Europa e la Russia. In particolare, i timori aumentano nei Paesi Baltici. Ma anche nei Paesi scandinavi e in Polonia. Non è un caso che dalle parti di Varsavia arrivi già la richiesta di un nuovo trattato Ue per far rientrare Londra. "La conclusione della Brexit è ovvia: abbiamo bisogno di un nuovo trattato europeo". E' il commento del leader conservatore polacco Jaroslaw Kaczynski che propone una riforma europea ma non in senso federale. Per il leader del Pis serve "una risposta positiva" alla scelta fatta da Londra di lasciare l'Ue, una risposta che preveda una riforma dell'Unione per "evitare eventi come la Brexit e crisi generali in futuro" e, magari, richiamare Londra. "Abbiamo bisogno di loro". Proprio qui, negli scorsi giorni, si è tenuta una colossale esercitazione militare dell'Alleanza Atlantica. La prevedibile reazione russa ora fas più paura con una Gran Bretagna isolata e fuori da Bruxelles. Sorgono infatti anche pesanti dubbi sulla cooperazione non solo militare ma anche di intelligence tra Regno Unito e gli altri Paesi Ue. Insomma, incertezze su incertezze. Con l'ombra di Mosca (e ancora più in lontananza di Pechino) che si avvicina.

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