Inondazioni, dall'Ue 277 milioni all’Italia
Il Parlamento europeo ha approvato lo stanziamento di 293 milioni di euro in aiuti dal Fondo di solidarietà Ue, in seguito agli eventi meteorologici estremi del 2018 in Austria, Italia e Romania.
I 293 milioni sono così ripartiti: 277 milioni di euro per l'Italia per le copiose piogge, i forti venti, le inondazioni e le frane avvenute nell'autunno 2018; 8 milioni di euro per l'Austria, a seguito degli stessi eventi meteorologici, e 8 milioni di euro per la regione nordorientale della Romania, dopo le inondazioni avvenute nell'estate 2018.
Nell'autunno del 2018 quasi tutte le regioni italiane, da nord a sud, sono state colpite da fenomeni meteorologici estremi che hanno causato frane, alluvioni e caduta di alberi, e all'origine di decine di decessi. Fra i danni materiali, si sono registrati gravi interruzioni delle reti stradali e fluviali, allagamenti di edifici pubblici e privati, interruzioni delle reti elettriche e del gas, oltre a perdite significative nei settori del legname e del turismo.
“Quello approvato oggi dal Parlamento europeo è sicuramente un aiuto importante per tutti quei territori che sono stati colpiti dalle calamità naturali lo scorso anno”, dichiara ad Affaritaliani.it Oscar Lancini, eurodeputato della Lega. “Bisogna tuttavia fare due considerazioni. La prima è che l’Italia è un contributore netto dell’Unione europea: diamo a Bruxelles più soldi di quanti ne ritornino indietro. Questo significa che i soldi della cosiddetta solidarietà non sono altro che le tasse degli italiani. La seconda cosa è che l’Italia deve investire maggiormente in prevenzione proprio per scongiurare gli effetti nefasti dei fenomeni atmosferici intensi. Tuttavia i Comuni spesso non hanno i fondi per farlo, anche per colpa di una politica di austerity”.
Lancini ricorda poi come “l'Italia ha stimato in 1,7 miliardi i danni causati dal maltempo, a fronte dei quali sono stati stanziati solo 277 milioni. Vorrei sottolineare poi che inizialmente questi fondi erano utilizzabili solo se le amministrazioni pubbliche avevano i conti in ordine. Un principio sbagliato, che fortunatamente abbiamo fatto stralciare, perché penalizzava quelle amministrazioni che oltre ad avere problemi economici venivano anche colpite da calamità naturali”.
Commenti