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Affari Europei
Centrodestra, Comi: "I moderati devono stare uniti, come in Europa"

 

Di Tommaso Cinquemani
@Tommaso5mani

In Italia il panorama politico non é mai stato così frammentato e in subbuglio. A sinistra il Pd é lacerato da divisioni interne e vicinissimo alla scissione. Il Movimento 5 Stelle, che vorrebbe indire un referendum sull'euro, si contende il titolo di primo partito con i democratici. A destra Matteo Salvini ha portato la Lega Nord su posizioni populiste e anti Europa (che vorrebbe rottamare). Mentre il Centrodestra é ai minimi, diviso tra FI e Ncd. "Ma l'area moderata rappresenta l'unica alternativa a questo caos", spiega ad Affaritaliani.it Lara Comi, eurodeputata di Forza Italia.

Onorevole Comi, in tutta Europa le forze populiste ed euroscettiche stanno crescendo nei sondaggi. Lei crede che l'area popolare possa reggere alla pressione?
"L'area popolare puó e deve rappresentare l'alternativa credibile ai populismi e agli estremismi che promettono ricette miracolose alle crisi che stiamo vivendo, da quella economica ai migranti. Nel Parlamento europeo l'area moderata é la maggioranza e lo abbiamo visto con l'elezione di Antonio Tajani, una bella vittoria per noi di FI e per il Ppe. E' stato un candidato che ha saputo aggregare il voto di sensibilità differenti. E' stata una battaglia dura ma ce l'abbiamo fatta perché siamo stati uniti".

Restare uniti, appunto. Sembra un messaggio lanciato al Nuovo Centrodestra che qui a Strasburgo lavora con voi all'interno del Ppe, ma che a Roma é schierato con Renzi...
"Noi lavoriamo benissimo con i colleghi dell'Ncd. Alfano però deve decidere dove vuole andare. All'interno della sua formazione ci sono esponenti che hanno votato a favore del referendum e altri contro".

Silvio Berlusconi é una risorsa o un ostacolo all'aggregazione di un'area popolare anche in Italia?
"Berlusconi é l'unico in grado di federare i partiti moderati. Noi non abbiamo un problema di leadership di partito, abbiamo invece un problema legato alla Corte di Strasburgo".

Si riferisce al ricorso fatto da Berlusconi contro gli effetti della legge Severino che ha reso non candidabile il Cavaliere?
"Attendiamo il verdetto dei giudici che potrebbe arrivare già a fine anno. Ma al di là della sentenza della Corte Berlusconi scenderà in campo in campagna elettorale. E se si facessero delle primarie Berlusconi le vincerebbe sicuramente".

Quindi é d'accordo con Salvini che le primarie si devono fare?
"Si devono fare, ma nell'area moderata, a cui Salvini non appartiene. Se vuole le puó fare con Meloni, ma non con noi".

I sondaggi dicono che Salvini ha portato la Lega ad una crescita vertiginosa rispetto all'era Maroni o Bossi. Bisogna tenerne conto, no?
"La Lega é arrivata al 13% ma non puó più crescere, mentre il campo dei moderati, a cui FI si rivolge, é molto più ampio. Dobbiamo scendere in campo tutti, Berlusconi in primis, per parlare con la gente e riportarla al voto".

Non condivide i toni forti di Salvini?
"Non solo non condivido i toni, ma non mi piace neppure l'atteggiamento nei nostri confronti. Tra alleati ci vuole rispetto. E bisogna sottoscrivere un programma comune, che comprenda anche i temi legati all'Europa".

Lei, insieme a Salvatore Cicu e Aldo Patriciello, avete lanciato Siamo italiani. E' una alternativa a Forza Italia?
"Assolutamente no, é una associazione che ha come scopo quello di andare a ricostruire il dialogo con la società civile. E lo si fa dando risposte ai bisogni della gente. Siamo italiani é un valore aggiunto che deve avere Forza Italia".

La nascita di nuovi partiti, come anche le fusioni, sono spesso dettate da necessità legate alla legge elettorale. Lei ritiene che il proporzionale sia un modello accettabile?
"Secondo me il proporzionale puó andare bene come modello di base, ma serve uno sbarramento al 5% e un premio alla coalizione. Sono le piccole sigle a creare l'instabilità di governo. Non é sano che un esecutivo si regga su un partito che ha ottenuto il 2-3% dei consensi".

Il Ppe ha presentato un programma per il futuro dell'Europa che rimarca la necessità di rigore nei conti pubblici. Questa posizione non vi sta stretta?
"Noi crediamo che il rigore dei conti sia necessario, quello che non vogliamo é l'austerità. Il rigore dei conti significa non truccare i bilanci, come ha fatto la Grecia, e non sperperare i soldi pubblici in mancette elettorali, come abbiamo visto fare a Renzi. L'austerity, che noi rigettiamo, é già stata superata perché abbiamo ottenuto flessibilità dall'Ue, ad esempio per le riforme, i migranti e il terremoto".

Tags:
futuro centrodestraelezioni politiche





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