Ceta, Bruxelles trova l'accordo con la Vallonia. Ma salta la firma con Trudeau
Dopo lunghe trattative il governo belga ha trovato l'accordo con la Vallonia per la firma del Ceta, l'accordo di libero scambio Ue-Canada
Il premier belga Charles Michel annuncia che e' stato trovato un accordo in Belgio sul Ceta, l'intesa di libero commercio tra Canada e Unione europea. Intanto pero e' saltato l'incontro per la firma previsto per oggi con il premier canadese, Justin Trudeau. Abbiamo "trovato un accordo" annuncia Michel, al termine di una riunione con le regioni e le comunita' linguistiche del Belgio. L'intesa dovra' ora essere inviata all'Unione europea e ai diversi Parlamenti della Repubblica federale belga, i quali si esprimeranno "entro venerdi' a mezzanotte".
Il primo ministro canadese, Justin Trudeau, intanto peró ha sospeso il previsto viaggio a Bruxelles, dopo il mancato accordo in Belgio sul Ceta, l'intesa di libero commercio tra il Canada e l'Unione Europea. Il Canada e' pronto a firmare questo importante accordo quando l'Europa sara' pronta" fa sapere un portavoce di Ottawa, mentre fonti belghe si limitano a far sapere che "il vertice odierno e' stato annullato. Per ora non abbiamo fissato alcuna data. La prossima tappa dipendera' dalla capacita' di tutta l'Unione europea di firmare l'accordo".
Il nodo piu' difficile da sciogliere e' stato quello che riguarda le norme sugli arbitraggi, previste dal Ceta in caso di controversie commerciali che, secondo i valloni, metterebbero in dubbio la capacita' legislativa degli stati nazionali. Piu' nel dettaglio la Vallonia considera la questione dalla protezione degli investimenti come uno dei temi piu' sensibili del trattato: il Ceta introduce la cosiddetta clausola "Isds" che sta per "Investor to State dispute settlement", clausola tradizionalmente contenuta negli accordi bilaterali d'investimento. Questa consente a un imprenditore straniero che si ritenga penalizzato da una qualche decisione dello Stato ospite (una decisione che abbia cambiato le condizioni stabilite nell'intesa iniziale) di cercare una soluzione della controversia con una conciliazione o un arbitrato. Dunque le multinazionali possono citare in giudizio uno Stato se questo adotta politiche contrarie ai loro interessi.