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Affari Europei
Amicizia con Londra e soldi a Est. Così la Cina vuole conquistare l'Ue

IL PIANO DI INVESTIMENTI DI PECHINO IN EUROPA

Mentre si parla tanto di Ttip e accordi di libero scambio c'è una superpotenza che continua ad aumentare i propri investimenti in Europa: si tratta dell Cina. Al recente bilaterale di Praga, lo scorso marzo, Xi Jinping ha chiarito, se ancora ce ne fosse bisogno, che Pechino vuole investire pesantemente nel Vecchio Continente. Il vertice di Praga ha aperto la strada a 4 nuovi miliardi di investimenti cinesi in Repubblica Ceca. E siamo solo all'inizio.

L'INFLUENZA CINESE NELL'AREA VISEGRAD

Diversi Paesi dell'area Visegrad hanno dichiarato la loro volontà di aumentare il legame economico, e per certi versi politico, con la Cina che così si sta facendo sempre più strada nella parte orientale del continente e dell'Ue. Ungheria, Slovacchia, Polonia, Romania e Bulgaria hanno già intrapreso questa strada e alcuni di questi governi hanno cominciato a sviluppare accordi bilaterali con Pechino. Lo stesso discorso nell'area dei Balcani. La Serbia, paese largamente deindustrializzato, sta cercando di invitare investimenti cinesi e sarà propprio Belgrado a ospitare Xi nel suo prossimo viaggio europeo.

UE, DISINTERESSE GEOSTRATEGICO SUI PUNTI DI TENSIONE CINA/USA

La diplomazia degli assegni della Cina è sempre più potente. In passato, i Paesi europei gareggiavano per il mercato dei consumi cinese, oggi invece lottano senza quartiere per attrarre gli investimenti di Pechino. La svolta c'è stata nel 2008, quando l'ex premier Wen Jiabao offrì di comprare degli eurobond per aiutare gli stati indebitati come Grecia e Portogallo. Da lì in poi l'influenza cinese sull'economia europea si è fatta sempre più forte. Mentre le relazioni della Cina con gli Usa e i suoi alleati dell'area dell'Asia e del Pacifico, soprattutto il Giappone, sono diventate molto tese, i rapporti di Pechino coi diversi paesi europei non ha subito scossoni, visto anche lo scarso interesse geostrategico dei paesi Ue sulle zone rosse della tensione sinogiapponese.

LA CINA HA BISOGNO DELL'EUROPA

D'altra parte, la stessa Cina ha bisogno del mercato europeo per investire i propri fondi e per migliorare la propria immagine politica internazionale sviluppando la diplomazia nel Vecchio Continente. E la strategia sembra funzionare, visto che secondo alcuni sondaggi l'opinione personale dei cittadini europei nei confronti della Cina è nettamente migliorato negli ultimi anni. In particolare, la Gran Bretagna si ritiene ormai il migliore amico della Cina in Occidente. Anche per questo Pechino teme molto il referendum sulla Brexit perché un Regno Unito fuori dasll'Ue sarebbe meno funzionale ai piani di Xi. Sì, perché l'obiettivo degli investitori cinesi è il mercato europeo.

LO STOP UE AL RICONOSCIMENTO DELLO STATUS DI ECONOMIA DI MERCATO

La Cina è già il secondo partner dell'Ue dopo gli Usa ma Pechino sogna il sorpasso. I rapporti Pechino-Bruxelles sono in costante miglioramento anche se il Parlamento Ue ha bocciato la richiesta cinese di vedersi riconosciuto lo status di economia di mercato. Non a caso dalle parti di Pechino la risposta alla decisione dei deputati Ue non si è fatta attendere. La scelta è stata definita "di parte e miope" sulla Nuova Cina, l'agenzia ufficiale, rappresenta in termini chiari gli umori dei vertici di Pechino sulla vicenda. Con una mossa che "si inchina chiaramente ai lobbisti dell' industria, il parlamento europeo ha approvato una risoluzione invitando l'Ue a non concedere alla Cina lo status di economia di mercato che riflette una sorta di pregiudizi e miopia".

MA LA DECISIONE FINALE SPETTA A COMMISSIONE E CONSIGLIO UE

Anche se non vincolante, "il fatto stesso che la stragrande maggioranza (con 546 voti a favore e 28 contro) di parlamentari si rifiuta di riconoscere la Cina come economia di mercato può gettare un'ombra sui legami commerciali Cina-Ue, fiorenti per anni con benefici tangibili per entrambe le parti". Ma la decisione finale, come ricorda Pechino, spetta a Consiglio e Commissione Ue. In ogni caso, non si prevede uno stop degli investimenti cinesi.

IL FUTURO DELL'UE A TINTE CINESI

La partecipazione di Pechino al Fondo Strategico del Piano Juncker è colossale. Si prevedono 315 miliardi di investimenti. I centri nevralgici dei prossimi piani cinesi sono a Est: la Grecia, soprattutto, ma anche i Balcani. L'intenzione cinese è duplice: da una parte lo sbocco al Mediterraneo e dall'altra l'ottenimento di un potere molto forte sull'Ue e sui singoli Stati. Investire così pesantemente nei paesi dell'Est significa infatti anche portare dalla propria parte un blocco di paesi che non può che apprezzare i soldi cinesi e influenzare pro Pechino le politiche di Bruxelles. Insomma, mentre si discute sul Ttip la realtà è che il futuro dell'Ue potrebbe avere tinte molto più orientali.

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