Cina, l'Ue non mette Huawei al bando. Ma sorvegliata speciale sul 5G
La Commissione Ue non bandisce la cinese Huawei dal 5G, ma lascia la porta aperta per farlo se necessario in base a criteri di sicurezza
5G: niente bando Ue su Huawei, ma è sorvegliata speciale
La Commissione Ue non bandisce la cinese Huawei dal 5G, ma lascia la porta aperta per farlo se necessario in base a criteri di sicurezza. La competenza di bloccare l'accesso al mercato di un'impresa resta degli stati membri, che potranno farlo per ragioni di sicurezza se non sono rispettati gli standard nazionali. E' quanto emerge dalle raccomandazioni Ue sulle reti 5G, che invitano i 28 a valutare la sicurezza delle infrastrutture entro fine giugno e fissano un percorso per la definizione di standard minimi Ue a fine anno.
5G: Huawei, approccio Ue oggettivo e proporzionato
Huawei "accoglie con favore l'approccio obiettivo e proporzionato delle raccomandazioni della Commissione Ue sulla sicurezza del 5G". Così il rappresentante capo di Huawei presso l'Ue Abraham Liu, sottolineando che l'azienda cinese "comprende le preoccupazioni sulla cybersicurezza che hanno i regolatori europei" e, "sulla base di questa comprensione comune, resta in attesa di poter contribuire al quadro europeo sulla cybersicurezza".
Ue: allerta su sicurezza 5G, spetta a Stati mettere paletti
Allerta Ue sulla "vulnerabilita'" del 5G e un invito agli Stati membri a mettere al bando le societa' estere che possono mettere a rischio la sicurezza dei singoli paesi e dell'intera Unione. E' quanto emerge da una raccomandazione messa a punto dalla Commissione europea e annunciata oggi, in cui Bruxelles, senza citare esplicitamente la Cina o Huawei, mette in guardia sul fatto che la "vulnerabilita' nelle reti 5G o un attacco informatico che ha come obiettivo le reti future di uno Stato membro influenzerebbe l'Unione nel suo complesso". "Gli Stati membri dell'UE - dice la Commissione - hanno il diritto di escludere le societa' dai loro mercati a livello nazionale per motivi di sicurezza, se non sono conformi alle norme del paese e alle loro strutture legali".
Bruxelles inoltre, chiede agli stati membri una "valutazione del rischio nazionale della rete 5G che deve essere presentata entro la fine di giugno 2019". Su questa base, aggiunge l'esecutivo Ue, gli Stati membri dovranno "aggiornare i requisiti di sicurezza esistenti per i fornitori di rete", "con obblighi rafforzati sui fornitori e operatori per garantire la sicurezza delle reti". "Il rischio nazionale, le valutazioni e le misure dovranno prendere in considerazione vari fattori di rischio, come i rischi tecnici e i rischi legati al comportamento di fornitori o operatori, compresi quelli di paesi terzi", prosegue la raccomandazione. Gli Stati membri, chiede ancora la Commissione, dovranno scambiarsi informazioni con il sostegno della stessa Commissione e con l'Agenzia europea per la cibersicurezza (ENISA), per completare una "valutazione coordinata del rischio entro il 1 ottobre 2019". Gli Stati inoltre, dovranno "sviluppare requisiti di sicurezza specifici che potrebbero essere applicati nel contesto di appalti pubblici relativi a reti 5G, compresi i requisiti obbligatori per implementare schemi di certificazione della sicurezza informatica".
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