Clausole di salvaguardia e M5S. I dubbi Ue di una Italia al voto
Si avvicina il voto anticipato. Via libera di Bruxelles: tutelati dalle clausole di salvaguardia e da una legge elettorale che dá stabilità al Paese
Il voto anticipato sembra ormai inevitabile. L'accordo su un proporzionale con soglia di sbarramento al 5% sembra essere stato accettato dalle principali forze politiche e secondo molti analisti l'approvazione in Parlamento di una nuova legge, il tedeschellum, porterebbe quasi sicuramente ad elezioni a settembre. La Borsa ieri non l'ha presa bene e ha avuto un sussulto, ma si sa, i mercati scontano in anticipo gli eventi futuri. Ora tutti guardano al Quirinale, per sapere se Mattarella chiamerebbe il voto anticipato, e a Bruxelles.
Dall'Europa il via libera al voto anticipato
Tra i corridoi della Commissione non nascondono una certa propensione ad avvallare il voto anticipato e le ragioni sono principale due. La prima é strettamente economica. Sull'Italia pendono come una spada di Damocle le clausole di salvaguardia. Correttivi macroeconomici che in caso i conti pubblici non siano brillanti entrerebbero automaticamente in atto. Si tratta di un aumento dell'Iva che se l'amministrazione pubblica dovesse entrare nella gestione straordinaria (visto che non c'é un governo che possa firmare una finanziaria) entrerebbe subito in vigore.
Conti pubblici in ordine per l'Italia
Questo assicurerebbe conti in ordine per il nostro Paese, che é la cosa a cui Bruxelles guarda con piú attenzione. C'é poi un ragionamento di tipo politico. A Bruxelles ció che conta di piú é la stabilitá, economica e politica. Se le clausole di salvaguardia assicurano la prima, una legge elettorale condivisa potrebbe assicurare il secondo punto.
Bruxelles vuole stabilità politica
L'instabilità politica nel nostro Paese é data da due fattori. I piccoli partiti e quelli anti-sistema. La soglia di sbarramento al 5% piace a Bruxelles perché metterebbe ko le piccole formazioni che una volta sedute a Montecitorio possono ricattare il governo pregiudicandone i lavori. C'é poi la questione dei partiti anti-sistema. La Lega Nord, visti i sondaggi e le divisioni interne, non ha speranze di coagulare il centrodestra e se vuole governare deve allearsi con Forza Italia. E una volta al governo, come partito di minoranza, dovrebbe moderare di molto i suoi toni.
L'incognita Beppe Grillo
C'é poi la questione Beppe grillo. Il Movimento 5 Stelle ha i numeri per diventare il primo partito italiano. Ma su questo a Bruxelles non possono farci nulla. La linea é: aspettiamo e vediamo. E' compito delle formazioni politiche nazionali costruire una proposta alternativa credibile. Anche se sia Renzi che Berlusconi sottolineano come sia l'Europa a dover cambiare per depotenziare la retorica euroscettica. La carta su cui la Commissione e il Consiglio puntano é Matteo Renzi. Tutti sperano che sia in grado di replicare a livello nazionale il successo avuto alle Europee dando al Paese un governo stabile per i prossimi cinque anni.