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Affari Europei
Conti pubblici, le divisioni nel Pd preoccupano Bruxelles
Padoan a Bruxelles per parlare dei conti pubblici italiani

 

Mercoledì Bruxelles dovrebbe pubblicare il suo giudizio circa la sostenibilità economica del debito italiano. Secondo i bene informati l'Italia dovrebbe passarla liscia, anche se dall'Unione arriverà una dura lavata di capo. Padoan é arrivato oggi nella capitale europea per cercare di rasserenare gli animi e dare garanzie sulla sostenibilità del debito e soprattutto sul futuro del governo visti i movimenti in seno al Pd.

Da Bruxelles piú tempo all'Italia per mettere a posto i conti

Bruxelles e' disposta a concedere piu' tempo all'Italia, almeno un altro mese, per compiere passi concreti in attesa dei quali la procedura d'infrazione restera' sospesa. Mercoledí l'Ue dovrebbe fornire anche una prima valutazione sui fattori rilevanti, di cui l'esecutivo comunitario deve tenere conto prima di procedere con un eventuale cartellino rosso.

Padoan a Bruxelles per rassicurare i partner europei

Il ministro dell'Economia partecipa oggi alla riunione dell'Eurogruppo e dell'Ecofin. Questa sará l'occasione per discutere con i partner europei, e in particolare con il commissario agli Affari economici, Pierre Moscovici, i prossimi passi che l'Italia intende compiere per rispondere alla richiesta di correzione dei conti avanzata dall'Europa. Preso atto che la Ue non e' disposta a concedere grossi sconti sull'aggiustamento pari allo 0,2% del Pil, circa 3,4 miliardi, nonostante i nuovi dati Istat sul 2016 siano migliori delle previsioni (la trattativa sull'entita' della correzione e' comunque ancora in corso), il Tesoro dovra' mettere in campo un mix di interventi che come gia' preannunciato, per un terzo arriveranno da minori spese e per due terzi da maggiori entrate. Il ministro cerchera' di concordare una sorta di road map con l'Europa con un orizzonte temporale che potrebbe andare anche oltre il Def di aprile e prevedere piu' step da qui alla legge di stabilita'. Ma non e' escluso che alla fine dovra' garantire prime misure a stretto giro, per dare un segnale di credibilita' entro la prossima riunione dell'Eurogruppo del 20 marzo.

A Bruxelles timori per il futuro del governo Gentiloni

L'operazione di aggiustamento su cui si e' impegnato Padoan e' legata pero' anche agli sviluppi politici delle prossime ore e, in particolare, alle forti tensioni che si stanno consumando all'interno del Pd e che potrebbero portare a una scissione nel partito di maggioranza, con ripercussioni inevitabili sulla tenuta del governo. La Commissione europea e' attenta all'evoluzione della situazione politica italiana e teme che il Paese possa cadere in una nuova fase di instabilita' ma per evitare all'Italia una procedura d'infrazione, hanno sottolineato nei giorni scorsi fonti comunitarie, ha bisogno "di vedere l'attuazione credibile delle misure" annunciate da Padoan.

Niente aumento delle accise per aumentare le entrate

Il titolare dell'Economia spera di incassare il via libera Ue all'estensione dello split payment, il meccanismo di inversione contabile che consente alle pubbliche amministrazioni di versare direttamente l'Iva all'Erario e non ai fornitori, e che potrebbe portare nelle casse dello Stato circa un miliardo. Il Tesoro ha chiesto di allungare la misura di altri tre anni e di allargarla alle societa' partecipate, ma si sta valutando l'efficacia anche in termini di consenso. La richiesta dell'ex premier, Matteo Renzi, di non alzare le tasse sembra aver ormai sbarrato la strada a un aumento delle accise. Il resto dovrebbe essere affidato ai tagli di spesa che dovrebbero portare in dote circa 800-900 milioni: in primis ai ministeri, ma resta in piedi anche l'ipotesi di mettere mano ai crediti d'imposta andando a vedere cosa ha funzionato e cosa no. Sul tavolo anche il capitolo delle cosiddette 'tax expenditures', le agevolazioni fiscali: si fa strada l'ipotesi di una sforbiciata selettiva in base al reddito che potrebbe fruttare qualche centinaia di milioni.

L'orientamento e' di ridurre i bonus fiscali oltre una determinata soglia di reddito in modo da evitare una taglio generalizzato che andrebbe a colpire le fasce piu' deboli. Si studiano poi interventi sul settore dei giochi e, in particolare, un aumento del prelievo sulle slot e le videolotterie dello 0,5% da cui si potrebbero incassare circa 100 milioni. Perde quota, invece, l'idea di tassare le sale giochi cosi' come la possibile proroga di cinque anni delle concessioni per le scommesse scadute lo scorso 30 giugno. Il riordino del settore dei giochi e' da tempo uno dei temi all'ordine del giorno e le scelte da compiere sono legate, in parte, anche alla trattativa con gli enti locali in Conferenza unificata.  

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debito italiano europascissione pd bruxelles





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