Copyright, Benifei: "Riforma necessaria, ma testo da riscrivere"
Di Tommaso Cinquemani
@Tommaso5mani
Come abbiamo scritto in questo articolo il Parlamento europeo ha approvato mercoledì una riforma del copyright che avrà pesanti ripercussioni sulla diffusione di contenuti coperti da diritto d'autore online.
Secondo i sostenitori della riforma le nuove regole approvate a Strasburgo costringeranno i giganti del web a remunerare gli autori dei contenuti e a vigilare che quelli postati dagli utenti non violino il copyright. Da questi vincoli dovrebbero essere invece escluse le realtà non-commerciali (come Wikipedia).
"Il testo é molto lacunoso e rischia di creare più problemi di quanti non ne risolva. Per questo, pur votando a favore di singoli emendamenti migliorativi, mi sono astenuto al voto finale sulla riforma", spiega ad Affaritaliani.it Brando Benifei, eurodeputato del Pd (partito che ha votato a favore del testo). "Una riforma del copyright é necessaria, ma spero che al trilogo (la mediazione tra Commissione, Parlamento e Consiglio, ndr) si possa trovare un testo condiviso migliorativo di quello attuale".
Gli articoli più controversi sono l'11 e il 13. L'11 prevede che gli editori ricevano compensi 'consoni ed equi' per l’uso dei loro materiali da parte dei 'fornitori di servizi nella società dell’informazione' (in altre parole Facebook, Google&Co). Quali criticità vede?
"Io ritengo giusto che si cerchi un modo per remunerare meglio i produttori di contenuti, credo però che debbano essere introdotti dei meccanismi realizzabili. Introdurre delle licenze preventive per le quali le piattaforme devono pagare dei diritti ogni volta che vengono condivisi contenuti coperti da copyright mi sembra irragionevole. E a confermarlo sono le esperienze di Spagna e Germania".
Che cosa é successo in questi Paesi?
"In Spagna Google ha chiuso Google News, creando un danno agli stessi editori che vedono provenire proprio da questa piattaforma una parte consistente dei loro lettori. In Germania la remunerazione era invece su base volontaria, ma di fatto il sistema era così complesso che nessun produttore di contenuti si é mosso per chiedere un compenso alle piattaforme web".
L'art. 13 prevede invece che le piattaforme online controllino ciò che viene caricato dagli utenti, in modo da escludere contenuti protetti dal diritto d’autore. Che cosa ne pensa?
"Io ravviso due ordini di problemi. Il primo é che gli algoritmi difficilmente riescono a distinguere tra un uso lecito e illecito di materiale coperto da copyright. Il diritto di satira mi permette ad esempio di utilizzare foto di cui non possiedo i diritti. Ed é molto difficile 'insegnare' ad un algoritmo a individuare l'eccezione della satira. Questo si tradurrebbe in una restrizione eccessiva della libertà di espressione e di circolazione delle informazioni".
Qual é il secondo problema?
"La seconda questione é che solo i giganti del web potrebbero mettere in atto questo filtraggio preventivo e questo escluderebbe le piccole realtà che per non infrangere la legge potrebbero essere costrette a chiudere".
Come si potrebbe superare il problema?
"Bisogna evitare la creazione di filtri preventivi, ma procedere alla rimozione automatica di quei contenuti che é assodato abbiano violato il copyright, magari segnalati dagli stessi editori".
Ritiene tuttavia che in un mercato unico europeo debba esserci una normativa comune?
"Assolutamente sì, il problema é che questa Direttiva lascia ampissimi spazi di implementazione ai governi. E questo si potrebbe tradurre nella creazione di una legislazione a macchia di leopardo con differenze sensibili tra Stato e Stato".
Commenti