Criminalitá organizzata, il Parlamento Ue chiede norme comuni
Per combattere la criminalità organizzata, fenomeno sempre più europeo e transnazionale, i deputati Ue chiedono un quadro normativo comune
Gli eurodeputati hanno approvato una risoluzione, in cui invitano la Commissione a rivedere la legislazione europea contro la corruzione e la criminalitá organizzata per meglio equipaggiare gli Stati membri nella lotta contro le organizzazioni criminali che operano nell'UE. Gli eurodeputati chiedono inoltre norme a livello UE per la confisca dei beni delle organizzazioni criminali, e il loro riutilizzo a fini sociali, e per la protezione degli informatori di giustizia.
"L'Europa deve capire il complesso problema della criminalitá organizzata e il pericolo derivante dall'infiltrazione di associazioni criminali nel tessuto sociale, economico e politico degli Stati membri", ha affermato la relatrice Laura Ferrara (EFDD), del Movimento 5 Stelle. "I codici penali degli Stati membri devono essere in grado di affrontare la sfida. E' per questo che chiedo un intervento normativo urgente e incisivo a livello europeo per fornire alle autorita' di contrasto gli strumenti necessari per combattere adeguatamente i gruppi della criminalita' organizzata in tutta Europa".
Nella risoluzione non legislativa approvata con 545 voti favorevoli, 91 voti contrarli e 61 astensioni, i deputati chiedono l'adozione di un Piano d'azione europeo per l'eliminazione della criminalita' organizzata, della corruzione e del riciclaggio di denaro. La Commissione UE e' anche invitata a stilare "una lista nera di tutte le imprese che abbiano comprovati legami con la criminalita' organizzata o siano coinvolte in pratiche corruttive" e a "escludere da ogni rapporto economico con la pubblica amministrazione e dal godimento dei fondi UE". Inoltre, dovrebbe essere creata un'unita' specializzata di Europol per il contrasto dei gruppi criminali organizzati "che operano contemporaneamente in diversi settori". I deputati chiedono anche regole comuni, entro la fine del 2017, per proteggere gli informatori.
La Commissione - proseguono gli europarlamentari - dovrebbe stabilire norme vincolanti per vietare a soggetti che siano stati condannati o abbiano preso parte ad attivita' della criminalita' organizzata o abbiano commesso altri reati gravi di candidarsi a elezioni o a lavorare nella pubblica amministrazione, incluse le istituzioni dell'UE. Gli eurodeputati ritengono che l'utilizzo di un metodo comune per confiscare i beni delle organizzazioni criminali nell'UE rappresenterebbe un deterrente per i criminali. Invitano pertanto la Commissione a rafforzare le misure comunitarie per la "promozione della gestione di beni congelati e beni confiscati e del loro reimpiego per fini sociali e come indennizzo per le famiglie delle vittime e le imprese colpite da usura ed estorsioni".
La risoluzione, non legislativa, e' il seguito del piano d'azione contro la criminalita' organizzata, la corruzione e il riciclaggio di denaro, approvato dal Parlamento il 23 ottobre 2013 ed elaborato dalla commissione speciale sulla criminalita' organizzata, la corruzione e il riciclaggio di denaro (CRIM), creata nel marzo 2012. La commissione speciale ha terminato i suoi lavori nel mese di settembre 2013. Nel 2013 Europol aveva identificato 3.600 organizzazioni criminali operanti nell'UE. La criminalita' organizzata e' spesso legata al traffico di esseri umani e la Commissione ha stimato che ogni anno all'interno della Comunita', diverse centinaia di migliaia di esseri umani sono vittime della tratta. Secondo uno studio della Commissione, i costi economici sostenuti a causa della corruzione nell'UE ammontano a circa 120 miliardi di euro l'anno. Cio' rappresenta l'1% del PIL comunitario, vale a dire poco al di sotto del bilancio annuale dell'Unione europea.