Elezioni politiche 2018, la Commissione Ue gela l'Italia:"Tagliare il deficit"
"Altro che sforare il 3%, l'Italia deve tagliare il deficit". La Commissione Ue gela l'Italia in vista delle elezioni politiche 2018
ELEZIONI: ALTOLA' DALL'UE, ITALIA TAGLI DEFICIT, ALTRO CHE SFORARE IL 3%
Il tetto del 3% nel rapporto tra deficit e Pil previsto dal patto di stabilità "non è un obiettivo" da raggiungere, ma un tetto massimo da non superare. Chi pensa che un Paese con un debito pubblico tuttora molto elevato possa 'sforarlo' per stimolare la crescita economica, va contro "la realtà". L'Italia, al contrario, "deve continuare" a ridurre il suo deficit, come ribadito appena due mesi fa in una lettera a Roma. Su questo "c'è una posizione chiara" della Commissione Europea. Di tutta la Commissione, non solo di Pierre Moscovici. Il giorno dopo le critiche piovute dall'Italia al commissario europeo agli Affari Economici e Finanziari, la Commissione Europea tiene il punto, davanti al monito del presidente del Parlamento Europeo Antonio Tajani, per il quale dichiarazioni come quelle di Moscovici rischiano solo di sortire l'effetto contrario di quello cercato. Tajani aveva anche aggiunto che il tetto del 3% "non è un dogma di fede", ventilando la possibilità che l'Italia lo superi, per favorire gli investimenti e la crescita economica, puntando sull'aumento del denominatore, il Pil, piuttosto che sulla compressione del numeratore, il deficit. Su questo punto, al di là del paventato 'rischio sistemico' che potrebbe comportare una vittoria del Movimento Cinque Stelle, la Commissione Europea fa quadrato. E, indirettamente, pare confermare che le parole di ieri di Moscovici, prima a Parigi e poi a Strasburgo, non erano estemporanee, ma, con ogni probabilità, avallate dall'alto, per mandare un segnale chiaro a Roma, dove il dibattito elettorale, visto da Bruxelles, sembra prescindere dalla realtà del debito pubblico. Debito che resta superiore al 130% del Pil, per quanto con una scadenza media molto più elevata rispetto agli anni Novanta, e quindi meno fragile in caso di un'impennata dei rendimenti, con solo il 25% in mano a investitori esteri e con un debito privato più basso, in percentuale, di parecchi altri Paesi. A riprova della non estemporaneità delle dichiarazioni di Moscovici, lo stesso commissario a fine novembre, alla domanda diretta se fosse preoccupato per un'eventuale vittoria del Movimento Cinque Stelle, era stato molto più cauto, limitandosi a dire che, se fosse italiano, non sarebbe un elettore del movimento fondato da Beppe Grillo.
L'UE ALL'ITALIA: "RISPETTARE LA SOGLIA DEL 3%"
Per la Commissione, il tetto del 3% resta una soglia da non superare. Il vicepresidente dell'esecutivo comunitario, Valdis Dombrovskis, membro del Ppe come Tajani, lo dice chiaramente: "Non ci immischiamo nella politica italiana: tocca agli elettori italiani decidere". Tuttavia, ricorda, "'Italia si trova nel braccio preventivo del patto di stabilità e dovrebbe continuare a ridurre il deficit di bilancio, spostandosi verso l'obiettivo di medio termine. Un paio di mesi fa - sottolinea - abbiamo mandato una lettera alle autorità italiane, sottolineando lo sforzo che il Paese dovrebbe fare, a livello di bilancio, per continuare a ridurre il deficit. Su questo c'è una posizione chiara della Commissione Europea". L'Italia, aggiunge Moscovici, "rispetta il 3%", il tetto massimo del rapporto tra deficit e Pil previsto dal patto di stabilità, "da anni, è un Paese che ha una grande sfida davanti a sé: la riduzione del debito. Credo che si debba continuare così, perché è nell'interesse dell'economia italiana". Un deficit al 3% del Pil, o addirittura superiore, non è "un obiettivo desiderabile, se si vuole rafforzare la crescita". Nell'Ue, spiega, ci sono Paesi con deficit eccessivi o che li hanno avuti, con una disoccupazione elevata, e ce ne sono altri che hanno deficit nulli o hanno avanzi e che sono in piena occupazione. I primi "sono Spagna e Francia, i secondi la Germania e i Paesi Bassi". Dunque, "se seguiamo la logica" che superare il 3% possa essere "positivo per la crescita", arriveremmo "a pensare il contrario della realtà". Quando le economie "sono indebitate, come quella italiana - prosegue Moscovici - il debito va contenuto: è un fardello per il Paese, il cui servizio pesa sull'economia e che impedisce di finanziare i servizi pubblici". Dunque non è "una buona idea" avere un deficit alto, oltre al fatto che è contro "le regole".