Dieci motivi per cui la Brexit potrebbe fallire - Affaritaliani.it

Affari Europei

Dieci motivi per cui la Brexit potrebbe fallire

La Brexit non é mai stata così a rischio. Ecco dieci motivi per cui il divorzio tra Gran Bretagna e Unione europea potrebbe non esserci

 

Theresa May lo aveva assicurato: "Il popolo britannico ha parlato e ha deciso per l'addio all'Unione europea. Brexit vuol dire Brexit, non si torna indietro". Eppure in Gran Bretagna, come a Bruxelles, sono in molti a ritenere che quello che fino a poche settimane fa sembrava inevitabile, oggi non lo sia. E in tanti credono che alla fine Londra non lascerà affatto l'Unione europea. La Brexit insomma rischia di rimanere nel cassetto.

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Erasmus. Scozia e Galles lo hanno detto chiaramente al governo britannico. Se dopo la Brexit non sará assicurato agli studenti universitari l'accesso al programma di scambio Erasmus i governi locali sono pronti a mettere il veto.

Indipendenza della Scozia. Edimburgo ha anche fatto sapere che il voto contrario all'Unione del giugno scorso ha reso necessario un nuovo referendum sull'indipendenza della Scozia dal Regno Unito. Gli scozzesi, fortemente europeisti, potrebbero cosí disgregare il Regno Unito. E anche Gibilterra é pronta a fare altrettanto.

Ryanair. In una intervista di pochi giorni fa il ceo della compagnia low cost, Michael O'Leary , ha detto che dopo la Brexit sospenderà i voli tra Uk ed Ue a meno che non ci siano regole chiare su come verrà regolato il traffico aereo.

Trattative. Il vero nodo sono i tempi delle trattative. Londra non ha neppure due anni per negoziare un divorzio che comprende decine di capitoli, dai voli alla sanità, passando per commercio e servizi. Quasi nessuno crede che si possa raggiungere un accordo in così poco tempo. E Bruxelles non é disposta a concedere deroghe di tempo.

Irlanda del Nord. Con la Brexit tornerebbero i confini tra Ulster e Repubblica d'Irlanda. La tensione tra le due nazioni gemelle é giá in aumento e May non vuole sentirsi responsabile della recrudescenza di una guerra civile che tutti pensavano ormai finita.

Finanza. Il Pil del Regno Unito deve la sua crescita in larga parte al settore finanziario. La Brexit é un duro colpo per la City e molte imprese, come Goldman Sachs e Morgan Stanley, hanno giá fatto gli scatoloni per trasferirsi a Francoforte.

Industria. Gli industriali britannici si mettono le mani nei capelli. Dopo la Brexit esportare in Europa sará un incubo. Sono stati loro i più fervidi sostenitori del Remain e saranno loro a fare le maggiori pressioni su May.

Migranti. Cameron ha vinto le elezioni conducendo una crociata contro i migranti che arrivano in Gran Bretagna in cerca di lavoro. Ma senza l'afflusso di manodopera a basso costo il Paese rischia una frenata alla crescita economica e l'inizio di una lunga recessione.

Manica. Oggi un accordo tra Londra e Parigi permette alla polizia di frontiera inglese di controllare le coste della Manica per impedire sbarchi di migranti. Ma Macron ha giá fatto sapere che dopo la Brexit l'accordo salta. E l'Eliseo non vede l'ora di lasciare partire i migliaia di disperati della giungla di Calais.

I sondaggi. Se si andasse a votare oggi il popolo britannico sarebbe a maggioranza contro la Brexit. Lo ha dimostrando alle ultime elezioni, girando le spalle al partito conservatore, ma soprattutto sbattendo fuori dal Parlamento gli euroscettici dell'Ukip.