Elezioni europee, Ciocca: é ora di ribaltare l’Europa

La campagna elettorale in vista delle elezioni europee del 26 maggio è entrata nel vivo dopo che le liste elettorali sono state tutte depositate. E se durante la passata tornata elettorale i partiti si dividevano tra chi l’Europa voleva rottamarla e chi invece voleva difenderla, oggi tutti quanti concordano che é necessario cambiarla.

“Finalmente anche gli altri partiti hanno capito che cosí non si puó andare avanti. Ma l’Europa non va solo cambiata, va a ribaltata”, spiega ad Affaritaliani.it Angelo Ciocca, eurodeputato della Lega che ha scelto proprio come slogan della sua campagna elettorale Ribaltiamo questa Europa. “Io condivido il progetto dell’Unione europea, ma non il contenuto che i partiti al governo fino ad oggi ci hanno messo dentro. Con il voto del 26 maggio i cittadini europei svuoteranno il contenitore europeo e spetterà alle nuove forze politiche vincitrici il compito di riempirlo”.

Quali sono le nuove forze politiche in ascesa?

“È sotto gli occhi di tutti che i cittadini europei ne hanno avuto abbastanza della ricetta economica e politica perpetrata da popolari e socialisti. E' impellente il bisogno di cambiamento che viene rappresentato dai partiti come la Lega“.

Di quali nuovi contenuti riempirebbe il progetto Europa?

“Partirei prima di tutto dall’economia, mettendo in campo delle politiche che permettano agli imprenditori di fare il proprio lavoro e generare ricchezza. Questo significa anche difenderli dal dumping sociale, economico e ambientale su cui si basa la politica di espansione dei Paesi asiatici, che esportano merci a basso costo, prodotte senza rispettare le più basilari norme sul lavoro e l’ambiente. Ma il dumping é anche all’interno dell’Europa”.

A che cosa si riferisce?

“Oggi i nostri lavoratori subiscono la concorrenza sleale di quelli dell’Europa dell’est. Mi riferisco ad esempio ai camionisti. Ma le aziende italiane devono fare i conti anche con regimi fiscali che variano molto da Stato a Stato e che vedono alcuni paesi europei, come l’Olanda e il Lussemburgo o l'Irlanda, applicare regimi di favore, soprattutto alle multinazionali che spostano lì la loro sede”.

Insomma, chiedete più Europa, non meno?

“Noi chiediamo una Europa radicalmente diversa, dove tutti giochino alla pari e dove non ci siano paesi di serie A e serie B. Sogno una Europa in cui l’austerity sia solo un lontano ricordo e dove tutti collaborino per un obiettivo comune, anche in politica estera”.

Si riferisce a qualcosa in particolare?

“Oggi la Libia sta attraversando una fase di instabilità che potrebbe sfociare in una vera e propria guerra civile, con conseguenze devastanti per i paesi del Mediterraneo che potrebbero assistere alla partenza di centinaia di migliaia di persone dalle coste del Nord Africa. È incredibile che in questo quadro un Paese come la Francia soffi sul fuoco della guerra e che gli altri Stati europei non facciano nulla per fermarla”.

La politica estera europea dovrebbe essere decisa a Bruxelles?

“Non ho detto questo, solo vorrei che ci fosse un coordinamento tra gli Stati europei per raggiungere obiettivi di benessere comune. Non è possibile che un singolo Stato prenda decisioni che hanno un impatto negativo nei confronti degli altri Paesi”.

C’è chi ha criticato la Lega per le sue aperture alla Russia però...

“Quello che noi chiediamo é che venga rispettato un principio di reciprocità. Se un paese apre i porti alle nostre merci noi dobbiamo fare altrettanto. E se un paese invece attenta ai nostri interessi nazionali ed europei è giusto che si intervenga tutti uniti. D’altronde l’Europa conta il 7% della popolazione mondiale ma genera il 23% del Pil. Siamo una potenza che deve farsi rispettare”.