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Affari Europei
Elezioni europee, in Olanda occhi su Baudet volto gentile del populismo

EUROPEE: OLANDA, OCCHI PUNTATI SU FVD DI BAUDET, 'VOLTO GENTILE DEL POPULISMO'

Paese fondatore del progetto europeo, l'Olanda resta fortemente europeista, anche se negli ultimi anni il vento populista ha iniziato a soffiare anche lì. La maggior parte degli olandesi sembra avere una prospettiva positiva sull'Ue, in quanto il 78% considera l'adesione all'Unione Europea una cosa positiva, rispetto al solo 5% che ha opinioni contrastanti in merito. Percentuali simili riflettono il sostegno olandese all'Euro, poiché il 78% è favorevole alla moneta unica, mentre il 18% è contrario. Inoltre, il 75% della popolazione olandese ritiene di essere cittadino dell'Ue. Nonostante ciò, i Paesi Bassi hanno più volte messo in discussione il proprio corso pro-Ue, fino alle elezioni provinciali del 20 marzo scorso, quando il Forum per la Democrazia (FvD), partito conservatore ed euroscettico fondato alla fine del 2016 da Thierry Baudet, è emerso sorprendentemente come prima forza politica, offrendo un assaggio di ciò che potrebbe accadere il 23 maggio. Nell'elezione di quest'anno del Parlamento europeo, i Paesi Bassi sono chiamati ad eleggere 26 eurodeputati tramite un sistema elettorale proporzionale che prevede voti di preferenza all'interno delle liste mentre non è prevista una soglia di sbarramento. E, anche se è difficile prevedere l'esito del voto data la volatilità della politica olandese, secondo gli ultimi sondaggi, il FvD dovrebbe ottenere quasi il 18% dei voti, o 5-6 seggi parlamentari che dovrebbero entrare in un gruppo euroscettico. 

EUROPEE, I RAPPORTI DI FORZA IN OLANDA

Segue il Partito Popolare per la Libertà e la Democrazia (Vvd), del primo ministro Mark Rutte, con poco più del 15% dei voti, che assegnerebbe 4-5 seggi al Gruppo dell'Alleanza dei Democratici e dei Liberali e per l'Europa (Alde). I Verdi di GroenLinks (GL) guidati dal giovane Jesse Kalver sono previsti all′11% o 3-4 seggi per la Greens-European Free Alliance (Greens/EFA). I Cristiano-Democratici (Cda) e il Partito del Lavoro (PvdA)- il cui leader Frans Timmermans è candidato alla presidenza della Commissione Ue dei socialisti europei - sono in difficoltà e si susseguono con meno del 9-10%, conseguendo 2-3 deputati ciascuno per il Partito popolare europeo (Ppe) e l'Alleanza progressista di Socialisti e Democratici (S&D). Si prevede che la D66 vinca solo 2 seggi (per Alde), il che rappresenterebbe una grande sconfitta rispetto alle elezioni del Parlamento europeo del 2014, quando arrivò prima per una piattaforma fermamente pro-Ue. Tuttavia il suo rivale nazionalista, il Pvv di Geert Wilders, potrebbe fare ancora peggio e vincere due o forse un solo seggio, confermando che il FvD è ormai la forza populista di destra preferita dagli olandesi. Il risultato dipenderà anche dagli argomenti che hanno dominato le campagne elettorali. La questione del clima ha funzionato a favore sia del FvD (che considera "un'isteria dai costi esorbitanti" le politiche contro il riscaldamento globale del programma di governo di Mark Rutte) sia di GroenLinks, il partito verde di sinistra che ha chiesto misure più ambiziose. Quest'ultimo chiede anche una serie di misure di sostenibilità all'Ue, tra cui una rete comune per treni veloci e una rete per l'energia verde. Oltre a ciò, il partito ambientalista vuole che il processo decisionale nell'Ue sia più trasparente, "così che gli elettori possano premiare o punire i politici in base a ciò che fanno". 

BAUDET E I PIANI DI USCITA DALL'EURO

Considera invece l'Ue "un pasticcio completamente antidemocratico", il partito populista FvD che vuole un referendum su una futura Nexit. "Le frontiere aperte conducono all'immigrazione incontrollata e a un rischio più elevato di attentati terroristici e la politica estera dell'Ue ci ha portati in più occasioni in un avventurismo spericolato", sostiene la formazione nazionalista che, alle elezioni provinciali del 20 marzo scorso, ha sbaragliato il Pvv e ottenuto un risultato maggiore di quello del Vvd cavalcando l'onda del malcontento. A guidare il partito, quello che il Guardian ha definito "il nuovo volto gentile del populismo di destra olandese". Noto per essere anti-musulmano, anti-immigrati, anti-establishment, anti-intellettuale, anti-praticamente qualsiasi cosa con tre sillabe o più, il 36enne si è schierato a favore di Donald Trump e delle politiche anti-immigrazione di Viktor Orbán, ha fatto amicizia in Francia con Le Pen (padre e figlia), ed è apertamente filo-russo. Più volte ha chiesto un referendum per far uscire l'Olanda dall'euro e dall'Unione europea, per poi mitigare il suo sostegno a un'eventuale Nexit così da aderire al progetto dei Conservatori e riformisti europei di riformare l'Ue restandoci dentro.

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