Elezioni, l'incubo dell'Europa: ingovernabilità e populisti al top
Dal punto di vista europeo queste elezioni non potevano andare peggio: nessun governo stabile e partiti populisti vincenti
Queste elezioni politiche italiane non potevano avere un risultato peggiore sotto il profilo europeo. Il boom del Movimento 5 Stelle che ha sfondato la quota del 30% e il flop di Forza Italia, sorpassato dalla Lega Nord a sfiorare quota 20%, rendono non solo l'Italia un Paese potenzialmente ingovernabile, ma lo mettono anche nelle mani dei partiti anti-sistema, populisti e anti-Europa.
I crucci di Juncker: Italia non più affidabile
E a Bruxelles, nel Palazzo della Commissione europea, Jean Claude Juncker ragiona ormai escludendo l'Italia dal piano di rilancio dell'Europa. Qualunque sia il governo che uscirà dalle geometrie parlamentari, difficilmente avrà le spalle abbastanza larghe da fare le riforme e impegnare l'Italia in un percorso di rilancio del sogno europeo propugnato da Macron in primis e sostenuto anche da Angela Merkel, che proprio questo week end ha ottenuto il via libera da parte della base della Spd alla grande coalizione.
Boom degli anti-sistema: che ne sarà dell'Europa
La domanda che ora tutti si fanno nelle cancellerie d'Europa é una sola: che ne sarà adesso del ruolo dell'Italia in Europa? Tutto dipende dal governo che si formerà, ma i due partiti vincitori, in termini relativi, di questa tornata elettorale, M5S e Lega Nord, hanno programmi variamente anti-europei. Beppe Grillo aveva fatto del referendum sulla moneta unica uno dei suoi punti del programma, salvo poi fare un parziale passo indietro derubricandolo a possibilità. E anche la Lega Nord ha fatto della retorica anti-europea il suo cavallo di battaglia, anche se dopo la sconfitta di Le Pen in Francia i toni si sono abbassati per non impensierire l'elettorato moderato. L'Italia dunque potrebbe fare le valigie e lasciare l'Unione come ha fatto la Gran Bretagna? Improbabile, ma le relazioni Roma-Bruxelles si faranno sicuramente più difficili.
Sfuma la presidenza di Tajani
Visti i numeri la possibilità che Antonio Tajani, attuale presidente del Parlamento europeo, possa diventare il nuovo premier é ora più lontana. Il Centrodestra ha la maggioranza relativa, ma non ha raggiunto il 40% dei voti. E il governo che ora si andrà a formare sarà ballerino e frutto di apparentamenti tutt'altro che naturali. Ergo, difficilmente verrà dato mandato ad un politico di lungo corso, come Tajani, che pure a Bruxelles é apprezzano molto.
Italia centro dell'instabilitá europea
Molto dipenderá dalle alleanze che si formeranno in Parlamento, ma per ora l'Italia rappresenta il centro dell'instabilitá in Europa. Archiviata l'incertezza tedesca, scongiurato il default di Atene e la secessione della Catalogna, l'unico Paese ad impensierire seriamente Bruxelles é l'Italia. Come reagiranno i mercati all'ingovernabilitá? Che misure prenderanno speculatori e fondi internazionali quando Mario Draghi metterá fine al quantitative easing (o arriverá a scadenza il suo mandato). Che ne sará delle riforme per rilanciare l'economia del Paese? Tutti temi ai quali a Bruxelles aspettano risposte.