Elezioni Lussemburgo, il partito di Juncker prova a tornare al potere
Elezioni Lussemburgo, ancora coalizione Democratici-Socialisti-Verdi?
Elezioni Lussemburgo, il partito di Juncker prova a tornare al potere
Lussemburgo alle urne. Le elezioni legislative di domenica 14 ottobre potrebbero riportare al potere il Partito Popolare Cristiano Sociale (CSV) e segnare il capolinea per il premier liberale Xavier Bettel. Tutti i sondaggi piazzano i social-cristiani in testa come intenzioni di voto. Xavier Bettel, 45 anni, era riuscito nel 2013, grazie ad un gioco di alleanze, a spodestare Jean-Claude Juncker, al potere dal 1995 con i Socialisti.
Elezioni Lussemburgo, ancora coalizione Democratici-Socialisti-Verdi?
Cinque anni fa, infatti, il Partito Popolare Cristiano Socialista era arrivato primo alle legislative con il 33,6% dei suffragi, a fronte del 18,25% del Partito Democratico e il 20,2% dei Socialisti: Bettel, esponente del Partito Democratico aveva potuto formare una coalizione di governo con Socialisti e Verdi. I risultati di domenica diranno se questa coalizione può essere rinnovata alla guida del Granducato o se dovrà essere scelta un'altra strada.
Juncker: "Dobbiamo combattere populismi e nazionalismi stupidi"
"Dobbiamo lottare contro i populismi e i nazionalismi stupidi, che non dobbiamo confondere con il patriottismo": ha detto a poche ore di distanza dalle elezioni in Lussemburgo il presidente della Commissione Ue Jean Claude Juncker durante un intervento all'Università di Liegi, ribadendo quanto detto gia' tre giorni fa a Bruxelles. Juncker ha ricordato che "l'Ue è piccola, bisogna saperlo", sia in termini di popolazione che di geografia, e quindi "non è il momento di dividere l'Europa in categorie nazionali". Piuttosto, bisogna guardare a quello che l'Europa ha costruito: "Abbiamo realizzato l'Ue senza frontiere, sono contrario alla loro reintroduzione", inoltre "abbiamo creato la moneta unica" e ora dobbiamo "rafforzare il ruolo dell'euro". Anche sull'immigrazione, sebbene "non ci sia più una crisi dei migranti in senso stretto", serve "più solidarietà minima perche' non e' corretto che i Paesi collocati dalla geografia li' dove sono, cioe' Grecia e Italia, portino da soli il fardello dei migranti".
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