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Affari Europei
Elezioni Russia, vota la generazione P per la vittoria celebrazione di Putin

Elezioni Russia, scontato il quarto mandato per Putin

Vladimir Putin si ripresenta domenica per un quarto mandato al Cremlino in cui sarà crescente, e più visibile, la lotta fra le diverse fazioni del potere russo in vista di una transizione senza data, in cui la convivenza fra due diversi paradigmi, quello connesso e globale e il primato militare industriale dei siloviki e delle risorse naturali come matrice del potere, proseguirà in un contesto congelato. Quella di domenica non sarà una elezione nel vero senso del termine, quanto una celebrazione della maggioranza che si è creata nel paese dopo l'annessione della Crimea, il cui quarto anniversario, non a caso, coincide con il giorno del voto, come ha scritto il politologo Andrei Kolesnikov. La prevalenza del significato identitario del voto, sulla sua funzione di scelta, ricalca in fondo il modello politico sovietico, quando la prima pagina della Pravda poteva essere preparata prima dell'apertura delle urne. Così come ricordano altri tempi le feste organizzate in coincidenza del voto, cibo gourmet nella cosmopolita Mosca, dove all'uscita dei seggi si potranno assaggiare capesante di Musmansk o formaggi della Yakutsia, votando il migliore, lotterie e sconti sulle salsicce altrove. Iniziative prese per incentivare i russi a votare, con l'affluenza unica variabile disponibile della giornata.

Elezioni Russia, la sfida di Putin all'Occidente sarà ancora più forte

Nei prossimi sei anni non saranno ammorbiditi i toni di sfida nei confronti dell'Occidente, con cui Mosca potrà collaborare solo su temi terzi, come la Corea del Nord o l'Iran. Così sembra aver anticipato il discorso all'Assemblea della Federazione che il presidente russo ha tenuto all'inizio del mese, e anche il successivo intervento di fronte ai servizi dell'Fsb, in cui, lo stesso giorno in cui è stato reso noto l'avvelenamento dell'ex funzionario dei servizi militari Sergei Skripal e della figlia Yulia in Inghilterra, ha chiesto di alzare la guardia contro la crescente intrusione dei servizi stranieri in Russia. Toni di sfida diretti verso l'estero - e il tentato omicidio di Skripal a ridosso delle elezioni viene considerato come un atto di sfida all'Occidente e un messaggio di potenza rivolto all'interno, anche per scoraggiare eventuali defezioni- che si accompagnano, nelle intenzioni sincretiche putiniane di difficile attuazione, a un paese fluido, globale e in movimento. Sono otto i candidati ammessi a partecipare alle elezioni. L'oppositore Aleksei Navalny, che non ha ottenuto l'autorizzazione a candidarsi, ha chiesto ai russi uno sciopero del voto. Ed è proprio l'affluenza alle urne l'unico dato che potrebbe segnalare qualche crepa della maggioranza post Crimea, e su cui gli osservatori della correttezza del processo elettorale, a partire dal fisico Shpilkin che già nel 2012 aveva segnalato le falle statistiche dei brogli putiniani, si concentreranno. L'invito ai russi è quello di controllare lo streaming in tempo reale dai seggi, per verificare la correttezza dei dati sull'affluenza (in particolare nelle regioni più a rischio, come il Daghestan, la Cecenia, il Bacino di Kuznetsk, dove l'affluenza arriva al 90 per cento).

Elezion Russia, esordio al voto per la generazione P: nati e cresciuti con Putin presidente

(AdnKronos) - Nei prossimi sei anni non saranno ammorbiditi i toni di sfida nei confronti dell'Occidente, con cui Mosca potrà collaborare solo su temi terzi, come la Corea del Nord o l'Iran. Così sembra aver anticipato il discorso all'Assemblea della Federazione che il presidente russo ha tenuto all'inizio del mese, e anche il successivo intervento di fronte ai servizi dell'Fsb, in cui, lo stesso giorno in cui è stato reso noto l'avvelenamento dell'ex funzionario dei servizi militari Sergei Skripal e della figlia Yulia in Inghilterra, ha chiesto di alzare la guardia contro la crescente intrusione dei servizi stranieri in Russia. Toni di sfida diretti verso l'estero - e il tentato omicidio di Skripal a ridosso delle elezioni viene considerato come un atto di sfida all'Occidente e un messaggio di potenza rivolto all'interno, anche per scoraggiare eventuali defezioni- che si accompagnano, nelle intenzioni sincretiche putiniane di difficile attuazione, a un paese fluido, globale e in movimento. Sono otto i candidati ammessi a partecipare alle elezioni. L'oppositore Aleksei Navalny, che non ha ottenuto l'autorizzazione a candidarsi, ha chiesto ai russi uno sciopero del voto. Ed è proprio l'affluenza alle urne l'unico dato che potrebbe segnalare qualche crepa della maggioranza post Crimea, e su cui gli osservatori della correttezza del processo elettorale, a partire dal fisico Shpilkin che già nel 2012 aveva segnalato le falle statistiche dei brogli putiniani, si concentreranno. L'invito ai russi è quello di controllare lo streaming in tempo reale dai seggi, per verificare la correttezza dei dati sull'affluenza (in particolare nelle regioni più a rischio, come il Daghestan, la Cecenia, il Bacino di Kuznetsk, dove l'affluenza arriva al 90 per cento).

Elezioni Russia, i temi del dibattito interno

Il confronto in atto al cuore del potere russo è confermato nella divisione in due parti del discorso sullo stato della nazione di Putin, la prima di stampo modernizzatore, in cui si parla di una riduzione della quota dello stato nelle imprese e nell'economia, di investimenti in infrastrutture e istruzione, e la seconda dedicato all'apparato militare industriale, con protagoniste armi di nuova generazione, messaggio ribadito in un documentario andato in onda ieri in cui il presidente ha promesso una missione su Marte il prossimo anno e una sulla luna (corsa alle armi e alla conquista dello spazio). Insieme le due parti, entrambi con l'eco sovietica di quote e traguardi, costituiscono una lezione diretta all'occidente per spiegare il concetto della modernizzazione in salsa russa, una matrioska, ha scritto l'analista Aleksandr Baunov, con una bambola interna moderna e alla moda, con le infrastrutture di ultima generazione promesse da Putin, una seconda con i panni mai davvero dismessi dell'orso russo armato fino ai denti. I prossimi sei anni saranno quindi dedicati alla selezione di una nuova classe dirigente, prima ancora che di un nuovo leader, alla formazione di una leadership P, nata e cresciuta con Putin presidente. Nessun cambio di regime, ma un regime che cambia in vista dell'aspettativa dell'uscita di scena, a data ancora da definirsi, del suo leader.

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