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Affari Europei
Elezioni Spagna, Bruxelles tira un sospiro di sollievo

Pericolo scampato, o quasi. Gli spagnoli, chiamati alle urne per rinnovare il Parlamento, hanno deciso di confermare la fiducia ai popolari di Rajoy, primo partito, seguiti dai socialisti di Sanchez, mentre i 'rottamatori' di Podemos sono arrivati 'solo' terzi. Numeri che non permetteranno un governo popolare e aprono invece a grandi coalizioni.

Scongiurata l'ascesa di Podemos

E se l'instabilità politica é assicurata, gli elettori hanno evitato che Podemos diventasse il secondo partito, avvenimento predetto da alcuni sondaggi. Il sorpasso sui socialisti avrebbe di fatto impedito un governo Pp-Psoe, aprendo la strada ad un esecutivo Podemos-Psoe, un avvenimento storico e dalle conseguenze incerte.

Le elezioni di giugno fotocopia di quelle di dicembre

Gli spagnoli sono stati chiamati nuovamente alle urne dopo le elezioni dello scorso dicembre, elezioni dalle quali non era uscito nessun vero vincitore. Il Pp aveva ottenuto 123 seggi, il Psoe 90, Podemos 69 e Ciudadanos 40. Il Psoe, vero ago della bilancia, si era rifiutato di fare alleanze sia con i popolari di Rajoy sia con Podemos di Iglesias. Risultato: stallo politico e necessità, di nuove elezioni, quelle di giugno.

Per Madrid si apre un periodo di instabilitá

Ma anche il voto di ieri non ha portato la stabilità tanto cercata. Perché anche se i popolari rimangono il primo partito non hanno i numeri per formare un governo. Dovranno cercare alleati e gli unici ad avere i numeri e ad essere compatibili con la formazione guidata da Rajoy sono i socialisti di Sanchez, che sei mesi fa, in condizioni simili, hanno rifiutato il matrimonio. Ecco dunque che per Madrid si apre un nuovo periodo di instabilità.

Bruxelles tira un sospiro di sollievo

Nonostante la situazione a Bruxelles tirano un sospiro di sollievo per il mancato exploit di Podemos. La formazione di Pablo Iglesias, che molti in Europa e in Italia paragonano al Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo, era data in vantaggio sui socialisti da molti istituti demoscopici. E invece il sorpasso non c'é stato. Il bipolarismo spagnolo é morto, ma popolari e socialisti rimangono i due partiti principali, segno che l'onda rottamatrice dei nuovi movimenti, almeno in Spagna, si é arrestata.

Podemos non ha puntato tutto sull'anti-europeismo

Dopo la Brexit dunque Jean Claude Juncker ha una gatta in meno da pelare. La vittoria di Podemos avrebbe avuto conseguenze pesanti per la Spagna e per le relazioni tra Madrid e Bruxelles. Bisogna dire che Pablo Iglesias non ha mai puntato la campagna elettorale su (o meglio dire contro) Bruxelles. Si é parlato invece molto di economia, di lavoro, di stato sociale.

Non esiste una ideologia 'euroscettica'

L'ascesa di Podemos, che comunque si conferma il terzo partito in Spagna, dimostra come l'universo 'euroscettico' é tutt'altro che monolitico. Pablo Iglesias é un uomo di sinistra, con un programma convintamente di sinistra, che a queste elezioni si alleato con Izquierda Unida, gli eredi del comunismo iberico. In questo Podemos é molto simile a Syriza. Anche il partito di Alexis Tsipras é marcatamente di sinistra e il proprio rancore verso Bruxelles e la Troika va ricercato nelle vicende economiche elleniche, più che in una ideologia anti-europeista.

La Francia patria dell'euroscetticismo

Chi invece odia il concetto stesso di Unione europea é Marine Le Pen. Secondo la retorica del Front National prima vengono gli Stati nazionali, poi tutto il resto. Prima i francesi, poi gli europei. Per il Fn non esiste una idea buona di Europa. In Germania e negli altri Paesi nordici, la cui economia mantiene la disoccupazione bassa, l'antieuropeismo ha invece le sembianze della chiusura ai migranti. Non é un caso che dall'Austria alla Germania il tema cavalcato dagli euroscettici sia il pericolo migranti. E non é un caso che Alternativa per la Germania abbia iniziato a guadagnare consenso dopo la crisi dei rifugiati siriani.

Podemos? Non paragonatelo ai 5 Stelle

E in Italia? In molti paragonano Podemos al Movimento 5 Stelle, ma i diretti interessati rispediscono la palla al mittente. 'Abbiamo molti punti in comune con loro', spiegano gli eurodeputati pentastellati, 'ma la loro é una politica marcatamente di sinistra. Noi, invece, siamo post ideologici, non rientriamo nel casellario tradizionale dei partiti politici. Anzi, non siamo proprio un partito. Su alcuni temi possiamo essere d'accordo coi colleghi spagnoli, ma le nostre idee sono spesso divergenti'.  

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