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Affari Europei
Elezioni Ue 2019, Moscovici attacca l'Italia ma non si candida col Pse

ELEZIONI UE: MOSCOVICI, NON MI CANDIDO CON PSE, NON SI RENDE CONTO SFIDA ESISTENZIALE

Pierre Moscovici non si candiderà alle elezioni europee del maggio prossimo con i socialisti. L'annuncio del commissario agli Affari economici e monetari è arrivato con un'intervista a "Le Monde", nella quale non ha lesinato critiche al Pse, colpevole a suo dire di "non rendersi conto della sfida esistenziale dinanzi alla quale si trova l'Europa". "Non ci sono le condizioni" per una candidatura, ha detto Moscovici, arrivato a questa conclusione dopo "una seria riflessione". 

ELEZIONI UE, MOSCOVICI: "ECCO PERCHE' NON MI CANDIDO COL PSE"

"Per me - ha spiegato a "Le Monde" l'ex ministro francese, rispondendo alla domanda se i socialisti europei lanceranno primarie per scegliere il loro candidato alla presidenza della Commissione - la questione dello Spitzenkandidat era legata alla possibilità di una candidatura come capolista del Partito socialista. L'ho presa in considerazione, non per ambizione personale ma per spirito di responsabilità, perché avrebbe potuto essere utile, tenendo conto dei miei 25 anni di esperienza europea". Ma, ha detto Moscovici, "dopo una seria riflessione, sono arrivato alla conclusione che non ci sono le condizioni per una candidatura". Secondo il commissario, la questione è che "il Pse non si rende conto della sfida esistenziale dinanzi alla quale si trova l'Europa: per la prima volta nella sua storia, la sua esistenza è minacciata: può implodere o essere sovvertita dai responsabili dell'estrema destra, Matteo Salvini, Marine Le Pen o Viktor Orban. In un momento simile, bisogna promuovere l'unità di un'Europa forte, più integrata. Non è il momento di tirarsi indietro o tervigersare". "Il Pse - ha accusato ancora - non ha chiarito la sua posizione. Non si può guardare una volta a Jean-Luc Melenchon (il leader dell'estrema sinistra francese), che ha degli accenti nazionalisti e contesta i trattati europei, e un'altra ai miei amici socialisti o progressisti che sono Antonio Costa (premier portoghese), Pedro Sanchez (premier spagnolo) o Alexis Tsipras (premier greco). Non è la stessa sinistra, né la stessa Europa". "Per me - ha insistito - il Pse non ha chiarito la sua posizione: o è un partito ardentemente pro Europa o è un partito euroesitante". 

ELEZIONI UE, MOSCOVICI: "AMBIGUITA' NELLE POSIZIONI DEL PSE"

Tra gli esempi dell'ambiguità di posizioni, il commissario ha citato l'opposizione dei socialisti francesi al trattato di libero scambio tra Ue e Canada (Ceta): i progressisti flirtano con il protezionismo, così "isolandosi, con il rischio di diventare una forza puramente contestatrice, marginale all'interno del Pse". Deciso il no alla candidatura, Moscovici ha rivendicato di volersi "riprendere la mia libertà di pensiero e di parola": per questo non voterà un testo dei socialisti, che sarà sottoposto al voto dei militanti la prossima settimana, nel quale si definisce "la commissione Juncker il braccio armato della mondializzazione liberale". La commissione, ha concluso, "è sostenuta dal Pes e ci sono otto commissari socialisti nel collegio". Infine, alla domanda su una sua eventuale candidatura nella lista sostenuta dal presidente Emmanuel Macron, Moscovici ha risposto: "La questione non si pone. Non rinuncerò alle mie convinzioni di sinistra. Semplicemente riprendo la mia libertà di pensiero e di parola", ma lavorando "in seno al Pse a tessere un'alleanza di forze progressiste nel 2019, nella quale la sinistra avrà il suo posto". 

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    elezioni ue 2019moscovicielezioni europee 2019





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