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Affari Europei
Eliseo, addio destra e sinistra: finanza con Macron, sindacati con Le Pen

ADDIO A DESTRA E SINISTRA: MACRON CON LE BANCHE, LE PEN CON I SINDACATI

I sindacati con la destra (estrema), la finanza con la sinistra (molto molto centrista). Fino a qualche mese fa solo immaginare uno scenario del genere sarebbe sembrato assurdo e degno di un film di fantascienza. E invece è diventato realtà. Merito, o demerito, della svolta epocale è dei due candidati all'Eliseo alle elezioni presidenziali francesi di questo weekend, Emmanuel Macron e Marine Le Pen. Il loro successo al primo turno ha decretato la fine del dominio dei partiti tradizionali, socialisti e repubblicani, e ha aperto una nuova epoca: un'epoca dove i partiti contano meno così come contano meno le antiche divisioni tra destra e sinistra. La nuova rivalità, reale oppure creata solo a tavolino, è quella tra i cosiddetti populisti e gli antipopulisti. E i vecchi schemi in questo gioco non funzionano più.

SCONTRO TOTALE TRA MACRON E I SINDACATI

E così si scopre che Macron, fino a prova contraria candidato di centrosinistra e proveniente da un governo socialista, ha contro i sindacati. In particolare la Cgt, il principale sindacato della sinistra francese, sul piede di guerra contro Macron sulla riforma del mercato del lavoro, la contestata 'Loi Travail' che un anno fa è stata oggetto di forti polemiche e di proteste di piazza in tutto il paese. Il candidato di 'En Marche!' è stato sollecitato dal sindacato a tornare indietro sulla riforma, ma la sua risposta è stata secca: "Non è la Cgt che va al secondo turno delle presidenziali, non sarà la Cgt che guiderà il paese". La replica del segretario generale della confederazione, Philippe Martinez, non si è fatta attendere. "Quando non si ascoltano le persone arrabbiate - ha detto Martinez - quelli che soffrono e che non guadagnano abbastanza, che sono colpiti da una norma come la 'Loi Travail', allora non soprende se poi queste persone rimangono deluse". Alla domanda su come valuti la decisione annunciata da Macron che ha detto che incontreraà sindacati e imprenditori subito dopo il voto in caso di vittoria, Martinez ha risposto che "non vorrei che fosse un alibi per dire, 'li ho incontrati, mi sono liberato di questo peso e adesso faccio come voglio'". La Cgt, per decenni la prima organizzazione sindacale francese, e' stata superata in termini di rappresentanza per la prima volta un mese fa dalla Cfdt, il sindacato riformista di sipirazione cattolica che ha invece appoggiato la stesura della legge sul lavoro.

I SINDACATI SI SPOSTANO DALLA PARTE DI MARINE LE PEN

Il voto sulle presidenziali in Francia spacca anche il fronte sindacale. Le organizzazioni dei lavoratori si dividono sulla scelta di fare fronte comune contro la eventuale vittoria di Marine Le Pen alle elezioni. Le due principali sigle sindacali, la Cgt, sindacato di sinistra, e la Cfdt, il sindacato di ispirazione cattolica che ha appoggiato molte delle riforme del quinquennio di Hollande, dalla legge Macron alla 'loi travail', sono divise dall'indicazione di voto. La Cfdt, che ha già chiesto ai suoi aderenti di votare per Macron, "sostiene la necessità di fare un appello chiaro per fare muro contro il Fn", mentre la Cgt non dà indicazioni di voto per Macron e propone una "piattaforma più ampia", chiedendo di allargare Le rivendicazioni all'aumento dei salari e al potere d'acquisto". "La Cfdt rifiuta di ammettere che l'arrivo di Marine Le Pen al secondo turno è anche legato alle politiche di austerità messe in atto negli ultimi cinque anni in questo paese", ha detto Catherine Perret, membro della direzione della Cgt. "Siamo in una situazione gravissima, più grave che nel 2002, perche' ormai e' una crisi strutturale", ha aggiunto. Sulla stessa posizione anche Force Ouvriere, sindacato della sinistra riformista, che ha deciso di non dare indicazioni di voto ai suoi iscritti. Così come Cfe-Cgc, prima sigla tra i quadri e a lungo considerato una sigla di destra e vicina al patronato. Solo la Unsa, piccolo sindacato non confederale e non rappresentativo a livello nazionale, aderisce apertamente al fronte anti-Le Pen e sostiene Macron perché "L'arrivo al potere di una candidata il cui programma è fondato su una concezione autoritaria del potere, sul nazionalismo e sulla xenofobia è una minaccia per la democrazia e avrebbe gravi conseguenze sociali ed economiche". Negli ultimi anni anche nelle fila degli iscritti ai principali sindacati, il voto per il Front National e' cresciuto. Secondo un sondaggio condotto da Harris Interactive al primo turno, Le Pen ha ottenuto il 15% dei voti degli iscritti alla CGT, il 14% degli iscritti alla CFTC, il 13% degli aderenti alla CFE-CGC. 

LA BORSA DI PARIGI? PREFERISCE MACRON

Dall'altra parte c'è la finanza. La Borsa di Parigi? Preferisce Emmanuel Macron nella corsa all'Eliseo contro Marine Le Pen. Ma, orfana di socialisti e repubblicani, in ogni caso sarà costretta a un salto nel vuoto. I numeri infatti fanno capire che storicamente la Borsa di Parigi sta meglio con i governi di sinistra rispetto a quelli di destra. Può sembrare un paradosso ma è così. In media l'Msci francese è infatti aumentato del 13% sotto i governi di sinistra e solamente del 2% sotto i governi di destra. Ciò significa che la destra francese non ha sempre avvantaggiato il contesto economico intenrnazionale. I due periodi più favorevoli nella storia del mercato delle azioni parigino si sono avute tra il 1984 e il 1986, sotto Laurent Fabius (+50%) e dopo la nomina di Bernard Cazeneuve lo scorso 6 dicembre (+36%). A destra è stato il governo Villepin a dare la progressione più forte nell'indice azionario con un più 22%. Dal 1974 a oggi la borsa francese ha conosciuto solo quattro periodi negativi, e tutte le volte è accaduto sotto governi di destra. Si tratta del governo Raffarin (-2%), Chirac (-5%), con la peggiore performance durante il governo Fillon tra il 2007 e il 2012 (-11%). Ovviamente bisogna tenere conto anche delle congiunture economiche e non tutto può essere ricondotto alle azioni di governo ma è comunque un dato significativo. E che cosa accadrà tra 2017 e 2022? Una sola cosa è certa. All'Eliseo non ci sarà né un presidente socialista né un presidente repubblicano. Il centrista Macron o l'estremista Le Pen? Secondo gli analisti la borsa di Parigi sta per vivere una buona congiuntura a prescindere da chi andrà all'Eliseo. Ma è chiaro che Macron offre più garanzie. In questo mondo ribaltato dove destra e sinistra non hanno praticamente più senso ogni cosa può succedere.

 

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