Eliseo, Bruxelles teme l'effetto boomerang: nessun endorsement
Da Bruxelles bocche cucite sulle elezioni presidenziali francesi. Juncker teme l'effetto boomerang. Crollo Ppe e Pse che sostengono i candidati perdenti
Le elezioni presidenziali in Francia, con due candidati anti-europeisti che potrebbero ritrovarsi al ballottaggio, sono decisive tanto per i destini del paese quanto per quelli dell'Unione europea, ma le istituzioni comunitarie si sono chiuse in un silenzio imbarazzato prima del primo turno di domenica prossima. "Questo e' il momento in cui spetta al popolo francese esprimersi. Non tocca a noi alla Commissione, ne' a Bruxelles", ha detto martedi' il portavoce dell'esecutivo comunitario, Margaritis Schinas, rispondendo a una domanda sulla possibilita' che Marine Le Pen e Jean-Luc Melenchon, i due candidati che minacciano di uscire dall'Ue e dall'euro, si ritrovino al ballottaggio il 7 maggio.
Bruxelles si tira fuori dal dibattito elettorale
"La Francia e' un pilastro, un paese fondatore, un nazione che incarna tutti i valori su cui si fonda l'Europa", ma la Commissione non intende "saltare dentro un dibattito nazionale per sostituirsi ai partiti nazionali", ha spiegato Schinas. La politica del presidente della Commissione, Jean-Claude Juncker, e' "non essere parte dei processi elettorali degli Stati membri". E' una scelta che era stata inaugurata dal suo predecessore, Jose' Manuel Barroso, dopo un altro voto in Francia che aveva avuto pesanti ripercussioni sull'Europa, il referendum sul trattato costituzionale europeo del 2005. Quella storica bocciatura dell'Ue da parte dei francesi ha messo le istituzioni comunitarie sulla difensiva. Da allora, con la sola eccezione del referendum di Alexis Tsipras del luglio 2015 sul programma di salvataggio della Grecia, Juncker e gli altri leader comunitari hanno preferito rimanere in silenzio durante campagne elettorali decisive per l'Ue, come quella sulla Brexit lo scorso anno, le presidenziali in Austria di dicembre o le elezioni legislative in Olanda di marzo.
A Bruxelles controllano attentamente l'andamento dei sondaggi
Della Francia, di Le Pen e di Melenchon si discute nei corridoi e nelle caffetterie. I sondaggi vengono monitorati giorno dopo giorno con crescente preoccupazione. Ma le presidenziali di domenica devono rimanere fuori dai discorsi ufficiali.
Bruxelles teme l'effetto boomerang
Il silenzio ufficiale delle istituzioni comunitarie e' giustificato dalla volonta' di non farsi strumentalizzare dagli euroscettici e di non danneggiare i candidati pro-europei. "Quando ci sono miti, menzogne o falsita', ribadiamo quella che consideriamo essere la verita'", ma la Commissione non vuole "andare oltre", ha spiegato Schinas. In realta', in qualche intervista, il presidente della Commissione si e' lasciato scappare le sue preferenze e si e' detto convinto che Le Pen non vincera'. Ma ai commissari Juncker ha chiesto di non esprimersi sulle presidenziali in Francia, con l'eccezione del francese Pierre Moscovici, che ha fatto di Le Pen un bersaglio continuo.
Moscovici unico ad essersi schierato contro Le Pen
"Bisogna essere coscienti che la Frexit (l'uscita della Francia dall'Ue, ndr) e' la morte dell'Europa e un indebolimento terribile per la Francia", ha avvertito Moscovici. Il commissario ha confessato che, nonostante la sua appartenenza al Partito Socialista, votera' per Emmanuel Macron. Nel quartetto di testa, il candidato indipendente pro-Europa e' il preferito dalle istituzioni comunitarie, insieme a Francois Fillon, il cui programma e' considerato piu' incisivo sulle riforme economiche di cui la Francia ha bisogno. Juncker ha incontrato Macron due volte a Parigi e ricevuto Fillon a Bruxelles. La cancelliera tedesca, Angela Merkel, ha ricevuto sia il candidato centrista che quello dei Republicains. "Lo scenario ideale e' un ballottaggio Macron-Fillon, quello da incubo e' un secondo turno tra Le Pen-Melenchon", spiega un funzionario. "Domenica terremo le dita incrociate aspettando i risultati del primo turno", confida un'altra fonte comunitaria.
Ppe e Pse sostengono i due perdenti
Fa tuttavia sorridere come i due principali partiti europei, il Partito popolare e quello Socialista, stiano sostenendo candidati che non hanno nessuna speranza di arrivare al ballottaggio. Il Ppe, in cui siede anche Merkel e Berlusconi, appoggia Francois Fillon che peró é dato quarto nei sondaggi visti gli scandali che l'hanno travolto. Mentre il Pse parteggia per Benoit Hamon, che peró non scalda i cuori dei francesi ed é dato quinto con percentuali risibili.