Emissioni, l'Ue impone l'elettrico. Lega: "Approccio ideologico sbagliato"
La Commissione Ue prova a forzare il sistema a favore della mobilità elettrica. Con conseguenze negative. La denuncia dell'eurodeputato Lancini (Lega)
Le forzature dell'Ue a sostegno della mobilità elettrica
Forzatura del sistema a favore della sola soluzione di mobilità elettrica. E' quanto potrebbe delinearsi in tema ambientale, considerando le possibili novità in materia di emissione dei veicoli trasporto passeggeri e veicoli commerciali leggeri. A fine 2017 la Commissione europea ha prodotto una proposta di regolamento che fissa dei target di riduzione CO2 dal 2021 al 2030 con limiti così stringenti da tagliare fuori qualsiasi tipologia di propulsione che non sia elettrica.
Le proposte della Commissione europea
A settembre, la Commissione ENVI (ambiente) ha approvato la proposta, introducendo addirittura dei limiti di emissione più stringenti a fronte del mantenimento dell’attuale approccio “tailpipe” (che tiene conto solo della CO2 prodotta dal veicolo e non dalla filiera complessiva) forzando ancora di più la proposta nella direzione della propulsione elettrica come unica alternativa. Secondo molti osservatori, con questa proposta anche tecnologie come metano, biometano e l'HEV (ibrido) sarebbero tagliate fuori e rimarrebbe solo il Plug-in HEV (PHEV) . Ed è in discussione anche la normativa sulle emissioni per il trasporto merci, con relatore il gruppo dei Verdi, che va nella stessa direzione.
Le conseguenze per gli operatori italiani
Si tratta di una situazione che potrebbe creare non pochi problemi a diversi operatori italiani, se si tengono presente sia l'importante numero di veicoli a gas naturale presente in Italia che la presenza della relativa rete di distribuzione, funzionale sia per metano normale che bio. Per questo, sul tema è molto attivo l'eurodeputato della Lega Oscar Danilo Lancini, che dopo un intervento in aula a Strasburgo ha inviato anche una lettera al ministro dell'Ambiente italiano Sergio Costa.
Oscar Lancini
La lettera dell'eurodeputato della Lega Lancini al ministro Costa
"Con l'innalzamento degli obiettivi di riduzione delle emissioni fissati al 2025 e 2030 ed il mantenimento dell’attuale sistema di misurazione dal serbatoio alla ruota (“tank-to-wheel”), anziché “well to wheel” (dal pozzo alla ruota) o dell’ancora più completa “life cycle analysis” (analisi ciclo vita), recentemente approvati in aula a Strasburgo, si va nella direzione di una forzatura del sistema a favore della sola soluzione di mobilità elettrica", si legge nella missiva di Lancini. "L’elettrico di per sé non risulta essere una scelta sbagliata ma è necessario tenere in considerazione il necessario adeguamento che verrà richiesto alla rete, oltre agli ingenti investimenti infrastrutturali e alle problematiche di riciclo dei materiali impiegati per la realizzazione delle batterie".
"Quadro legislativo aperto"
"Tenendo presente anche le esperienze passate è di importanza fondamentale mantenere un quadro legislativo aperto dove anche le altre tecnologie possano contribuire al raggiungimento dell’obiettivo di decarbonizzazione del settore dei trasporti, garantendo il rispetto del principio di neutralità tecnologica più volte citato dall’ attuale Direttiva europea in vigore sui combustibili alternativi (Direttiva DAFI - 2014/94/UE)", scrive ancora Lancini. "E' necessario sostenere l’introduzione di un fattore di correzione (Carbon Correction Factor – CCF, respinto solo per 17 voti) che valorizzi il quantitativo di combustibile rinnovabile impiegato nelle autovetture o veicoli commerciali leggeri, correggendo allo stesso tempo i limiti dell’attuale sistema di misurazione “tank-to-wheel” che non considera le emissioni dell'intero ciclo produttivo".
"Approccio ideologico di Bruxelles"
Secondo Lancini, le proposte della Commissione europea a sostegno della mobilità elettrica sono mosse da un "approccio ideologico", "nonostante il mercato non offra reali soluzioni tecnologiche alimentate a elettricità che possano coprire il settore del trasporto merci. Bisogna quindi guardare ai prossimi 10-15 anni fissando obbiettivi realistici e garantendo delle misure legislative che aprano la strada al maggior numero di soluzioni possibili per garantire un’inversione rapida del trend di aumento delle emissioni di gas a effetto serra. Occorre un vero approccio multiplo, integrato e tecnologicamente neutrale per garantire
un’azione concreta da subito per i cittadini e le imprese europee", conclude Lancini.
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