Etichetta d'origine, l'Italia spaventa il Canada e il Ceta
La richiesta italiana all'Ue di inserire l'etichetta di origine del grano sulla pasta spaventa il Canada e getta un'ombra sul Ceta
Il piatto nazionale italiano è sicuramente la pasta, ma non tutti sanno che circa metà del grano duro che le nostre aziende comprano per fare fusilli e rigatoni arriva dall'estero e il primo fornitore è il Canada. Non stupisce dunque che da Ottawa siano arrivate lamentele per la decisione del ministro Maurizio Martina di chiedere a Bruxelles il via libera ad inserire in etichetta l'origine della semola con cui la pasta è fatta.
Etichetta di origine anche sulla pasta Made in Italy
Il motivo è semplice, inserendo l'indicazione di origine del grano il consumatore potrà scegliere cosa comprare: se pasta fatta con il frumento nostrano o con quello canadese o uzbeko. Naturalmente chi usa grano Made in Italy si farà pagare un po' di più, mentre chi usa granelle estere dovrà abbassare i prezzi. Ecco dunque che gli agricoltori canadesi sono preoccupati che il prezzo del loro prodotto cali.
L'Italia grande importatore di grano duro
Ma è possibile produrre tutta la pasta italiana con grano italiano? Ad oggi no perché la nostra produzione di grano duro non è sufficiente, visto che importiamo metà del nostro fabbisogno di frumento. Eppure se le quotazioni del grano duro dovessero salire non è detto che molti altri agricoltori non decidano di passare alla nuova redditizia coltivazione.
Martina chiede il via libera all'Europa
Il ministro Martina ha fatto richiesta a Bruxelles di inserire in etichetta l'origine del frumento. Bruxelles ha tempo tre mesi per presentare eventuali perplessità, in caso contrario Roma potrà procede. È infatti l'Unione europea che ha il diritto di decidere su tutto ciò che riguarda il mercato unico e gli accordi commerciali e quindi ha il diritto di bloccare l'iniziativa italiana nel caso sia contro il libero mercato o la tutela dei consumatori.
Nel tritacarne finisce anche il Ceta
La proposta italiana a dire il vero non dovrebbe incontrare nessuna resistenza da parte dell'Unione se non per quanto riguarda il Ceta. L'Unione europea è il Canada hanno infatti concluso un ambizioso accordo commerciale che ora è al vaglio dei parlamenti nazionali. I tecnici di Bruxelles dovranno decidere se l'iniziativa italiana è contraria all'accordo, ma è vero che le pressioni da Ottawa per mettere un freno all'iniziativa italiana si faranno sentire.