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Affari Europei
Europa, più diritti per i rider e i lavoratori atipici

Negli ultimi anni si sono moltiplicate professioni che fino a poco tempo fa non esistevano. Basti pensare ai rider che circolano in bicicletta per consegnare pasti preparati dai ristoranti, ma anche i driver che lavorano per piattaforme online come Uber. A questi si sommano i lavoratori in settori tradizionali che non godono di tutele legislative forti, come i lavoratori a richiesta, quelli intermittenti, i tirocinanti o gli apprendisti.

Per tutte questa categorie non esiste un punto di riferimento certo a livello normativo su diritti e doveri e proprio per sanare questo gap e proteggere le nuove forme di lavoro il Parlamento europeo ha approvato una direttiva (che ora dovrà essere recepita dagli Stati membri) per offrire delle garanzie.

“Si tratta di un passo avanti importante perché la direttiva che abbiamo approvato permette di creare un quadro normativo comune a tutti i Paesi europei che va a tutelare il lavoro delle categorie che oggi sono più deboli nei rapporti con i propri datori di lavoro”, spiega ad Affaritaliani.it Laura Agea, eurodeputata del M5S e relatrice di minoranza della direttiva votata a Strasburgo durante la sessione plenaria.

Onorevole Agea, che tipi di tutela prevede il testo approvato?

“Tutti i lavoratori con occupazioni occasionali o a breve termine dovranno ricevere dal datore di lavoro comunicazione degli aspetti essenziali del proprio contratto, come la descrizione dei compiti, una data di inizio, la durata, la retribuzione e la giornata lavorativa standard. Dovranno poi essere forniti dettagli su corsi di formazione, bonus e pagamenti”.

Così non si rischia di irrigidire settori nascenti che fanno della flessibilità il proprio punto di forza?

“Abbiamo cercato di trovare un giusto equilibrio tra le legittime necessità degli imprenditori e i diritti dei lavoratori. Ad esempio abbiamo previsto che i lavoratori che non hanno turni devono almeno beneficiare di un livello minimo di prevedibilità e che dovrebbero essere risarciti se un lavoro viene annullato all'ultimo momento o poter rifiutare un turno al di fuori degli orari prestabiliti senza conseguenze”.

Queste norme varranno anche per i periodi di prova?

“Assolutamente si. Questi periodi non dovrebbero essere più lunghi di sei mesi e potranno essere prolungati solo in caso di comprovata esigenza”.

E in caso di licenziamento?

“I termini per presentare ricorso vengono sospesi fino a quando il datore di lavoro non fornisce una giustificazione scritta, cosa che oggi invece spesso non viene fatta”.

Le norme sul lavoro non dovrebbero essere di competenza esclusiva degli Stati membri, come mai é il Parlamento europeo ad essere intervenuto?

“Noi abbiamo approvato una direttiva che fornisce le linee guida, é il legislatore nazionale che poi dovrà tradurre in norme i principi che noi abbiamo sancito. E non dimentichiamoci che certe piattaforme, come Uber, Foodora o Deliverro, sono transnazionali e dunque necessitano di una legislazione paneuropea”.

Questi nuovi lavoratori sono stati rappresentati dai sindacati durante l'iter di approvazione della direttiva?

“So che alcune sigle europee hanno incontrato il relatore, ma é evidente che i nostri sindacati oggi non rappresentano né difendono i lavoratori atipici, che tuttavia crescono di numero e sono soprattutto giovani”.

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