Europarlamento, Lancini: "Sarò la voce delle imprese italiane"

Di Tommaso Cinquemani
@Tommaso5mani

Da vicesindaco del Comune di Adro, in provincia di Brescia, al Parlamento europeo. E' questo il salto fatto da Oscar Lancini, eurodeputato della Lega che dopo l'elezione di Matteo Salvini a Palazzo Madama ha preso il suo posto tra gli scranni dell'Emiciclo di Strasburgo. Nato a Rovato, classe 1965, Lancini ha già fatto parlare di sé in Italia per l'iniziativa di riempire la scuola del suo paese con 700 Soli delle Alpi, simbolo della Lega Nord.

Onorevole, come é stato passare dalla piccola cittadina di Adro all'Europarlamento?

"Sono arrivato da poco più di un mese e sto ancora capendo come funziona la complessa macchina delle Istituzioni europee. Credo tuttavia che amministrare una città e lavorare all'interno del Parlamento Ue abbiano molte cose in comune. La differenza maggiore sta nel numero di passaggi che si devono fare per ottenere dei risultati".

Ci può spiegare meglio?

"Come vicesindaco di un Comune hai un contatto diretto con i cittadini e quando prendi una decisione  questa impatta direttamente sulle persone. Qui al Parlamento le decisioni che vengono prese hanno lo stesso effetto, ma richiedono più tempo per essere prese e hanno un effetto sul lungo periodo. Il fatto é che molti non si rendono conto che gran parte delle leggi nazionali hanno derivazione europea".

Lei é membro della Commissione commercio internazionale, qual é il suo obiettivo?

"E' quello di essere il rappresentante delle imprese italiane che vogliono espandersi oltre i confini dell'Unione europea. Io sono a disposizione delle aziende. Sono anche membro della Commissione Ambiente che é un settore molto complesso, che ha anche rapporti stretti con l'agricoltura. Anche in questo caso bisogna essere molto vicini alle imprese e al territorio".

A Roma la Lega é alleata con il Movimento 5 Stelle. Lei é sempre stato freddo su questo asse...

"Sembrava una alleanza impossibile e invece i fatti parlano chiaro. Se l'alleanza con il M5S ci permette di realizzare il nostro programma ben venga. Per il bene del nostro Paese, anche qui a Strasburgo, dobbiamo smetterla di scontrarci tra di noi. In Europa tutte le forze politiche devono essere unite. Se lo aspettano i cittadini".

Cosa ne pensa della svolta nazionale della Lega?

"Sono i numeri ottenuti alle elezioni a parlare per me. Anche se i risultati elettorali non significano aver abbandonato le idee iniziali. L'obiettivo é sempre quello: una Italia federalista. Sul tavolo oggi abbiamo il referendum per l'autonomia in Lombardia e Veneto. Sarà il banco di prova".

Pesa di ricandidarsi l'anno prossimo?

"Se il partito me lo chiede certamente. Anche perché al Parlamento europeo molta dell'efficacia dell'azione politica é legata all'esperienza che si é accumulata. A Strasburgo per essere incisivi bisogna sapere perfettamente come funziona la macchina, e questo puó avvenire solo con l'esperienza".

Servirebbe un cambio di legge elettorale?

"Secondo me sì. Oggi si viene eletti con le preferenze e questo porta ad un ricambio molto veloce dei deputati. Mentre qui sarebbe utile avere persone di lunga esperienza che sappiano come muoversi per ottenere i risultati migliori per il Paese".