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Affari Europei
Europee, scoppia la questione anagrafe nel Pd

Dopo l'elezione di Nicola Zingaretti alla segreteria del Partito Democratico si é aperta ufficialmente la corsa per le elezioni Europee 2019. Non si tratta della campagna elettorale, quanto dello sgomitare tra i pretendenti candidati che vorrebbero avere un posto in lista. La situazione non é certo rosea. Nel 2014 il Pd aveva sfondato quota 40% e aveva mandato a Strasburgo oltre trenta eurodeputati. Nella sola circoscrizione Nord-Occidentale erano stati nove. Ora i posti sono meno, molti meno.

Ora Zingaretti dovrà decidere chi mettere in lista e tra Piemonte e Lombardia é scoppiato il caso anagrafe. Già, perché a fare il capolista, con tutta probabilità, ci sarà Giuliano Pisapia, fautore della vittoria alle elezioni comunali del 2011 e leader degli (ex) arancioni. Un uomo che incarna l'ala più a sinistra dello schieramento ma che tuttavia ha quasi 70 anni (li compierà pochi giorni rima del voto del 26 maggio). Non proprio un giovanotto.

Va un po' meglio con Carlo Calenda, classe 1973, che dovrebbe invece coprire la parte moderata dello schieramento, fungendo da raccordo con il mondo produttivo. C'é poi chi fa il nome di Roberta Pinotti come jolly da giocarsi. L'ex ministro della Difesa é nata a Genova il 20 maggio del 1961.

Le cose vanno male se si guarda ai deputati uscenti. Patrizia Toia, oggi capogruppo dem a Strasburgo, é nata nel 1950, di un anno più giovane di Pisapia. E per di più é al suo terzo mandato e per essere ricandidata dovrà avere una deroga speciale.

C'é poi Luigi Morgano, classe 1951, anche lui con qualche anno sulle spalle. Bresciano, rappresenta l'anima cattolica del Partito democratico. Da Torino invece si fa avanti Mercedes Bresso, classe 1944, già presidente della regione Piemonte e molto forte sul territorio.

Abbassano la media gli uscenti Brando Benifei (1986) e Daniele Viotti (1974), mentre a rinforzare la squadra dei giovani da Milano potrebbe arrivare Pierfrancesco Majorino, classe 1973, oggi Assessore alle politiche sociali del Comune.

Zingaretti ha l'arduo compito di creare una lista trasversale, che vada da Leu agli ex Dc, che sia anche rappresentativa dei territori, equilibrata sotto il profilo del genere (anche per la questione preferenze) e dell'età. Il tutto in un quadro che dà il Pd intorno al 20%, le metà di cinque anni fa.

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