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Affari Europei
G7 Biarritz, tutti i temi sul tavolo: Russia, dazi, Brexit, Italia e...

G7: SUMMIT BIARRITZ TRA CONTE DIMISSIONARIO, JUNCKER MALATO, MERKEL AL TRAMONTO

Un premier esordiente, Boris Johnson, uno dimissionario, Giuseppe Conte, e la decana di tutti i vertici, Angela Merkel. Oltre a un leader malato, il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, costretto a saltare l'appuntamento perché reduce da un intervento d'urgenza di colicistectomia. Da sabato a lunedì i capi di Stato e di governo dei sette Paesi più industrializzati del mondo oltre all'Ue si riuniscono a Biarritz, nei Paesi baschi francesi, per l'appuntamento annuale del G7 in cui alcuni dei leader appaiono quanto mai deboli sul piano interno.

- FRANCIA: Emmanuel Macron vuole riformare il G7, convinto che "sia ormai passato il tempo in cui un club di ricchi definisce da solo gli equilibri del mondo", un formato "teatro di ombre e divisioni". Cercherà di fare il mediatore in un quadro geopolitico assai complicato - lontani i tempi in cui il G7 riusciva a presentarsi come un fronte unito - per fare emergere "coalizioni di paesi attori" desiderosi di "proporre soluzioni concrete per le grandi sfide". E' al suo terzo G7.

- ITALIA: Giuseppe Conte arriva a Biarritz dimissionario, 14 mesi dopo il suo 'esordio' nel club, a giugno del 2018, al vertice in Canada. Negli anni scorsi Italia e Giappone si contendevano la palma dei capi di governo meno 'longevi', ora anche Tokyo sembra essere diventato politicamente più stabile.

- GERMANIA: Angela Merkel, mai nessuno come lei. Per la cancelliera è il 14mo G7, dove arriva comunque indebolita politicamente e fisicamente. Nei mesi scorsi la cancelliera si è dimessa da leader della Cdu e ha annunciato che non si presenterà alle prossime elezioni. Una stanchezza accompagnata anche da malessere fisico, come hanno dimostrato nelle settimane scorse alcuni episodi di tremore sofferti in varie occasioni pubbliche.

- REGNO UNITO: Boris Johnson, al governo da un mese, avrà tutti gli occhi puntati addosso in attesa di capire cosa farà da qui al 31 ottobre, quando dovrebbe scattare la Brexit, che è pronto a portare avanti anche senza accordo. A Biarritz potrebbe fare asse con il presidente americano, che non ha mai fatto mistero di apprezzare molto il nuovo premier, ben più che Theresa May: "E' molto intelligente e farà un buon lavoro". 

- STATI UNITI: Donald Trump è al suo terzo summit, un appuntamento nei confronti del quale non ha mai nascosto il suo fastidio, come del resto nei confronti di tutti i fori multilaterali. Ed è in effetti a causa sua - dopo il '6 contro 1' di Taormina e di La Malbaie - che la Francia ha deciso che non ci sarà comunicato finale: inutile perdersi in negoziati inutili su comunicati che Trump non vuole sottoscrivere o che sconfessa via twitter un minuto dopo averli sottoscritti. Il prossimo anno sarà lui il padrone di casa. 

- CANADA: Justin Trudeau, l'astro nascente della politica canadese, in qualche modo equiparato a Barack Obama, arriva a Biarritz azzoppato da uno scandalo lo ha molto indebolito in vista delle elezioni del 21 ottobre e per il quale ha riconosciuto di aver commesso errori. E' al suo quarto G7.

- GIAPPONE: Shinzo Abe, premier di un Paese che cambiava capi del governo allo stesso ritmo dell'Italia, è al suo settimo G7 consecutivo, l'ottavo in totale. Alla vigilia del vertice, la moglie dell'ex patron di Renault-Nissan, Carole Ghosn, ha rivolto un appello a Macron perché intervenga su Abe per assicurare un "processo equo" al marito Carlos, arrestato nel novembre dello scorso anno con l'accusa di abuso di fiducia e illeciti finanziari.

- UNIONE EUROPEA: Il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk arriverà da solo a Biarritz, in rappresentanza dell'Ue, dal momento che il presidente della Commissione è convalescente in seguito ad un intervento d'urgenza per l'asportazione della cistifellea. Per lui la 'grana Brexit', che affronterà in un bilaterale domenica con Johnson. 

Tra i temi principali ci saranno sicuramente Russia e Brexit, ma anche i dazi.

- RUSSIA. Il tema del ripristino del G8 con il ritorno della Russia al tavolo delle grandi potenze mondiali, lanciato dal presidente americano Donald Trump martedi', continua a tenere banco. Il Cremlino ha risposto ufficialmente che "non e' un obiettivo di per se'" per Mosca, la quale preferisce il formato piu' inclusivo del G20, che comprende anche Cina, India e altri Paesi importanti. Come ha spiegato il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, "la Russia pensa che ora non sia molto efficace discutere di questioni globali, di geopolitica, sicurezza ed economia senza Cina, India e un'altra serie di Paesi". L'idea e' stata bocciata dall'Ue che da Bruxelles ha fatto sapere che al vertice si schierera' contro la riammissione di Mosca, la cui esclusione - dettata dall'annessione della Crimea e l'aggressione dell'Ucraina orientale nel 2014 - e' ancora valida dal momento che la situazione non e' cambiata. Agli occhi del presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk - ha fatto sapere un alto funzionario Ue - reintegrare il leader russo, Vladimir Putin, "sarebbe un segnale controproducente di debolezza". Invariata quindi la posizione europea, che chiede al leader del Cremlino il rispetto degli accordi di Minsk sull'Ucraina, prima del ritorno alle riunioni dei grandi. Proprio da Kiev, il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, ha fatto sapere di aver ricevuto dal premier britannico, Boris Johnson, l'assicurazione che Londra e' contraria a invitare Mosca a tornare nel G7 facendo rinascere il G8, come ipotizzato da Trump. In una conversazione telefonica tra i due leader, "e' stato notato che e' impossibile ripristinare l'adesione della Russia al G7, finche' la Russia viola sistematicamente il diritto internazionale e mina la sicurezza del mondo e dell'Europa". Una posizione che verra' ribadita da Johnson al summit a Biarritz. Intanto, la società civile cerca di riportare l'attenzione sul tema cardine del vertice, quello delle disuguaglianze: per Oxfam Italia bisogna passare dalle parole a fatti concreti, con misure efficaci e coordinate. "Il rischio che il tema rimanga confinato a mere dichiarazioni di intenti, non tradotte in azioni concrete, appare elevato", ha sottolineato il senior advisor Francesco Petrelli. Come ricorda l'organizzazione, a meta' 2018, nei Paesi del G7 il top-10% possedeva oltre la meta' della ricchezza nazionale, la meta' piu' povera della popolazione non piu' del 10%. Forte invece la protesta delle 32 le associazioni ambientaliste nazionali e locali che fanno parte di Reseau action climat (Rac) che hanno annunciato il boicottaggio dell'appuntamento internazionale, accusando l'Eliseo di cercare di impedire la partecipazione della societa' civile, sia dando pochi accrediti che negando l'accesso alle Ong sia al summit che al centro stampa

- DAZI. Ancora lontano da un accordo commerciale con la Cina, il presidente Usa Donald Trump ha deciso di allargare il fronte all'Unione europea. Alla vigilia del G7 di Biarritz e' tornato a minacciare dazi sui prodotti europei importati in America, soprattutto sulle auto. Il rischio di una guerra commerciale fra Usa ed Europa allarma imprese ed economisti che temono gli effetti negativi sul commercio e sulla crescita globale, che sarebbero ancora piu' pesanti di quelli creati dalle tensioni tra Usa e Cina. Il commercio fra Stati Uniti ed Europa rappresenta di gran lungo il piu' importante flusso di scambi commerciali nel mondo. Numerosi sono i punti di contrasto fra le due sponde dell'Atlantico, ma due in particolare sono le spine che fanno soffrire il presidente Usa. La prima riguarda la competizione nel settore aeronautico: la Casa Bianca che sostiene a spada tratta Boeing quando accusa la rivale Airbus (societa' partecipata dai governi di Germania, Francia e Spagna) di ricevere aiuti statali che violano le regole della concorrenza. La seconda ferita e' la web tax. Ancora in discussione a livello europeo, la tassa sui giganti dell'economia digitale (in particolare Amazon, Facebook e Google) e' stata introdotta mesi fa in Francia e Trump l'ha presa come un affronto personale. Parlando con i giornalisti, il presidente Usa ha parlato di "milioni di Mercedes e milioni di Bmw" importate negli Stati Uniti: i reali numeri sono inferiori, visto che nel 2018 Bmw ha venduto in Usa 817 mila auto e Mercedes 354 mila. Piu' in generale, nel 2018 gli Usa hanno esportato verso i 19 Paesi della Zona euro merci e servizi per 574,5 miliardi di dollari e hanno registrato importazioni per 683,9 miliardi. Cifre ben superiori al commercio verso la Cina che ha visto esportazioni americane per 179,2 miliardi di dollari e importazioni per 557,9 miliardi (dati dell'Office of the US Trade Representative).

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