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Affari Europei
Gentiloni all'Ue: "No ai muri". E avverte Merkel: "Mai Europa di serie A e B"

Gentiloni: "Impedire un 1989 alla rovescia per l'Europa"

Al vertice di Roma del 25 marzo per i 60 anni del Trattato "dobbiamo impedire" il rischio "di un 1989 alla rovescia, in cui l'Europa si caratterizza per ricostruire muri". Lo ha detto il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, intervenendo davanti all'Europarlamento in un dibattito sul futuro dell'Europa. "Roma deve essere innanzitutto un'occasione per ricordare alle nostre opinioni pubbliche, ai nostri concittadini europei, i risultati che sono stati raggiunti in questi 60 anni: la pace la libertà, i livelli di protezione sociale che nonostante tutte le difficolta' abbiamo raggiunto, il mercato unico una storia di successo che ha fatto definire l'Ue come una superpotenza tranquilla, il lavoro culturale", ha detto Gentiloni. Per il presidente del Consiglio, "ricordare questi risultati serve a riflettere sul futuro. Dobbiamo farlo perche' siamo consapevoli di attraversare uno dei momenti più difficili e più incerti di questi 60 anni". Gentiloni ha ricordato le difficoltà della Brexit, degli effetti della crisi economica e della mancata risposta comune nella crisi migratoria. "Qualcuno ha parlato del rischio di un 1989 alla rovescia, in cui l'Europa si caratterizza per ricostruire muri - ha detto Gentiloni - è un rischio che possiamo e dobbiamo impedire".

Gentiloni: "Non ci sarà mai Europa serie A e serie B"

Al vertice di Roma del 25 marzo per i 60 anni del trattato "non ci sono le condizioni per salti istituzionali enormi, ma dobbiamo fare passi avanti ora" ha detto Gentiloni. "L'Europa non puo' stare ferma. Ha il dovere nei confronti dei suoi cittadini di dare risposte alle sfide che abbiamo davanti", ha avvertito Gentiloni. Il presidente del Consiglio ha difeso l'idea di una Ue a più velocità. "Questo non porterà mai a un'Europa di seria A e a un'Europa di serie B, a un'Europa dei grandi e dei piccoli paesi, a un'Europa dell'Est e dell'Ovest. Ma ognuno ha il proprio livello di ambizione". Nell'Ue a più velocità, "tutti possono scegliere di partecipare a forme di cooperazione rafforzata e tutti saranno coinvolti nel progetto comune", ha spiegato Gentiloni. Il presidente del Consiglio ha ricordato che "In fondo è più democrazia la garanzia più forte" affinché l'Ue possa funzionare. "Non coalizziamo Stati, uniamo uomini", ha detto Gentiloni, citando Jean Monnet.

Gentiloni: "Mettere al centro l'Europa sociale"

Al vertice di Roma del 25 marzo per i 60 anni del trattato sarebbe necessario "mettere al centro l'Europa sociale, la protezione dei più deboli e il dialogo con le parti sociali", ha proseguito il presidente del Consiglio. "Se lasciamo indietro i più deboli non ci sarà fiducia nel futuro dell'Ue", ha avvertito Gentiloni.

Gentiloni: "Da dichiarazione di Roma fiducia per prossimi 10 anni"

La dichiarazione che sarà firmata a Roma il 25 marzo sul futuro dell'Europa "vuole dare un messaggio di fiducia sull'Unione per i prossimi 10 anni". Come ha detto a Strasburgo il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, "il governo italiano è per il rilancio dell'Unione europea e dell'integrazione: come sempre la dichiarazione sarà un compromesso fra spinte diverse, ma credo che alcune scelte debbano essere sottolineate in modo chiaro". In particolare, Gentiloni ha citato la necessità di uscire dalla crisi, dando "risposte alla domanda di crescita, investimenti e lavoro, riducendo il livello della disoccupazione, soprattutto giovanile, in Europa a particolarmente in alcuni paesi", ma anche di "condividere l'impegno sulla sicurezza delle nostre frontiere", di mettere a punto "strategie comuni per gestire i flussi migratori", di "rafforzare il nostro ruolo nel mondo" e di elaborare una strategia per l'Europa sociale". Senza affrontare queste priorita', ha detto, "non avremo la fiducia nel futuro dell'Unione europea".

Salvini: "Leader si chiudano in casa, vergogna andare a Roma"

Dopo Gentiloni è toccato parlare anche a Salvini. "Voi siete la rovina del sogno europeo. Dovreste avere vergogna ad andare a Roma la settimana prossima. Dovreste chiudervi in casa e chiedere perdono", ha detto il segretario della Lega, Matteo Salvini, intervenendo in un dibattito all'Europarlamento sul vertice per i 60 anni del trattato e il futuro dell'Europa, a cui partecipano Jean-Claude Juncker, Donald Tusk e Paolo Gentiloni. Salvini ha accusato i leader dell'Ue di imporre ""il sogno dei banchieri, dei finanziari, dei lobbisti, dei massoni e delle multinazionali". A Roma "ci sono migliaia di lavoratori italiani in piazza contro la direttiva Bolkestein, una delle direttiva che aiuta le multinazionali sulla pelle dei lavoratori, come la direttiva sulle banche, come le direttive sulla finanza e sul commercio. Voi siete la rovina del sogno europeo", ha detto il leader della Lega rivolto a Juncker, Tusk e Gentiloni. Sull'immigrazione "non riuscite a combinare niente: record di morti e record di sbarchi", ha detto Salvini. "Qualcuno vaneggia di togliere i dazi che proteggono le merci europei" e "avete rinnovato le sanzioni economiche contro la Russia, l'unica che ha avuto il coraggio di mettere piede in Siria per combattere il terrorismo islamico", ha attaccato Salvini: "Se dovessimo aspettare i governi europei o la Commissione europea per combattere l'Isis, ce li avremmo qui oggi con il burka e con il mitra a darci lezioni di democrazia". In vista del vertice di Roma, il leader della Lega ha concluso augurando "buon grappino, presidente Juncker".

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