Affari Europei
Il Parlamento europeo toglie l'immunità a Marine Le Pen

Gli eurodeputati hanno votato a favore della sospensione dell'immunitá parlamentare per Le Pen accusata di incitamento all'odio per alcune foto su Twitter
Sospensione dell'immunità parlamentare a Marine Le Pen per via delle foto su Twitter
Brutte notizie per Marine Le Pen. L'Aula di Strasburgo ha votato per sospendere l'immunitá parlamentare di cui gode a causa di alcune foto a tema Isis pubblicate su Twitter. Foto che inciterebbero all'odio. Ora la parlamentare europea, che ha come obiettivo quello di vincere le imminenti elezioni presidenziali, non avrá piú alcuno scudo contro le inchieste dei giudici.
Gli eurodeputati votano per sospendere l'immunitá a Marine Le Pen
La sessione plenaria del Parlamento europeo ha votato contro Le Pen riguardo alle immagini violente dello Stato islamico twittate dalla candidata alle elezioni presidenziali francesi. La leader dell’estrema destra aveva postato tre foto nel dicembre del duemilaquaindici, inclusa quella che testimoniava l’esecuzione del giornalista statunitense James Foley. Per l’affare delle foto rischia da una pena pecuniaria di settantacinque mila euro e fino a tre anni di carcere.
Il Parlamento si era giá espresso due giorni fa per togliere l'immunità a Marine Le Pen
Due giorni fa una commissione del Parlamento europeo aveva approvato a larga maggioranza un rapporto della deputata italiana del Movimento 5 Stelle, Laura Ferrara, per togliere l'immunitá alla leader del Front National. La richiesta, approvata dalla commissione giuridica con 20 voti a favore e 3 contrari, é legata alla pubblicazione sull'account twitter di Le Pen di alcuni immagini di violenze commesse dall'Isis.
Le Pen nei guai anche per le finte assunzioni
Le Pen, favorita per il primo turno delle elezioni presidenziali di aprile e maggio in Francia, é coinvolta in un'altra serie di scandali dopo che ha utilizzato i fondi per gli assistenti all'Europarlamento per pagare il suo capo-gabinetto a Parigi e al sua guardia del corpo. Secondo l'Olaf, l'autoritá antifrode comunitaria che vigila su come i soldi europei sono spesi, la leader del Front National avrebbe accreditato come collaboratori a Strasburgo persone che invece lavoravano per il partito in Francia.
Le Pen dribbla l'inchiesta: niente interrogatori sotto elezioni
"Non risponderó ai giudici durante la campagna elettorale". La leader del Fn ha risposto cosí una settimana fa alla richiesta degli inquirenti di essere ascoltata per il caso dei presunti incarichi fittizi al Parlamento europeo. "Questo momento non permette né la neutralitá né la serenitá necessaria al funzionamento della giustizia", ha aggiunto.
La scelta della leader dell'ultradestra francese ha sollevato polemiche e reazioni: "Se si aspira alla resposanbilitá suprema non ci si puó mettersi al di sopra della legge", ha commentato il primo ministro francese Bernard Cazeneuve. Le Pen, protetta in quel momento dall'immunitá da eurodeputata, non poteva essere obbligata a presentarsi dinanzi alla polizia per essere interrogata, né poteva essere sottoposta a nessuna misura coercitiva. Situazione che oggi si é capovolta dopo il voto dell'Europarlamento.
Altri collaboratori della Le Pen sotto inchiesta
Un collaboratore della candidata dell'estrema destra alle presidenziali francesi é stato incriminato per irregolaritá nei finanziamenti delle campagne elettorali del Front National (Fn) nel 2014 e 2015. L'uomo, Frederic Chatillon, ha guidato la campagna del Fn attraverso una sua societá in violazione alle normative sui rimborsi elettorali in vigore in Francia.