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Affari Europei
Il Ventennio dell'Euro, la moneta della finanza e della speculazione

Di Tommaso Cinquemani
@Tommaso5mani

Il primo gennaio 1999 entrava in vigore l'euro, la moneta unica che ha sostituito i coni nazionali in diciannove Stati dell'Unione europea. Un momento storico da ricordare per alcuni, una sciagura per altri. E nell'Aula del Parlamento europeo, riunita a Strasburgo per la seduta plenaria, martedì c'é stato un momento di celebrazione, con tanto di banda.

“Dobbiamo ricordare sempre da dove siamo partiti. Prima del 1999 con una banconota da mille lire si potevano già acquistare dei beni. Oggi con una moneta da un euro, che vale ben due banconote da mille lire, a stento si prende un caffè. E' crollato il potere di acquisto delle famiglie. E chi diceva che avremmo lavorato un giorno in meno a settimana e guadagnato di più ha detto una clamorosa bugia”, attacca in una intervista ad Affaritaliani.it  Angelo Ciocca, eurodeputato della Lega.

Quello concordato da Romano Prodi é stato un cambio sbagliato?

“Lo dice l'economia. L'euro é una moneta forte che ha fatto il bene di Paesi come la Germania, non certo dell'Italia. E lo dicono i numeri. Basta guardare questo grafico per vedere immediatamente come dall'introduzione dell'euro l'economia nostra e della Spagna sia crollata”.

pil europa
 

Insomma, questa non é una data da festeggiare...

“Io sono un po' arrabbiato perché credo che il Parlamento sia una istituzione democratica il cui obiettivo é risolvere i problemi della gente, non festeggiare. Avrei preferito che si affrontasse il problema di come fare a rendere l'euro una moneta al servizio delle famiglie e delle imprese e non della speculazione”.

Dovremmo tornare alla Lira?

“Non credo sia possibile, ma mi chiedo cosa sarebbe accaduto se questi festeggiamenti fossero stati fatti in piazza. Secondo me il popolo europeo non avrebbe partecipato e anzi, avrebbe criticato la moneta unica”.

Come va cambiato allora l'euro?

“E' una moneta che deve tornare al servizio delle imprese e delle famiglia, non deve essere più un'ostacolo alla crescita e al risparmio. Le faccio un esempio: prima dell'entrata in vigore dell'euro la propensione al risparmio degli italiani era del 22%, pochi anni dopo era crollata al 6%. Questo significa che nelle nostre tasche sono rimasti meno soldi e le famiglie non riescono più a risparmiare”.

Chi si é avvantaggiato dall'entrata in vigore dell'euro?

“Alcuni Paesi, come la Germania, ma anche le banche e la speculazione. Sulla pelle di popoli, come quello Greco, si sono compiuti veri e propri misfatti. Le banche hanno guadagnato somme enormi con la crisi ellenica e i bassi tassi accordati dalla Bce. Lo stesso Juncker ha dichiarato che l'austerity é stata un errore”.

Cosa fare allora?

“Invece di dare i soldi alle banche dovremmo puntare su investimenti produttivi. Se il Pil riparte siamo tutti più ricchi e si riesce anche a governare meglio il debito pubblico nazionale. Il sistema denaro deve sostenere quello produttivo e non quello speculativo”.

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