Ilva, l'Ue all'Italia: recuperi 84 milioni concessi illegalmente
La Commissione europea ha intimato all'Italia di recuperare 84milioni concessi all'Ilva di Taranto in maniera non legale. Esulta Calenda
La somma di 84 milioni concessa dal governo italiano all'Ilva nel 2015 é da considerarsi aiuto di Stato illegittimo e come tale deve essere restituita. Arriva come una tegola la decisione della Commisisone europea che ha intimato all'Italia di recuperare dall'acciaieria di Taranto gli 84 milioni concessi due anni fa. La Commissione ha constatato che le altre misure di sostegno concesse non comportavano invece aiuti di Stato.
La Commissione Ue boccia l'Italia: recuperi dall'Ilva 84 milioni
Secodno la Commissaria Margrethe Vestager l'azienda siderurgica tarantina avrebbe "tratto un indebito vantaggio, grazie al quale ha potuto finanziare operazioni correnti e non di bonifica". E infatti, secondo la commissaria alla concorrenza, i fondi stanziati dal governo per la bonifica del polo siderurgico pugliese non sono in discussione, cosí come la cessione al gruppo idiano Mittal.
Calenda: un'ottima notizia per l'Ilva e il Paese
Esulta il ministro Carlo Calenda. Il motivo? La Commissione ha vagliato ben due miliardi di aiuti che lo Stato ha deciso in favore dell'Ilva e dunque solo una minima parte non sono stati ritenuti congrui nell'utilizzo. "La Commissione ha riconosciuto la compatibilitá con il quadro normativo europeo sugli aiuti di Stato delle misure adottate dal governo italiano a partire dal 2014 alla sola condizione della rideterminazione di maggiori interessi con riferimento a due specifiche misure (un finanziamento ed una garanzia) che corrispondono a 84 milioni su un valore di oltre due miliardi del totale delle misure investigate", ha commentato Calenda. "Grande soddisfazione, poi - ha continuato il Ministro - per il riconoscimento che la Commissione ha voluto esprimere sulla conduzione da parte del governo italiano del processo di gara che é stato caratterizzato da condizioni di massima correttezza, trasparenza ed apertura. Ritengo che si tratti di una tappa significativa di un percorso lungo e complesso per garantire il futuro del piu' grande sito siderurgico europeo".
La Commissione Ue dá il via libera al resto dei fondi stanziati dal governo
La Commissione ha esaminato altre tre misure di sostegno pubblico, giungendo alla conclusione che non si configurano come aiuti di Stato, in particolare per gli oltre 1,1 miliardi di euro che i proprietari dell'Ilva hanno trasferito alla societá nel giugno 2017 e sono destinati a porre rimedio alle gravi carenze ambientali che caratterizzano le attivitá dello stabilimento di Taranto. La decisione di oggi non dovrebbe interferire con l'attuazione delle misure ambientali essenziali per porre rimedio all'inquinamento del sito Ilva di Taranto.
Ok da Bruxelles alla bonifica e alla vendita dell'Ilva
"Quando la Commissione ha aperto l'indagine, abbiamo esplicitamente dichiarato che l'esame della compatibilitá con le norme in materia di aiuti di Stato non avrebbe intralciato o rallentato gli interventi urgenti di bonifica ambientale nell'area di Taranto", ha spiegato la commissaria alla Concorrenza, Margrethe Vestager: "per proteggere la salute degli abitanti di Taranto, tali interventi essenziali di risanamento ambientale dovrebbero procedere senza ritardi". La decisione non dovrebbe interferire nemmeno sulla procedura di vendita degli attivi dell'Ilva, rispetto alla quale la Commissione sta attualmente conducendo un'altra indagine, per verificarne la compatibilitá con le norme dell'Ue in materia di concentrazioni. "La migliore garanzia di sostenibilita' futura della produzione siderurgica dell'area di Taranto consiste nella cessione degli attivi dell'Ilva a condizioni di mercato: l'impresa non puo' dipendere dal sostegno artificiale dello Stato", ha detto Vestager. "Se l'Ilva viene gestita oculatamente, il suo futuro e' sostenibile. Come ha evidenziato la procedura di vendita gestita dal governo italiano, vi sono diversi potenziali offerenti disposti ad investire nel futuro dell'Ilva e a adeguare lo stabilimento alle norme ambientali vigenti", ha spiegato la commissaria.