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Affari Europei
La Germania boccia il Ttip: “I negoziati con gli Usa sono falliti”
Ttip, Sigmar Gabriel liquida il trattato

Il Ttip é morto, almeno secondo il vicecancelliere tedesco, Sigmar Gabriel. Secondo il leader dei socialisti teutonici “i negoziati con gli Stati Uniti sono effettivamente falliti perché come europei non possiamo accettare supinamente le richieste americane”, ha detto il ministro socialdemocratico in un'intervista alla rete tedesca Zdf, sottolineando come ormai “non ci sarà più alcun passo avanti, anche se nessuno lo vuole ammettere veramente”.

Che cos'é il Ttip - Trattato transatlantico di libero scambio

La sigla Ttip sta per Trattato transatlantico di libero scambio. Si tratta di un accordo in fase di negoziazione (dal 2013) tra gli Stati Uniti e l'Unione europea per abbattere le barriere doganali non tariffarie tra le due sponde dell'Atlantico e favorire in questo modo gli scambi e la crescita economica. Sono barriere non tariffarie ad esempio i test sulle autovetture e gli elettrodomestici che i produttori devono effettuare sia in Europa che negli States, con costi aggiuntivi. Ma anche i limiti di pesticidi nelle derrate alimentari o le clausole protezionistiche per l'accesso agli appalti pubblici.

Ttip, un'opportunitá di crescita o una minaccia per l'economia europea?

Secondo gli studi commissionati da Bruxelles il Trattato transatlantico potrebbe portare un incremento del Pil europeo con la creazione di migliaia di posti di lavoro. Si aprirebbe per le imprese europee infatti il mercato piú importante del mondo, fatto di 300 milioni di consumatori con i livelli di reddito tra i piú alti del globo. Tuttavia molti critici, tra cui il M5S, non vedono di buon occhio il trattato perché temono che le imprese europee, soprattutto medie e piccole, vengano fagocitate dalle grandi multinazionali stelle-e-strisce e che gli standard qualitativi comunitari, i piú rigorosi al mondo, vengano annacquati per favorire il commercio con gli Usa.

Il trattato affossato dai veti incrociati

E' proprio questo il punto su cui si sono arenate le trattative. Gli americani hanno posto una serie di richieste che gli europei non sono disposti ad accettare, e viceversa. Gli Stati Uniti hanno chiesto, ad esempio, controlli meno rigorosi nel settore agroindustriale e chimico, così come in quello dei servizi. Negli Usa in fondo vige una forma di liberalismo (che spesso sfocia in una deregulation) che in Europa non c'é.

Noi europei non vogliamo cedere, ma pretendiamo che Washington riconosca, per fare un esempio, le nostre Igp. Ma per un americano non c'é differenze tra una forma di parmigiano fatta in Italia e una prodotta in Virginia. Come non ha senso non poter chiamare Champagne una bottiglia di vino prodotta in California secondo il metodo Classico.

Negoziati bloccati anche dalla politica statunitense

Gabriel lo ha ricordato, in 14 incontri tra gli sherpa statunitensi e quelli europei non si é stati in grado di chiudere neppure un capitolo negoziale dei 27 aperti. Una parte della colpa sta nell'incapacità delle classi politiche delle due parti di arrivare ad una mediazione soddisfacente. In Europa sono molti i partiti politici che osteggiano il Ttip e alcuni Paesi, come la Francia, si sono schierati contro apertamente. Il presidente Hollande in questo modo ha cercato di rubare la scena alla destra populista di Marine Le Pen che ha fatto della protezione dell'economia nazionale uno dei suoi cavalli di battaglia. Ma anche negli Usa il Congresso é in stallo. La maggioranza é dei repubblicani che non vogliono avvallare nessuna proposta che venga dall'amministrazione democratica guidata da Obama. Una speranza potrebbe arrivare con le elezioni di novembre (anche se sia Clinton che Trump si sono detti contrari, a parole, al Titp), ma l'anno prossimo si vota in Francia e in Germania ed é improbabile che si arrivi ad un accordo che potrebbe essere sfruttato per condizionare il voto.

Gli Usa guardano alla sponda del pacifico

Mentre il Ttip é sul letto di morte gli Stati Uniti hanno portato a casa il Trattato trans-pacifico che ha abbattuto una serie di barriere doganali tra gli Usa e una dozzina di paesi asiatici in funzione anti-cinese. Si conferma cosí come Washington stia guardando sempre piú a ovest, mentre la sponda europea dell'Atlantico si dimostra sempre meno attrattiva.

Anche il ministro Calenda pessimista

All’inizio dell’estate, già il ministro italiano dello sviluppo economico Carlo Calenda aveva avvertito che il Ttip era in bilico: “Il Ttip - aveva detto - secondo me salta perché siamo arrivati troppo lunghi sulla negoziazione” quindi “sarà molto difficile che passi e sarà una sconfitta per tutti”.

 

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