La Troika spinge Atene tra le braccia di Pechino. E Tsipras difende la Cina
Le riforme della Troika hanno aperto le porte della Grecia agli investitori cinesi. E ora Tsipras difende l'amico cinese in sede europea
L'Unione europea ha involontariamente spinto tra le braccia della Cina la Grecia. Le riforme lacrime e sangue imposte dalla Troika al piccolo stato mediterraneo hanno messo i conti pubblici ellenici sul lastrico e la forte spinta alle privatizzazioni ha di fatto avvantaggiato Pechino che ora fa shopping in Grecia a prezzi di saldo. Ma gli investimenti cinesi ad Atene hanno anche l'effetto secondario di legare i due Paesi, con il primo che ora difende il governo di Pechino in sede europea.
La Cina investe in Grecia
Il colosso cinese della logistica Cosco ha ottenuto dal governo di Atene una concessione trentennale del porto del Pireo che ha sestuplicato il volume di container transitati nel giro di pochi anni. E ora l'azienda di Stato si prepara a fare nuovi investimetni. Cosí come Pechino sta per fare nel settore energetico, con l'acquisto della municipalizzata che fornisce energia elettrica alla capitale. Ma ci sono progetti anche in campo immobiliare. Insomma, ad Atene si parla sempre piú cinese e sempre meno europeo.
Grecia in campo per difendere la Cina
E infatti la Cina esprime il proprio apprezzamento per la Grecia, che ha bloccato una dichiarazione dell'Unione Europea in sede Onu di critica nei confronti della situazione sui diritti umani in Cina e chiede di non politicizzare la questione. "Esprimiamo apprezzamento per il Paese dell'Unione Europea per avere mantenuto la posizione corretta", ha dichiarato oggi il portavoce del Ministero degli Esteri di Pechino, Geng Shuang, senza citare direttamente la Grecia. "Ci opponiamo alla politicizzazione dei diritti umani e all'uso delle questioni dei diritti umani per interferire negli affari interni di altri Paesi".
Bloccata una proposta di risoluzione in sede Onu
La Grecia aveva espresso la propria opposizione alla dichiarazione che criticava la repressione nei confronti di attivisti e dissidenti in Cina da quando e' presidente Xi Jinping. La dichiarazione doveva essere presentata al Consiglio sui Diritti Umani delle Nazioni Unite di Ginevra di giovedi' scorso, ma non aveva ottenuto l'accordo di tutti i membri dell'Ue. Un portavoce del Ministero degli Esteri di Atene ha confermato il veto greco definendo l'iniziativa una "critica non costruttiva" nei confronti della Cina e spiegando che "le critiche selettive contro specifici Paesi non facilitano la promozione dei diritti umani in quei Paesi, ne' lo sviluppo delle loro relazioni con l'Ue".
Malumori in Europa per la posizione della Grecia
La posizione di Atene ha generato malumori tra alcuni diplomatici europei, ma la questione dei diritti umani rimane uno dei punti in sospeso del rapporto tra Cina e Unione Europea. Il tema era stato discusso anche in occasione dello Eu-China Summit dell'1 e 2 giugno scorsi a Bruxelles, in cui alle posizioni analoghe sul clima e alle divergenze sul commercio tra Pechino e Bruxelles, si erano invece contrapposte le visioni discordanti sul tema dei diritti umani, anche se era emersa l'importanza di ribadire i punti di convergenza tra Cina e Unione Europea.