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Affari Europei
La zuffa per la presidenza dell'Aifa pesa sulla decisione Ue per l'Ema
L'Agenzia del farmaco Ue

 

La scena é di quelle che a Bruxelles fanno storcere il naso. L'Agenzia italiana per il farmaco ha bisogno di un nuovo presidente del Consiglio di Amministrazione, ma a causa dei veti politici incrociati la poltrona é vacante. Una situazione che a Bruxelles non piace affatto, specie in un settore, quello della sanità, dove dovrebbe essere premiato il merito e la carriera scientifica, non l'appartenenza politica. E dunque a Bruxelles ci si chiede se sia davvero il caso di affidare all'Italia, e a Milano in particolare, la sede dell'Agenzia europea del farmaco (Ema) che si libererà dopo che la Gran Bretagna sarà uscita dall'Unione.

I veti incrociati bloccano la nomina del presidente del Cda

L'Italia sembra infatti incapace di andare oltre le logiche della politica. Il presidente del Cda dell'Aifa ha il compito di vigilare sull'Agenzia assieme al mistero della Salute, a quello dell'Economia e alle Regioni. E proprio dalle regioni arrivano i problemi. Già, perché sono loro a dover proporre il nome e non si riescono a mettere d'accordo. In campo ci sono Giuseppe Remuzzi, stimato ricercatore del Mario Negri, che ha il sostegno della maggior parte delle Regioni. Sembrava l'unico in campo finché non é arrivato Carlo Gaudio, cardiologo romano, considerato un verdiniano doc e sostenuto anche da Luca Lotti, ministro dello Sporto e uomo forte di Renzi. Un cortocircuito dal quale gli assessori regionali alla sanità non riescono ad uscire nonostante la maggioranza sia in favore di Remuzzi.

Per Milano sostegno bipartisan apprezzato in Ue

E pensare che sulla candidatura di Milano per l'Ema gli sforzi sono bipartisan. "Quella dell'Ema non sará una partita semplice ma penso che Milano abbia le carte in regola. E il governo lavorerá ventre a terra per questo risultato", aveva dichiarato a febbraio il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni.

Sala e Gentiloni fronte comune

"Per l'Ema siamo vicini al momento della verita'. E' una partita difficile. Ma noi la stiamo gestendo con la giusta modalitá", aveva dichiarato Beppe Sala prima di una missione a Londra per mettere a punto la proposta da avanzare a Bruxelles. Uno dei nodi é la location dell'Ema. Su questo punto Sala dice di sentirsi abbastanza "tranquillo" a "Milano abbiamo delle alternative".

Anche Maroni impegnato per l'Ema

E infatti rassicurazioni sono arrivate anche da Roberto Maroni che non ha escluso che, in un'eventuale assegnazione post Brexit della sede dell'Agenzia europea del farmaco a Milano, gli uffici possano essere ospitati all'interno del Pirellone. "Sono in contatto con il governo. Qualcuno ha suggerito anche il Pirellone, ma ricordo che lí c'é il Consiglio regionale. Peró, detto questo, é strategico avere l'Ema qui. E quindi valutiamo tutto", ha risposto il governatore lombardo ad una domanda dei giornalisti. "Abbiano giá detto all'Ema che siamo disposti a costruire una nuova sede nel sito di Expo o nell'area dove ci sará la Cittá della salute e della ricerca. Pero Ema chiede nel frattempo cosa faremo. Quindi stiamo valutando un po' di soluzioni".  

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